Visualizzazione post con etichetta Zombie. Mostra tutti i post
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sabato 30 settembre 2023

Wendell and Wild


Titolo: Wendell and Wild
Regia: Henry Selick
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Dal duo squisitamente diabolico formato da Henry Selick e Jordan Peele arriva la storia di Kat. Per poter iniziare una nuova vita nella sua città natale, un'adolescente problematica tormentata dal proprio passato deve affrontare i suoi demoni personali, Wendell e Wild.

Selick è una di quelle divinità dell'animazione in stop motion che bisogna venerare e che appartiene a quel pantheon con pochi e selezionati eletti. Purtroppo non ha creato molte opere ma quelle che ha fatto sono dei capolavori e dei cult indimenticabili. Opere profonde che mischiano i generi che profumano di horror, che mettono in scena drammi umani ma che allo stesso tempo sanno adattarsi ad ogni target possibile. Per questo credo in queste divinità e nel loro modo di plasmare l'inferno e di metterlo in scena in maniera unica e originale. Di unire comunità per bambini diversi e allo stesso tempo parlare di zombie, di crescita, di magia nera e di molto altro ancora partendo da un incidente scatenante davvero drammatico. Il nome del film poi non è nemmeno quello della protagonista ma dei faccendieri di Belzebù. Un film che a differenza delle opere precedenti di Selick crea forse troppo e diventa un tornado di anime che trascina con sè troppi elementi e storie senza mai concentrarsi davvero su una di queste, tant'è che Kat alle volte sembra messa da parte.
Eppure ha così tanta fantasia e cinema al suo interno, diventando un cocktail esagitato di generi e sotto generi senza limitarsi mai ma aumentando ancora di più la sua forza e i suoi elementi magici all'interno

domenica 3 settembre 2023

Resident Evil-Death Island


Titolo: Resident Evil-Death Island
Regia: Eiichirō Hasumi
Anno: 2023
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

Jill Valentine è alle prese con un'epidemia di zombie e un nuovo virus T, mentre Leon Kennedy è sulle tracce di uno scienziato della Darpa rapito e Claire Redfield indaga su un mostruoso pesce che sta uccidendo le balene nella baia.
 
Era difficile fare peggio dopo gli ultimi tremendi risultati parlando soltanto dei lavori d'animazione della saga. VENDETTA, DAMNATION dove forse l'unico a salvarsi era DEGENERATION.
Ora questo è il sequel dell'ultimo, mette insieme tutti i personaggi e li spedisce in un'isola alla Alcatraz dove un vecchio collega ormai impazzito vuole spedire il virus (che ormai si diffonde nell'aria o grazie alle punture di insetti e nanotecnologie) e sterminare il mondo facendosi pagare dai paesi cifre milionarie per avere l'antidoto. Abbiamo pochi mostri, la solita trasformazione finale del nemico che si inietta qualcosa che lo rende abnorme e molta caratterizzazione dei personaggi lasciata ai posteri in un'insieme generale accettabile ma con un ritmo che fatica in più parti ad ingranare.

venerdì 11 agosto 2023

Dimensione terrore


Titolo: Dimensione terrore
Regia: Fred Dekker
Anno: 1986
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Johnny, trovato esanime vicino al corpo della fidanzata straziato da un maniaco, viene ibernato. Anni dopo, due universitari lo tolgono dal suo box per scommessa: Johnny è diventato uno zombi e strani esseri che si annidano nel suo cervello diffondono rapidamente in città il "contagio". Singolare variazione su un tema abituale nel repertorio horror.
 
Dekker rimarrà per sempre colui che ha firmato uno dei miei cult preferiti SBIRRI OLTRE LA VITA e aver prodotto SCUOLA DI MOSTRI. Anche qui prendendo a manciate da scifi anni'60 e 70' costruisce un signor film che sebbene meno grottesco e violento, riesce comunque a costruire qualcosa di buono distruggendo ancora una volta quel perbenismo americano e le confraternite. Tutti i bellocci e le cheerleaders finiranno come cavie per vermoni arrivati dall spazio.
Ed è proprio dallo spazio che arriva l'incipit per una delle scene più trash credo di tutti gli anni '80 ovvero l'inseguimento tra alieni sull'astronave dove quello che scappa finisce proprio per sparare nello spazio il terribile virus che ovviamente non potrà che finire sul nostro pianeta.
La sparatoria finale e il sacrificio dell'agente meritano una menzione in particolare per aver sfruttato bene lo splatter. Dekker e il suo amore per il cinema non possono fare a meno in questo suo film in particolare di citare Romero, Carpenter, Corman, Raimi e Landis


lunedì 10 luglio 2023

Corona Zombies




Titolo: Corona Zombies
Regia: Charles Band
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Leader politici e mass media impazziti di fronte al manifestarsi di un virus su scala mondiale, che trasforma gli esseri umani in zombi.
 
