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martedì 12 dicembre 2023

Await further instruction


Titolo: Await further instruction
Regia: Johnny Kevorkian
Anno: 2018
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

La famiglia Milgram è intenta a celebrare il Natale quando si accorge di una misteriosa sostanza nera che ha circondato la loro casa. Qualcosa di terribile sta per accadere, ma cosa? Un disastro ambientale, un attacco terroristico, una guerra nucleare? In mezzo a discussioni sempre più infervorate viene accesa la tv, alla disperata ricerca di informazioni. Ma sullo schermo c'è solo una scritta che lampeggia sinistramente: "Restate in casa in attesa di ulteriori informazioni". Mentre i messaggi televisivi diventano sempre più minacciosi, paranoia e tensione si accumulano.
 
Gli inglesi stanno sempre in prima linea con i francesi in Europa quando si parla di horror. In questo caso tanta fantascienza, un home invasion, paura di attentati terroristici, famiglia disfunzionale, la ragazza indiana in una famiglia conservatrice e tanti altri aspetti. Kevorkian con un budget misurato blinda subito la famiglia dentro casa con una trovata funzionale quanto assurda e da lì in poi lascia che sia il terzo occhio della televisione a dare le regole che via via diventeranno sempre più atroci e sofferenti e dove la polemica non risparmia nulla persino il vaccino.
Seppur vero che il finale diventa tanto esagerato quanto una strizzatina d'occhio a tanti b-movie e alcuni dialoghi sembrano portati al paradosso del non-sense, il film riesce a reggere e mantenere una sua coerenza nell'assurdo a cui va a impattare e il nonno che chiama il figlio "umidiccio" senza smetterla mai di umiliarlo o quando dovranno lavarsi con la candeggina creano un siparietto che andrà piano piano ad esplodere

domenica 19 novembre 2023

Orafo


Titolo: Orafo
Regia: Vincenzo Ricchiuto
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Tre rapinatori si introducono nella casa di campagna di una coppia anziana per saccheggiare il loro laboratorio di oreficeria. Scopriranno sulla loro pelle che i due vecchietti sono tutt’altro che innocui e finiranno con lo sperimentare l’esperienza più terrificante della loro vita. 

Salviamo gli horror italiani indipendenti. L'Orafo sembra più un omaggio a tanta roba già vista che invece voler dire qualcosa di nuovo e provare a smarcarsi dalle solite strategie commerciali.
Purtroppo non ci riesce per evidenti difetti di sceneggiatura ma al contempo seppur in un tritatutto già visto dove vengono assemblati come per un puzzle pezzi di sceneggiature di altri film, riesce perlomeno ad avere un buon ritmo anche se le scene nel bunker diventano davvero soporifere per evidenti aspetti e per quel voler essere troppo vicino ad alcune vicende dei rapinatori di cui non frega niente a nessuno. In realtà poi soprattutto nel terzo atto il film fa un ulteriore step con un climax finale imprevedibile quanto poco utile ai fini della storia. Home invasion, vecchi psicopatici, splatter, se vogliamo qualche accenno di gore, tentativo di creare una final girls ma stanandola quasi sul nascere e poi quell'omicidio nell'officina che non aveva davvero nessun senso.
Contando che i mezzi ci sono, speriamo che Ricchiuto riesca ad evolversi perlomeno in termini di scrittura.

mercoledì 18 ottobre 2023

No one will save you


Titolo: No one will save you
Regia: Brian Duffield
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Brynn è una giovane donna vitale e piena di passioni. Trascorre le giornate in una casa isolata, la sua casa d'infanzia, dove scrive, si dedica al modellismo, balla e cucina. Quando però deve raggiungere il centro cittadino e relazionarsi con gli altri, qualcosa cambia: diventa improvvisamente impacciata, impaurita e tutti sembrano odiarla. Brynn torna così a rifugiarsi nella sua solitudine tra le mura domestiche, unico luogo in cui sembra trovare un po' di serenità. Almeno fino a quando una creatura misteriosa non fa irruzione nella sua casa e nella sua vita, rompendo definitivamente la sua tranquillità. Da questo momento in poi, Brynn non potrà che difendersi e tentare di fuggire a un invasore che sembra riuscire a raggiungerla ovunque.
 
