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lunedì 6 marzo 2017

Frantz

Titolo: Frantz
Regia: Francois Ozon
Anno: 2016
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Germania 1919. Una giovane donna si raccoglie ogni giorno sulla tomba del fidanzato caduto al fronte. La sua routine è rotta dall'incontro con Adrien, soldato francese sopravvissuto all'orrore delle trincee. La presenza silenziosa e commossa del ragazzo colpisce Anna che lo accoglie e solleva di nuovo il suo sguardo sul mondo. Adrien si rivela vecchio amico di Frantz, conosciuto a Parigi e frequentato tra musei e Café. Entrato in seno alla famiglia dell'uomo, diventa proiezione e conforto per i suoi genitori che assecondano la simpatia di Anna per Adrien. Ma il mondo fuori non ha guarito le ferite e si oppone a quel sentimento insorgente. Adrien, schiacciato dal rancore collettivo e da un rimorso che cova nel profondo, si confessa con Anna e rientra in Francia. Spetta a lei decidere cosa fare di quella rivelazione.

Che bell'affresco romantico, triste e allo stesso tempo raffinato l'ultimo film di Ozon.
Un viaggio alla riscoperta di sensazioni e tragedie ispirato da una pièce del dopoguerra di Maurice Rostand. Nel suo ultimo film l'autore francese si confronta con la menzogna in una storia d'epoca stilisticamente perfetta e recitata da un ottimo cast che riesce a fare la differenza.
Il noto regista francese sembra prediligere proprio questo tema della menzogna sviscerandolo all'interno del film e allo stesso tempo mostrando la durezza ma soprattutto l'enorme fragilità della coppia di protagonisti e della famiglia che ospita Anna.
Frantz sembra un quadro, un omaggio a tanti pittori d'epoca e agli anni trascorsi subito dopo la prima mondiale (ricorda il centenario) in una Germania testarda e molto orgogliosa che ancora doveva fare i conti con quanto sarebbe successo più avanti e che la dice lunga in un dialogo tra professori all'interno di un locale davanti ad una birra. In pochi minuti il dialogo coglie tutti gli aspetti e le problematiche di un paese e il suo duro rapporto con i forestieri.
La trama riesce a rapire subito lo spettatore sconvolgendo la psiche con una rapidità incredibile portando a riflessioni, pensieri, in fondo a tutto quello che il buon cinema con pochi elementi ma con astuzia riesce a portare a compimento per creare pathos e atmosfera.
Dal punto di vista tecnico il b/n fotografa e sonda tutti quei micro elementi che lo spettatore capta durante la visione in modo elegante e delicato e il racconto vuole essere un'esamina su quanto difficile sia trasformare la condivisione della perdita in un sentimento positivo, senza contare i dialoghi e le battute tra Adrien e Anna in alcuni momenti riescono ad essere davvero commoventi.