Quando non si hanno soldi si arriva addirittura a rimontare film di cui si hanno i diritti aggiungendo qualcosina per arrivare al risultato sperato. Beh la Full Moon Features la conosciamo tutti ed è un prototipo della Asylum con ancora meno soldi e con la peculiarità come in questo caso di voler battere tutti sul tempo per un chiaro film trash dove tra le scene nuove sicuramente c'è quella iniziale della Cameron che guarda il tg mentre è al telefono e scopre di questo Corona Virus in una specie di notiziario che prende in giro politici e leader nazionali. Ovviamente ci sarà nel finale un'intrusione in casa sua. Qualche scena come il soldato che perde la testa stuzzicando gli zombies e facendo un balletto attorno a loro per poi finire male, come qualche morte interessante soprattutto su eroi a cui non conviene affezionarsi c'è ma è davvero qualcosa di risibile. Il film è squallido quanto deve, ricorda troppo VIRUS di Mattei da cui prende quasi tutto e miscela con un montaggio a volte inguardabile se si pensa alla difficoltà che può esserci nell'assembramento di film diversi cercando di dare un senso originale all'operazione sfiorando volontariamente un brutto impatto con quanto di più nostalgico non ci si aspettasse di vedere.

sabato 13 maggio 2023

Virus 32


Titolo: Virus 32
Regia: Gustavo Hernández
Anno: 2022
Paese: Uruguay
Giudizio: 3/5

Iris è una madre single che lavora come guardiana notturna in uno sporting club abbandonato. Dal momento che non ha nessuno che può prendersi cura della figlia Tata, è costretta a portarsi dietro, al lavoro, la sua bambina di 8 anni. In apparenza non ci sono pericoli: durante il suo giro di ronda, la piccola può giocare indisturbata, mentre la madre la sorveglia con l'occhio delle telecamere. Ma proprio nel momento in cui sono separate, l'edificio viene attaccato da un'orda di zombi. Iris deve ritrovare la bambina e salvarla, mentre altri sopravvissuti si rifugiano nell'edificio e minacciano la loro sopravvivenza.

Virus 32 è un film che aspettavo da tempo se non altro perchè ero interessato a vedere come in Uruguay si cimentassero con un sotto genere del'horror così abusato. A differenza dell'idea dei 32 secondi che non ho trovato poi così originale, funziona molto bene nel film l'atmosfera, l'ansia che Iris e figlia trasmettono, il fatto di aver sfruttato molto bene un'unica location e un make up interessante. Dal piano sequenza iniziale si denota subito come sia precipitata la civiltà e l'elemento assurdo è che nonostante assistiamo ad attacchi degli zombie a danno degli umani, giacchè gli eventi sembrano isolati, il resto delle persone vive tranquillamente quasi come se non volesse vedere ciò che sta capitando. Sequenze ben orchestrate, interpretazioni convincenti, più tensione e meno splatter, Virus 32 ha saputo trovare dei piccoli ma ingegnosi cavilli in grado di offrire agli abituali e sempre più esigenti cultori della materia o semplici appassionati delle varianti sul tema.

domenica 20 novembre 2022

V/h/s 94


Titolo: V/h/s 94
Regia: AA,VV
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Un misterioso nastro VHS conduce una squadra di polizia S.W.A.T. alla scoperta di un culto sinistro, che colleziona materiale preregistrato dall'aspetto inquietante. Ogni video nasconde una storia e ne vengono visionati quattro. In Storm drain la giornalista di Channel 6 - Holly Marciano - indaga, assieme al cameraman Jeff, sulla leggenda dell'Uomo Ratto, una strana creatura metà uomo e metà topo. The empty wake racconta di una giovane donna, Hayley, sola di notte in una sala di pompe funebri, decisa a condurre una veglia funebre. Il tempo passa, senza che nessun visitatore acceda al locale, sino a quando la sua attenzione viene attratta da rumori provenire dall'interno della bara. The subject, propone un'unità di polizia che irrompe nel laboratorio di uno scienziato folle, il Dr. James Suhendra, intenzionato a trasformare le persone in cyborg. Infine, in Terror assistiamo alle attività di un gruppo di estremisti armati, denominato "First Patriots Movement Militia", che sta pianificando di assaltare un edificio federale facendo ricorso a una mostruosa creatura.