Ormai la Disney sembra aver ampliato le sue vedute, percependo che l'horror è un genere prolifico che piace a tutti. Quindi perchè non scommetterci come per Barbarian.
Qui però si tratta di alieni, di una possibile invasione, di una final girl disposta a tutto pur di non vendere cara la pelle. Sembra un remake di un film degli anni passati e infatti già dall'atmosfera che da diversi elementi come la casa e le strade in mezzo alla campagna, il film sembra proprio suggerire un film con gli stessi elementi ma più moderno.
Chi è davvero il mostro sembra suggerire l'evolversi della storia come lo era per il sopracitato film.
Brynn è una macchina da guerra proprio perchè macchiata di un crimine orrendo e avendo così tutta la vita legata a questo tragico episodio. Per questo l'alieno in sè caratterizzato molto bene perchè nei suoi silenzi cerchiamo di capire davvero cosa voglia dal genere umano, di certo non deflagrarlo ma controllarlo facendogli vivere ciò che vuole senza sentimenti di rabbia o di odio, facendo diventare l'essere umano un automa che può provare solo piacere e fare del bene. Scenografie davvero mozzafiato come alcune creature e il controllo degli umani tramite il raggio delle navicelle aliene.
Il risultato ottimale è sicuramente dovuto al talento come sceneggiatore di Duffiel che aveva firmato Love and monsterUnderwater e Babysitter

lunedì 19 settembre 2022

See for me


Titolo: See for me
Regia: Randall Okita
Anno: 2022
Paese: Canada
Giudizio: 3/5

Sophie, una giovane cieca che sta in una casa isolata, si trova a dover fronteggiare l'irruzione dei ladri alla ricerca di una cassaforte nascosta. Il suo unico mezzo di difesa è un'app telefonica che la collega a Kelly, una volontaria che dovrebbe aiutarla a sopravvivere al pericolo.
 
L'home invasion è un sotto genere ormai preso di mira da moltissimi anni nel thriller e nell'horror in quando permette di sfruttare spesso una sola location e di dare la possibilità di creare parecchia violenza psicologica come il cult assoluto del passato FUNNY GAMES.
See for me è semplice nella costruzione pur immettendo un elemento che seppur complesso diventa interessante per come viene impiegato durante la narrazione. Una ragazza ex campionessa olimpica che a causa di un'incidente è diventata cieca rimane da sola in una villa in mezzo alle montagne dopo che sua madre si reca in un luogo non meglio precisato. Poco tempo dopo entrano in casa dei ladri. Alcuni semplici pedine, altri dei killer spietati. E allora tutto il film è veicolato su questa sinergia e complicità tra un ex marine che aiuta telefonicamente con la app "See for me"i bisognosi e la nostra Sophie che più andiamo avanti e più ci rendiamo conto che sfrutta la sua rabbia repressa incanalandola come motore d'azione contro i suoi aguzzini. Il film si unisce a un crescente sottogenere dell’horror incentrato su persone con disabilità, ma che non ne sono trattenute come succedeva in parte nel film di Flanaghan. Un elemento che Okita sfrutta bene e a cui da risalto la performance dell'attrice è allo stesso tempo un'antipatia di fondo verso la stessa, provando pochissima empatia soprattutto quando cominciano a venire a galla alcuni dettagli spiacevoli sul suo passato.

sabato 18 giugno 2022

Barbarians


Titolo: Barbarians (2021)
Regia: Charles Dorfman
Anno: 2021
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 2/5

Una cena in una casa di campagna che vede quattro amici riunirsi per una festa di compleanno. Ma mentre la notte avanza, emergono segreti e intorno a loro iniziano a svolgersi eventi inquietanti.
 
Quando nascondendo tradimenti e probabili figli da un altro compagno compare come colpo di scena l'home invasion. Barbarians è un thriller british di quelli patinati e minimali con una sontuosa location, un buon cast e tutti gli elementi e le risorse per creare un'atmosfera interessante e originale. Invece Dorfman al suo esordio sceglie gli stereotipi più blandi di chi è avvezzo al genere avendo ormai, come nel mio caso, visto praticamente tutto nel sotto genere e intuendo a priori tutti i percorsi possibili. L'unica postilla interessante è data dal fatto che il gateway, la zona rurale, una sorta di patrimonio Unesco, è stata la miccia che ha fatto scoppiare una faida tra famiglie. Tutto questo però viene solo accennato e la rivalsa degli antagonisti nel finale lascia supporre che non siano forse loro così tanto dei cattivi quando Louis, una sorta di imprenditore improvvisato che ha tolto le terre di diritto a chi davvero le meritava sconterà come un duro dazio da pagare quanto si è arrogato di prendere senza contare le possibili conseguenze del suo scellerato gesto.

giovedì 12 maggio 2022

Seed (2021)


Titolo: Seed (2021)
Regia: Sam Walker
Anno: 2021
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 4/5

Quello che inizia come un weekend di ragazze nel deserto del Mojave diventa una storia di orrore, morte e invasione aliena.
 