V/h/s 94 come sempre è una piccola antologia sporca e cattiva, lurida e piena di cose che nessuno vorrebbe mai vedere per questo la trovo una delle antologie horror migliori degli ultimi anni. Semplicemente è libera da ogni freno inibitore che tante altre serie per problemi di distribuzione, target da rispettare, non hanno quella presunzione e quel wtf che in questa saga invece naviga libero da ogni regola e schema. C'è anche da dire che non sono proprio tutti riusciti, ci sono i soliti alti e bassi ma qui con Storm e Subject si naviga molto in alto mentre tutti gli altri rimangono comunque ben al di sopra della sufficienza. Insomma una bella sorpresa dopo l'ultimo VIRAL del 2014 una delusione totale. Sette, bifolchi estremisti alle prese con qualcosa più grande di loro, rituali per svegliare i morti, creature che vivono nelle fogne è vengono adorati come una divinità e infine esperimenti a danno di esseri umani per i piani folli di un medico sadico e pazzo. Tutto questo poi come sempre per i mockumentary sporcando ed elaborando le riprese in formato vhs deperito con sputinature e salti di immagine disturbandola e spesso falciandola di netto per poi riprenderla.

sabato 18 giugno 2022

Love, death and robots-Season 3


Titolo: Love, death and robots-Season 3
Regia: AA,VV
Anno: 2022
Paese: Usa
Stagione: 3
Episodi: 6
Giudizio: 4/5

1-Tre robot: anche qui si riparte con il trio di robot, in un episodio divertente ma anche cinico e soprattutto post-apocalittico. L'uomo non fa che promuovere armamenti nucleari e guerra allora chi è veramente il prescelto a finire su Marte e forse iniziare una nuova era? Non di certo l'uomo.
2-Un brutto viaggio: straordinario. Solitario. Survival mood. Melville, Poe, e molti altri sono i contagiati prescelti per questo episodio tutto a mare su una nave dove una creatura farà strage dei marinai cercando una vittima sacrificale per il suo piano..crudo, violento, sovrannaturale..la bestia che riesce a comunicare con il sopravvissuto usando uno dei corpi delle vittime è uno dei momenti più alti del corto.
3-La pulsazione della macchina: forse siamo di fronte ad uno degli episodi più onirici, visionari e scifi di tutto il progetto con deviazioni cyberpunk. Per salvare la specie si varcano i satelliti naturali di Giove, dove avviene l'incidente e si perde la speranza sopraggiungendo i farmaci, le droghe, per provare a dare ancora un senso alla ricerca di qualcosa che non è facile spiegare..allucinato come il viaggio della protagonista e gli incubi dove comincia a vedere la realtà attorno a sè astratta e bidimesionale e dove il confine tra realtà e follia diventa sempre più labile.
4-La notte dei minimorti: a seguito di un incidente clamorosamente ironico, i non morti prendono il sopravvento e fanno manbassa degli umani in tutte le zone del mondo. Impossibile contrastarli. Con uno stile ipertrofico e un ritmo incredibile..
5-Morte allo squadrone della morte: totale. Scott, Cameroun, tutta l'azione di uno squadrone che sembra uscito da Alien(s) in lotta contro un orso mutante quasi impossibile da abbattere. Splatter, distruzione, esplosioni, di tutto e di più senza far mancare quella violenza devastante in uno dei corti meglio confezionati dove seppur gli intenti e il senso di fondo sono assai banali, il potere dell'intrattenimento e del ritmo trova un impatto deflagrante
6-Sciame: tanta scifi anche qui alle prese con una frontiera spaziale con due scienziati cyborg alle prese con una razza aliena insettoide dovendo appurare se la razza in sè è in grado di pensare e dotata di capacità intellettive. Una riflessione con sfumature filosofiche sull'altro alieno dove la paura e la curiosità si fondono per entrare in uno scenario visivamente molto imponente e ricco capace di lasciare diverse riflessioni.
7-Mason e i ratti: dall'Irlanda un vecchio che vuole sterminare famiglie intere di ratti mercenari armate che non vogliono proprio lasciare la fattoria in cui vivono. Il vecchio che fa parte della vecchia scuola non riuscendo a stanarli chiederà l'ausilio delle armi hi-tech. Il risultato è un abominio più letale degli stessi topi che il vecchio non potrà sopportare a lungo..a tratti commovente, violento e truculento dove ancora una volta viene demonizzata la tecnologia..
8-Sepolti in sale a volta: un'altra chicca con uno stile visivo eccellente, sembra quasi di vedere un film vero e proprio portando al top l'animazione videoludica in un progetto d'animazione. Quasi lovecraftiano per certi aspetti dove le montagne della follia sono il crepuscolo dove una squadra dei corpi speciali arriva nelle grotte dell'Afganistan per recuperare un'ostaggio prigioniero dei terroristi ma quello che troveranno mano a mano che scendono nelle profondità della terra sembra essere puro male. Una metafora sulla guerra, sull'invasione e su molto altro ancora.
9-Jibaro: folklore e mitologia, relazioni tossiche, in questo splendido affresco con uno stile minimale, un'animazione esemplare seppur non esente da difetti per l'incredibile complessità con la quale è stata realizzata. Un amore così violento e impossibile che lascerà basiti lasciando da parte i dialoghi e comunicando solo di sguardi e movimenti del corpo. Cruenta, feroce, senza lieti fini, ma lirismo puro. Una vera perla per uno dei corti top dell'intero progetto.