A volte non mi spiego il pubblico. Seed è una figata totale detto da uno che mastica gli horror come gli smanettoni masticano i porno. E qui nell'opera prima di Walker c'è tanta carica erotica. Un alieno che penetra le protagoniste in un gioco di carne cronemberghiano e che in parte mi ha ricordato Yuzna. Un alieno che sembra essere l'alter ego del male di ET. Un film che parla di destini, di fine dell'umanità, del non poter combattere alcuni poteri telepatici che rischiano di far sopperire chiunque non sia disposto a farsi ingravidare dalla creatura. Con un finale in parte prevedibile ma che distrugge ogni sorta di happy ending, Seed è un perla di cattiveria, dove sembra di vedere anche i Visitors, tanta scifi anni 50' e 60', dove l'orrore cosmico straborda e dove quando finalmente capiamo cosa sta per succedere è ormai troppo tardi e il film esplode con la sua malvagità.
Sembra la metafora che a voler salvare una specie di un altro pianeta si finisca col fare una gigantesca cazzata e dare così il pianeta in pasto agli alieni. Soprattutto se l'alieno in questione fa tutto dal letto dove viene lasciato senza nemmeno muoversi ma agendo in maniera telepatica e sorridendo mentre ingravida e devasta le menti delle tre amiche.
Seed prova ad essere il più disgustoso e rivoltante possibile riuscendoci molto bene e regalando un altro film sull'invasione aliena che sembra quasi un home invasion di un piccolo e tenero cucciolo di tartaruga.

martedì 28 dicembre 2021

Dangerous


Titolo: Dangerous
Regia: David Hackl
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Ex detenuto e sociopatico, Dylan Forrester sta cercando di scontare tranquillamente la sua libertà vigilata con l'aiuto di una dose costante di antidepressivi e del suo eccentrico psichiatra. Ma, quando suo fratello muore in misteriose circostanze, Dylan infrange la libertà vigilata e, con una tenace agente dell'FBI, si ripropone di scoprire la verità che vi si cela dietro. Un gruppo di mercenari armati fino ai denti vuole qualcosa che il fratello ha nascosto e Dylan avrà bisogno di tutto il suo guizzo e delle sue capacità tattiche per sopravvivere.
 
Dangerous è ormai un classico del genere, un anti eroe che salva tutti. Un loser il quale seppur dipendente dagli antidepressivi, riesce per salvare i più deboli, a fare quello switch tornando ad essere il killer perfetto che si era messo sulle spalle. L'idea di Dangerous, ovvero non provocare qualcuno estremamente pericoloso, ha dalla sua un buon cast, Scott Eastwood ormai sta dimostrando di essere un buon attore, perfetto soprattutto in ruoli da psicopatico "controllato" come Wrath of man o meglio sedato fino a quando riuscirà a reggere. Mel Gibson a fare lo psichiatra alcolizzato recita se stesso e i villain sono capitanati dalla solita ghigna di Kevin Durand.
Dangerous ha pochi colpi di scena ed è prevedibile però ha un buon ritmo ed evolve continuamente cercando di alternare l'ironia alle scene d'azione o mischiandole entrambe. La location sperduta è perfetta per ricreare quell'atmosfera di assedio dove i villain cercheranno il vero bottino che non c'entra nulla con la vendetta ai danni di Dylan come tutti in famiglia pensano

venerdì 24 dicembre 2021

Man in the dark 2


Titolo: Man in the dark 2
Regia: Rodo Sayagues
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Norman Nordstrom, un veterano non vedente, vive nascosto nei boschi insieme a una ragazzina, che considera una figlia. Quando un gruppo di criminali la rapisce, Norman ricorre a ogni mezzo pur di ritrovarla.
 
Man in the dark 2 è un sequel che seguendo gli intenti e il finale del primo film non aveva molto senso, ma per ragioni di business si è optato per continuare sulla scia del revenge movie e dell'home invasion dell'ex soldato cieco Norman Nordstrom. Stephen Lang è un buon caratterista, certo aveva dato prove migliori con l'ottimo Vfw del mitico Joe Begos, ma quando lo si mette a menare fa sempre bella figura. Avevo sentito parlare molto male di questa pellicola che pur buttandola tutta in "caciara" almeno ha un ritmo forsennato, con continui scontri tra Norman e coloro che vanno in giro a rapire bambini per trapianti d'organi. Detta così nulla di nuovo, ma partendo dall'home invasion, si continua con la caccia di Norman alla presunta banda dove il rapporto disfunzionale tra madre biologica e figlia costringe quest'ultima, col senso di colpa, a sacrificarsi per donarle un cuore. Una scelta malata e piacevole che almeno sembra dare al film una connotazione di stampo psicologico legato alle scelte e caratterizzando bene il personaggio della bambina.

mercoledì 15 dicembre 2021

Animales Humanos


Titolo: Animales Humanos
Regia: Lex Ortega
Anno: 2020
Paese: Messico
Giudizio: 4/5

Una coppia e la loro giovane figlia sono terrorizzati dal cane dei vicini dopo che l'animale ha morso la ragazza. Sacrificano il cane, con sgomento dei suoi proprietari.
 