ABCs of death 2


Titolo: ABCs of death 2
Regia: AA,VV
Anno: 2014
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Sequel della più ambiziosa antologia cinematografica mai realizzata. Ciascuno dei 26 registi coinvolti - tra i massimi talenti a livello mondiale del cinema contemporaneo - dirige uno dei 26 capitoli individuali, libero di scegliere una parola - che inizia con la lettera a lui assegnata - per creare una storia dedicata alla morte.

Anche qui troviamo alcuni dei master dell'horror contemporaneo: Robert Morgan , Aharon Keshales e Navot Papushado, Jim Hosking, Jen e Sylvia Soska, Vincenzo Natali, Steven Kostanski, Julien Maury e Alexandre Bustillo. Nonostante la critica abbia bocciato il primo capitolo per dare risalto a questo secondo penso invece che in un modo o nell'altro siano sullo stesso piano anche se in questa seconda tranche sicuramente si verte meno sul weird quindi sulle flautulenze e le merde assassine del primo capitolo.
A is for Amateur (di E. L. Katz) è assolutamente ironico e grottesco allo stesso tempo dove un killer rimane imprigionato nell'impianto di ventilazione ma riuscirà lo stesso, anche da morto, a svolgere la propria missione.
B is for Badger (J. Barratt) Barratt al suo esordio dirige un mockumentary sulle radiazioni e delle talpe cannibale in pochissimi minuti se non fosse che non le vediamo mai..ma di per sè la prova non è affatto male
C is for Capital Punishment (J. Gilbey) un uomo viene incolpato ingiustamente per la morte di una ragazzina di cui non è il responsabile. Finirà davvero molto male..
D is for Deloused (R. Morgan) R.Morgan non compare tra i registi eppure il suo corto in stop motion è forse uno dei risultati più originali, malati che meglio coglie lo spirito del progetto
I is for Invincible (E. Matti) sembra la parodia dei classici risultati in cui si cerca di uccidere i parenti per avere l'eredità..ma con gli ultracentenari sarà molto difficile.
J is for Jesus (D. Ramalho) un torture porn lgbt su un omosessuale che come Gesù torna in vita per vendicare il suo compagno..blasfemo ma originale
O is for Ochlocracy (H. Ohata) una corte di morti viventi giudica una donna per aver ucciso alcuni di loro..
W is for Wish (S. Kostanski) chi, da bambino, non ha mai desiderato di vivere le avventure del suo eroe preferito?
Ecco, gli (s)fortunati ragazzini protagonisti di questo corto scopriranno, a loro spese, che il loro sogno è diventato realtà. Crudelissimo, violentissimo, bellissimo dall'autore di Psycho Goreman e Manborg.


sabato 5 marzo 2022

Non siamo più vivi


Titolo: Non siamo più vivi
Regia: AA,VV
Anno: 2022
Paese: Corea del Sud
Stagione: 1
Episodi: 12
Giudizio: 3/5

In una scuola superiore sudcoreana, in una cittadina non troppo lontana da Seoul, dilaga il bullismo. Una vittima dei prepotenti è incapace di difendersi e preside e docenti non sono riusciti ad aiutarlo. Suo padre, professore nello stesso istituto, disperato per l'impotenza decide di sperimentare su di lui un siero che ne aumenti l'aggressività. Il risultato lo trasforma però in zombie e presto l'esperimento sfugge al controllo dell'uomo, infettando una studentessa che diffonde la piaga non solo a scuola ma pure in città...
 