Ortega è stato definito il regista horror più estremo dopo il suo ATROZ, film che non credo vedrò mai dal momento che trattasi di torture porn, un genere che non amo affatto.
Questo titolo nel corso della storia del cinema è stato affibiato a diversi autori come Buttgereit, Schnaas e gente di questo tipo. Animales Humanos è una sorta di FUNNY GAMES meno intellettuale ma più cinico e con un finale di macabra bellezza. Partendo dal presupposto che Ortega gira divinamente, con un'ottima padronanza dei mezzi, un cast eccellente e una trama che se di fondo può apparire semplice in realtà trova soprattutto negli intenti e nello sviluppo dei personaggi una variante funzionale e in grado di non salvare nessuno dei protagonisti.
Colpa vs responsabilità, animalisti e tutto ciò che ne deriva negli effetti più perversi, conseguenze inattese dopo il gesto disperato di porre fine al cane dei vicini e infine una lotta impari dove di fatto nessuno ne esce vincitore ma meglio prova a riappropriarsi in maniera malata e disfunzionale di ciò che ha perso. Quanto può valere in termini di perdita la vita di un cane rispetto a quella di una persona o meglio ancora di una bambina?
Animales Humanos è colto, per niente ingenuo, cinico e grottesco, malato e iper violento quando diventa un home invasion a tutti gli effetti e prova a far ragionare molto lo spettatore sulle scelte e gli obbiettivi portati avanti dalle due coppie.

martedì 11 maggio 2021

Sentinel (1977)


Titolo: Sentinel (1977)
Regia: Michael Winner
Anno: 1977
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Alison Parker, una modella bella ma nevrotica, si trasferisce in una vecchia casa di Brooklyn che è stata divisa in appartamenti. L’edificio è apparentemente abitato all’ultimo piano solo da Padre Halliran, uno strano sacerdote cieco e solitario che trascorre tutto il suo tempo seduto davanti alla finestra aperta. Alison inizia da subito a manifestare strani problemi fisici, tra cui insonnia e svenimenti, e ha alcune visioni terrificanti di un suo passato tentativo di suicidio e del suo defunto ma sgradevole padre. Inoltre si lamenta con l’agente immobiliare del rumore causato dai suoi bizzarri vicini di casa, ma le viene detto che la casa è occupata solo dal sacerdote e da lei stessa. Ma il comportamento dei suoi vicini “inesistenti” si fa sempre più surreale e invadente…
 
Il capolavoro di Winner. Un anno dopo il cult di Polanski, esce questo fac simile, con una protagonista femminile, un orda di esseri deformi (reali), una palazzina per proteggere l'accesso all'inferno e infine la sentinella. Il tutto deliziato da dei coinquilini assolutamente atipici, un clima che riesce a trasmettere mano a mano un'atmosfera torbida e inquietante su cui aleggiano presenze poco chiare.
Sentinel è un cult a tutti gli effetti, un film disturbante ed enigmatico al tempo stesso, passato inosservato ed è un peccato vista l'eleganza, la messa in scena, il cast di prim'ordine e molte altre peculiarità a partire dalla recitazione, i dialoghi, le scenografie e i costumi. Sentinel è un thriller paranormale, un horror demoniaco che porta lentamente la protagonista verso la pazzia più pura coadiuvata da traumi personali legati al passato e ad un padre che nella scena del primo ricordo nel palazzo riesce a trasmettere un che di grottesco incredibile. Winner da buon reazionario politicamente scorretto, vedi tutti i film con Bronson e la saga con cui è diventato famoso, spinge forte sulle perversioni diaboliche, sul gore, sulle atmosfere malsane dove il Male viene associato a ‘deviazioni’ sessuali (come il lesbismo delle due vicine o le pratiche orgiastiche praticate dal padre con le due donne obese) senza dimenticare le deformità fisiche con gli ultimi dieci minuti di parata finale di freaks che escono dalle porte dell’inferno.


Nuevo orden

 

Titolo: Nuevo orden
Regia: Michael Franco
Anno: 2020
Paese: Messico
Giudizio: 4/5

Città del Messico, 2021: il divario tra classi sociali si fa sempre più marcato. Un matrimonio dell'alta società viene interrotto da un gruppo di rivoltosi armati e violenti, parte di una più ampia sommossa dei meno abbienti, che prendono in ostaggio i partecipanti. L'esercito messicano sfrutta il disordine causato dalle rivolte per instaurare una dittatura militare nel paese.
 
E' il popolo divenne l'angelo sterminatore direbbe forse Bunuel. Nuevo orden è un film pieno di azione senza fine e colpi di scena imprevedibili che picchia duro, arrivando come un pugno nell'esofago lasciandoti in ginocchio a cercare di respirare.
Una critica sociale e audace incessante e brutale della disuguaglianza di fortissimo impatto con un livello di violenza a volte esagerato ma mai gratuito nemmeno quando vediamo infilato un manganello in culo ad un prigioniero.
Il cinema messicano come tutta la new generation di film sudamericani sembrano più che mai incazzati e desiderosi di mostrare potenziali scenari nemmeno così utopistici prendendo di mira un ordine dispotico che tiene al guinzaglio la servitù diventando uno straziante dramma senza happy ending, con un finale davvero amaro e per finire una giostra degli orrori in cui il potere, però, è qualcosa di tanto labile da finire per tornare sempre nelle stesse mani. Dall'evolversi all'interno della villa, al viaggio nell'inferno di Marianne che lasciando la villa entra nel cuore dei disordini sociali di una manifestazione contro gli abusi sociali e di potere. La prigionia diventa una macelleria messicana come per la scuola Diaz, dove l'esercito farà ciò che vuole seviziando di continuo con i corpi dei presunti detenuti vittime senza avere una colpa se non quella di appartenere a un ceto aristocratico.

Lucky (2020)


Titolo: Lucky (2020)
Regia: Natasha Kermani
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

La vicenda di una donna aggredita da uno strano uomo che continua a comparirle davanti.
 
Da sempre nell'horror l'home invasion ha saputo portare "oceani"interi al suo mulino.
Un sotto genere, una metafora, un attacco alla famiglia, ai valori di una nazione.
L'home invasion da sempre ha suscitato un certo interesse anche perchè è qualcosa di intimo che succede e si dipana tra le mura casalinghe e quindi crea spesso un'atmosfera claustrofobica per chi è costretto a combattere contro un nemico dentro le mura di casa spesso dovendo difendere anche i propri figli. Solo per alcuni aspetti Lucky della Kermani al suo secondo lungometraggio mi ha ricordato Elle. Se nel film del maestro Verhoeven c'era un darsi al carnefice per una consumazione di corpi e tutta una desamina sull'aspetto erotico e sessuale, qui invece sembra esserci un ciclo a ritroso con il killer che ritorna in loop nonostante la nostra protagonista riesca più volte ad ucciderlo in maniera diversa. Il sogno, la schizzofrenia, la paura di non essere creduta, il cadavere che scompare appena morto. Eppure il vero intento della Kermani è una denuncia sociale che già era sottointesa ed espressa a livelli molto alti con Invisible man (sempre sotto l'ottima Blumhouse), riflettendo sulla paura di rimanere da sole in una società maschilista che sembra sempre sul punto di sottolineare il fatto che la donna in questione se l'è andata a cercare.
Lucky però da un impianto di planting and payoff calzante nel primo atto, finisce senza avere quel guizzo narrativo di diventare un film troppo lento e concettuale e con un climax finale decisamente

martedì 27 aprile 2021

Sweet Home


Titolo: Sweet Home
Regia: Lee Eung-bok, Jang Young-woo, Park So-hyun
Anno: 2020
Paese: Corea del Sud
Stagione: 1
Episodi: 10
Giudizio: 3/5

Agosto 2020. Dopo la morte della propria famiglia in un incidente stradale, il solitario adolescente Cha Hyun-soo si trasferisce in un nuovo appartamento all'interno di un grande, fatiscente e affollato condominio, situato in un quartiere popolare di Seul.
La sua vita tranquilla viene tuttavia presto interrotta da alcuni strani avvenimenti che iniziano a verificarsi nell'edificio, che coinvolgono in primis l'inquilina della porta accanto e il custode del palazzo.
Così, mentre le persone attorno cominciano a trasformarsi in mostri che prendono la forma dei loro desideri nascosti, il giovane e altri residenti devono cercare il modo di sopravvivere.