Una delle battute iconiche della serie riguarda il fatto che quando ormai sembra superato l'incubo pandemico del Covid arrivi questa nuova piaga del virus zombie.
Negli ultimi anni i coreani hanno dimostrato di saper trattare molto bene anche la variante horror legato agli zombie o gli infetti (perchè in questa serie non troviamo solo zombie, ma anche metà-umani e altro) basti pensare a Train to BusanPeninsula, ALIVE e Seoul Station.
Qui ci troviamo per la maggior parte degli episodi in una di quelle scuole coreane mastodontiche che sembrano l'equivalente di un campus universitario allargato. Solo verso il finale troviamo delle postazioni militari dove vengono inseriti i sospetti a fare la quarantena, una porzione di città, qualche abitazione e l'inferno da dove il professore racconta come si è sviluppato il virus con sottofondo moglie e figlio zombizzati. Ci sono tanti personaggi, perlopiù studenti, alcuni caratterizzati molto bene, altri meno. Alcuni muoiono con una facilità allarmante e altri scoprono i privilegi di essere zombizzati solo a metà per poter poi nascondere alla società la loro metamorfosi.
Ci sono tante storie raccontate su diversi piani.
Il gruppo di studenti protagonisti e le loro vicissitudini, il loro istinto di sopravvivenza, il coraggio, il sacrificio, le storie d'amore e poi i tradimenti e la vigliaccheria. Poi si strutturano parallelamente le storie dell'insegnante con una studentessa colpevole di aver trasmesso il virus ad uno studente, due arcieri facente parte della squadra nazionale che incontrano una bulletta e un altro studente, i due emarginati che vogliono farla finita ma invece periscono anche loro alle tragedie imminenti, un bullo e la sua vendetta personale nei confronti di uno studente, un padre vigile del fuoco alla ricerca della figlia e per finire l'indagine di un ispettore che cerca disperatamente il pc del professore pazzo per fermare il virus.
Racconto di formazione, la sfiducia verso le istituzioni e gli adulti, denuncia sociale, bullismo, humor e drammi sentimentali e familiari, il coming of age, All of Us Are Dead sembra non far mancare nulla in termini di intrattenimento e cliffangher usando spesso degli escamotage interessanti e non così banali. Gli unici punti deboli arrivano a volte da dialoghi troppo lenti e melensi, storie d'amore noiose e che servono solo a far passare i minuti, qualche ingenuità di troppo ma per fortuna il lato interessante è vedere ,moltissimi protagonisti morire quando uno meno se lo aspetta e come sempre la crudeltà umana che supera quella di ogni mostro.

venerdì 4 febbraio 2022

Resident Evil(2021)


Titolo: Resident Evil(2021)
Regia: Johannes Roberts
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Un gruppo di sopravvissuti cerca di scoprire la verità dietro la malvagia Umbrella Corporation. Nel frattempo, combattono zombie assetati di sangue nelle terre desolate di Raccoon City.
 
Roberts è meglio se ritorna a dirigere shark-movie. Qui in qualità di mestierante viene messo alla regia di un reboot che già aveva deluso con una brutta e lunghissima saga dove l'unica cosa bella era ovviamente la Jovovich. Qui si fa davvero fatica a salvare qualcosa nonostante un'atmosfera specie nella parte iniziale e all'inizio del secondo atto che mi aveva ricordato Silent Hill.
Purtroppo però pur essendo un b-movie con un budget discreto, il film rovina ogni cosa buona a partire dagli zombie davvero in una pessima c.g e scene d'azione assolutamente non sense, come la bambina che spacca il collo in un combattimento corpo a corpo senza armi ad una delle creature più forti della saga. I personaggi vengono inseriti tutti come per cercare più empatia possibile ma finendo con la voglia e il bisogno di odiarli tutti. Tipica mossa di marketing per cercare di portare più acqua al proprio mulino sperando così di poter dare vita a un'altra saga piena di sequel di cui sinceramente nessuno sente il bisogno. Molto meglio i lungometraggi d'animazione in 3D, Resident Evil -VendettaResident Evil-DamnationResident Evil-Degeneration (quest'ultimo il migliore dei tre) se volete qualcosa di decente.

lunedì 16 agosto 2021

Alba dei morti viventi (2004)


Titolo: Alba dei morti viventi (2004)
Regia: Zack Snyder
Anno: 2004
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Di fronte ad un attacco di zombie un gruppo di persone si barrica all'interno di un centro commerciale nel tentativo di difendersi.
 