Mostri, pandemia, violenza e sangue e per finire umani forse peggiori delle stesse creature che cercano di attaccare la palazzina. Inizia senza tanti indugi questa fortunata serie Netflix tratta da un webtoon (fumetto online) mostrando personaggi ormai al collasso, tra chi cerca piaceri effimeri e chi cerca solamente di farla finita disegnando così un clima cinico e pervaso da una frustrazione interiore e una meschinità di fondo. Allo stesso tempo assistiamo ad un altro interludio ovvero il mezzo finale con l'intento di uno dei protagonisti, l'hikkikomori e i militari che lo devastano di pallottole.
Sweet Home parte bene con i mostri, alcuni decisamente ottimi come il titano, il gremlins senza testa, il blob, l'essere tentacolare che cerca di entrare nella palazzina del Green Home, i vampiri, il fauno e poi ancora ragni giganti e molto altro ancora. Tutto questo per mostrare poi che cosa si nasconde fuori con una pletora di mostri di tutte le grandezze che come predatori si uccidono e si mangiano tra di loro ribadendo la legge del più forte.
Una stagione corale per una parabola sociale con diversi personaggi costretti con le loro differenze e difficoltà a stringere un'alleanza arrivando a formare una comunità dove se per alcuni la caratterizzazione è buona, altri rimangono troppo marginali, tutti seguendo un loro principio cardine dagli inclusivi agli egoisti, perseguendo la legge della sopravvivenza in un mood da "home invasion"per una desamina della natura umana quando le condizioni imposte da un'apocalisse liberano l’uomo delle imposizioni civili



domenica 18 aprile 2021

Aracnofobia


Titolo: Aracnofobia
Regia: Frank Marshall
Anno: 1990
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Durante una spedizione entomologica in Venezuela, il professor Atherton scopre una nuova specie di ragno con un potentissimo veleno. In seguito ad un incidente avvenuto durante la spedizione, il ragno in questione viene trasportato accidentalmente fino alla cittadina di Canaima, negli Stati Uniti dove Ross Jennings, medico e aracnofobo, si è appena trasferito con la famiglia per subentrare all'attuale medico. Ben presto inizieranno a verificarsi strani decessi, del tutto simili a letali attacchi cardiaci.

Aracnofobia è il film sui ragni che a distanza di anni continua a invecchiare molto bene.
Prodotto da Spielberg, un film destinato a mettere d'accordo tutti i target possibili, facendo paura ma senza mai mostrare sangue o scene particolarmente paurose. Riesce però a inquietare e a trasmettere una tensione sempre molto palpabile così come un'atmosfera davvero insolita soprattutto quando dalla città ci trasferiamo nel casolare della famiglia Jennings. L'unione tra il ragnetto campagnolo e il ragno potentissimo del Venezuela quasi commuove per la tenerezza di fondo che non avranno gli spietati e letali piccoli ragnetti, frutto di una contaminazione tra specie in grado di gettare scompiglio ovunque. Anche se esagerato il combattimento finale tra Ross accompagnato dalla sua aracnofobia e il ragno alpha, il film grazie anche ad un Goodman in piena forma, e un inizio in quella terra incontaminata nel Venezuela dove si và a caccia di specie nascoste e che forse era meglio non risvegliare, riesce tuttora a rimanere il caposaldo nel suo genere.

giovedì 15 aprile 2021

Tonight she comes


Titolo: Tonight she comes
Regia: Matt Stuertz
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Una ragazza scompare misteriosamente e il giorno dopo due sue amiche e un giovane postino incontrato per caso si ritrovano nella casa al lago di lei. Lì però cominciano a succedere cose molto inquietanti...
 
Stuertz è uno di quegli autori indie horror molto giovane che ci tiene a dare il suo contributo astruso per un horror atipico che strizza l'occhio al weird, alle tinte grottesche, a una buona parte di trash e personaggi folli che spariscono o muoiono da un momento all'altro con dei colpi di scena apparentemente funzionali. Una storia complessa nella sua banalità, un home invasion che diventa solo un pretesto per un rito satanico e l'aver dato vita ad una creatura in grado di assediare cultisti e personaggi all'interno di una misteriosa casa in mezzo al bosco dove un gruppo di ragazze non fanno che sballarsi e i postini si perdono in lande desolate addormentandosi dove non dovrebbero.
Ha una struttura e un ritmo inusuale il secondo lungometraggio di Stuertz (regista, sceneggiatore, produttore e autore degli effetti speciali), schizzoide, autore in parte confuso, non sempre lineare ma con tanti guizzi e scelte interessanti che sembrano far slittare il film verso territori inesplorati deragliando continuamente.

giovedì 3 dicembre 2020

Dark and the Wicked


Titolo: Dark and the Wicked
Regia: Bryan Bertino
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

I fratelli Louise e Michael sono costretti a tornare nella fattoria di famiglia, nell’entroterra americano, per assistere la madre nell’accudimento del padre, costretto a letto e ormai in fin di vita. Louise e Michael si rendono però ben presto conto che la madre assume comportamenti particolarmente strani e paranoici, frutto non solamente dello stato di salute del marito, ma anche di qualcosa di diverso, misterioso e sinistro. Con il susseguirsi di eventi agghiaccianti e inspiegabili, i fratelli comprendono che una forza invisibile e maligna aleggia sulla loro casa, ed è pronta a impossessarsi di tutti i membri della famiglia.

Avercene di Bryan Bertino e di atmosfere inquietanti senza dover far nulla di che ma sfruttando bene un senso di angoscia e una paura permanente all'interno di una piccola fattoria.
Una location, due fratelli, tanti sensi di colpa, due anziani che semplicemente non c'è la fanno più assistendo impotenti a qualcosa che si sta impossessando della casa. Qualcosa che non ci è mai veramente dato sapere, trattandosi di una presenza che sembra cibarsi della morte stessa, arcaica e intelligibile. E così tra ululati notturni di bestie che puntano il gregge di capre, visioni inquietanti notturne, entità malvagie, mali invisibili, presenze e possessioni, suggestioni e allucinazioni, entriamo nell'orrore domestico e soprannaturale dell'ultimo intenso dramma di Bertino, a mio avviso il suo film più personale e maturo dopo Monster(2016).
Un'opera che si prende molto sul serio con pochi e attenti dialoghi, tanti primi piani, facce devastate dall'angoscia e dalla voglia di mollare e andarsene dimenticando i fantasmi del passato per non dover soccombere ad uno stato di ossessione costante (il climax finale per Michael è un colpo al cuore). Con un ritmo lento e minimale Bertino ci mette su un vassoio una prelibatezza dolorosa e lacerante, una situazione disperata che diventa sempre più devastante non lasciando spazio alla salvezza o alla speranza.

Forza della Natura


Titolo: Forza della Natura
Regia: Michael Polish
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Nel bel mezzo di una pericolosa tempesta, due poliziotti provano a evacuare un edificio in pericolo, ma si ritrovano a fronteggiare una banda di truffatori che aveva progettato un colpo proprio in quelle ore.

Forza della natura è un film ricco di stereotipi e di tanto, ma tanto, già visto. Sembra la versione brutta di Pioggia infernale, dove almeno lì l'evento atmosferico aveva un perchè, mentre qui vedrete che è solo tanto rumore per nulla.
La sceneggiatura come il plot sono scadenti rendendolo un b movie dozzinale, dove i criminali trovano pretesti quantomeno ridicoli per arrivare allo scontro nella palazzina. Creature affamate di carne e poliziotti tenute nascoste in casa, nazisti che cercano di cancellare il proprio passato, Gibson a fare un ex poliziotto alcolizzato che conosce vita natural durante di tutti i cristiani che gli passano sotto tiro e una coppia di protagonisti con Hirsch che non ci crede per un ruolo così immeritato e scontato che cercare di caratterizzarlo era di fatto impossibile.
Alla fine la forza della natura non è il poliziotto senior, non il protagonista ma nemmeno la tempesta, una noia mortale soprattutto quando Gibson muore tra l'altro in maniera veloce come il twist finale del film e tutto il terzo atto. Con il fatto di giocare tutto in un'unica ambientazione, un palazzo, e scoprendo che chi ci abita nasconde qualcosa, si poteva davvero dare qualcosa in più mentre invece quel poco di buono che c'era viene sprecato così come il cast e alcune sparatorie davvero ridicole.

domenica 11 ottobre 2020

Relic(2020)


Titolo: Relic(2020)
Regia: Natalie Erika James
Anno: 2020
Paese: Australia
Giudizio: 4/5

Quando Edna, la matriarca anziana e vedova della famiglia, scompare, sua figlia Kay e la nipote Sam si recano nella loro sperduta casa di famiglia per cercarla. Poco dopo il ritorno della donna, iniziano a percepire una presenza sinistra che perseguita la casa e prende il controllo di Edna.

Relic come spesso accade per la cinematografia australiana è abbastanza anomalo, un film che nel suo seguire pedestremente alcuni sottogeneri, riesce a smarcarsi da quanto visto finora per diventare un'importante riflessione sociale sulla vecchiaia. Ancora una volta la scrittura si impone fin dal primo minuto per portare risultati mai scontati con alcuni tasselli importanti concernenti la crescita impressionante di un'autorialità horror al femminile in grado di regalare numerose sorprese.
In questo caso riuscendo a rimanere per quasi tutto il tempo all'interno di una casa e di mettere in scena un'ambiguità legata al soprannaturale e ai comportamenti della nonna che rendono il film molto più realistico di quanto sembra. Senza contare alcuni stravolgimenti importanti a livello di struttura narrativa, il film si impegna in alcuni cambi di traiettoria funzionali traghettando sempre l'atmosfera macabra in un sotto testo realistico che riesce spesso e volentieri a imprimersi ancora meglio di presenze, mostri o fantasmi giocando e creando labirinti da cui si rischia di rimanere intrappolati in quello che possiamo definire un haunted house movie.
Verso il finale Relic regala tanto, svuotando tutto quel rancore accresciuto nei primi due atti portando a casa un climax minimale e spontaneo riuscendo a tradurre con poche immagini come la paura e l'affetto possano andare a braccetto. Un film emotivamente molto coinvolgente, personale, un dramma famigliare con tinture horror ma che non lesina dall'avere intenti precisi che portano soprattutto ad un atto d'amore diramato sotto tanti e controversi punti di vista.

martedì 15 settembre 2020

You should have left


Titolo: You should have left
Regia: David Koepp
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Uno scrittore sta scrivendo la sceneggiatura del sequel di un film andato molto bene al botteghino. Per stare tranquillo e poter lavorare senza distrazioni, l'uomo si è trasferito in una casa isolata sulle Alpi, insieme alla moglie e alla figlioletta. Ma una serie di strani eventi comincia a minacciare la sua serenità.

Per un film del genere, Blum credo abbia fatto la scelta giusta puntando su un autore avvezzo al thriller psicologico più che all'horror vero e proprio. L'ultima opera è abbastanza anomala, difficile da catalogare contando che non appartiene al genere delle case infestate ma unisce dramma famigliare, unica location, tre attori fatta eccezione qualche breve comparsa e tutto un gioco sul doppio, sul creare quella parola legata ad un intruso quando poi la faccenda apparirà molto più complessa e stratificata. Tra gli ultimi arrivi di sicuro il film di Koepp non è tra i migliori ma ha diversi pregi come il volersela giocare con una serie di tasselli scomodi, in cui i giochi della mdp e l'intensa performance degli attori riesce in un compito arduo e difficile.
Una famiglia disfunzionale e non parlo della differenza d'età dei genitori, quasi trent'anni, ma per la mancanza di sentimenti sostituiti dal controllo e dalla possessione, lasciato tutto in mano a Bacon (sempre in parte anche se leggermente defilato) al quale viene chiesto di dare quel contributo in più caricandosi il film sulle spalle come padre schiavo delle proprie angosce in perenne lotta contro la logica, le deformità del tempo e la propria schizofrenia che cresce come il senso di colpa legato all'ipotetico omicidio della ex moglie.

martedì 14 luglio 2020

1BR


Titolo: 1BR
Regia: David Marmor
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Sarah trova una stanzetta negli Asilo Del Mar Apartments, pensa di aver fatto tombola. Situata in una strada tranquilla di Los Angeles, ha molto spazio, affittuari amichevoli, barbecue di gruppo e persino un simpatico vicino di casa. Ma trattandosi di L.A., non tutto è come sembra: forti rumori iniziano a tenerla sveglia di notte; il suo gatto scompare; tutti sembrano essere un po’ troppo disponibili e cordiali, tranne lo strano Lester. Presto, Sarah scopre di non aver scelto questo appartamento, ma di esser stata scelta.

L'esordio di Marmor prende a piene mani da Polanski e Laugier per un dramma su una ragazza in piena crisi depressiva che sceglie quello che sembra un luogo perfetto con una comunità di vicini molto uniti, ma poi..1BR è un film che ha sicuramente tanti spunti interessanti, alcuni se li gioca abbastanza velocemente e male, dando dal secondo atto un'impostazione tutta legata sul sacrificio, il martirio e la tortura. Sprazzi di thriller psicologico, splatter in alcune scene a profusione (i chiodi alle mani) lasciando la povera Sarah, aiutata da un'amica, a vedersela contro un gruppo di persone disposte a tutto pur di seguire le regole con cui vengono auto disciplinate dal loro leader.
L'aspetto più interessante di 1BR è la parte iniziale in cui vengono seminati elementi che ci portano troppo velocemente a intuire come verrà strutturato il dramma, ma la psicologia dei personaggi e il loro "leader" risultano perlomeno funzionali alla narrazione. Il film traballa quando diventa un vero e proprio horror con tanto di revenge della final girl di turno puntando tutto sulle efferatezze a cui i membri fanno ricorso per avere l'obbedienza assoluta dei propri componenti.
A parte questa confusione di voler inserire troppi elementi il film mantiene comunque un bel ritmo e sa scavare nel torbido più profondo soprattutto nei dialoghi tra alcuni personaggi. Il film è prodotto dalla Dark Sky Films, famosa per House of the devil, The Innkeepers, Stake LandDeathgasm e We are still here