Il remake del cult di Romero è affidato a quello Snyder che divide critica e pubblico come Michael Bay e altri mestieranti di Hollywood che amano farcire e fare un uso esagerato di c.g a dispetto della classicità con cui gli autori affrontano le proprie opere. In questo caso per quest'horror-buster lo stile di Snyder ci poteva anche stare, seguendo per fortuna non in maniera copia/incolla il film del 1979 ma rendendolo più pop e pulp per alcuni aspetti. Di sicuro non annoia anche se alcuni personaggi risultano caratterizzati male, le scene d'azione sono violente ma mai spettacolari e il bimbo-zombie sortisce l'effetto inverso risultando di pessimo gusto. Allo stesso tempo la donna obesa così come il vicino del palazzo accanto sono scelte funzionali per un film che di fatto racconta la mattanza tra umani rimasti intrappolati in un centro commerciale e zombie.
L'elemento che poteva fare la differenza era la sceneggiatura di quel pazzo di James Gunn dove infatti quel poco di buono si salva grazie ai colpi di scena e non ad una regia pubblicitaria e videoclippara per amanti vidioti dei colpi bassi

mercoledì 2 giugno 2021

Army of the dead


Titolo: Army of the dead
Regia: Zack Snyder
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un convoglio militare statunitense sta trasportando un carico sconosciuto dall'Area 51 quando viene investito da un'auto guidata da due sposini distratti da una fellatio on the road. Dal contenitore fuoriesce uno zombie sovrumano che uccide i soldati e ne infetta due.
 
Snyder non mi ha mai entusiasmato e ho preferito di gran lunga ALBA DEI MORTI VIVENTI, un roboante remake dove almeno l'equilibrio e l'atmosfera erano controllati a dovere a differenza di questo ennesimo film di zombie che forse nessuno, a parte Snyder, voleva.
E se non sono supereroi o battaglie alle termopoli o adattamenti da fumetti, o cartoni tratti da una serie di libri, quando in più l'autore fa un salto d'ambizione e produce, scrive, sceneggia e infine dirige una cagata pazzesca dalle aspirazioni altissime come Sucker Punch non resta molto altro da dire.
Army of the dead ripensandoci non è poi così brutto, qualcosina dalla sua si salva per essere un popcorn movie che non fa mai paura, un giocattolo scanzonato che vuole essere serioso, un’epopea action e orrorifica, uno zombie-movie di genere distopico e post-apocalittico dove gli zombie diventando intelligenti (sai che novità) e, forse, capaci di provare emozioni riproducendosi e arrivando ad avere figli. Alla fine viene come sempre esaltata l'azione, i titoli di testa cercano di dare il massimo sparaflashando di tutto e di più per arrivare ad un'unica grande esplosione che dura più di due ore e mezza. Con mastodontiche scorpacciate di effetti speciali, citazioni a profusione, una sporca dozzina da mettere insieme per scatenare un pandemonio, il granitico complesso comincia presto a vacillare diventando il solito, come poetica dell'autore, action dai muscoli grossi o meglio un massiccio mash-up tra war movie, splatter e heist-movie dove abbiamo zombie di serie A, di serie B e gli outsider come la coppia leader che ricordano il faraone e la sua sacerdotessa.

domenica 18 aprile 2021

Necro Files


Titolo: Necro Files
Regia: Matt Jaissle
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Uno spietato serial killer/necrofilo viene ucciso da un poliziotto schizoide, mentre eseguiva atti di cannibalismo sulla sua ultima vittima. Nove mesi dopo una setta di satanisti esegue un macabro rituale, nei pressi della tomba del maniaco omicida…
 
Necro Files nel suo cercare di non prendersi mai sul serio è una piacevole sorpresa girata con due lire. Trash, violento, sadico, necrofilo, torture, cannibal, slasher, splatter, sboccato, con scene di sesso e di droga senza farsi mancare sette sataniche piene di idioti che idolatrano divinità a caso.
Insomma Jaissle che non aveva niente da perdere, avrà visto i fasti della Troma, scopiazzato qualcosina da Buttgereit e Schnaas e così si è detto: facciamo un film erotico dove inserisco uno zombie con un fallo gigante e altre stramberie dove la palma d'oro la vince il bambolotto volante che con un verso agghiacciante insegue le sue vittime per ucciderle.
Si passa dal non sense generale a momenti di ilarità e risate sguaiate per un film bifolco e stupido talmente assurdo e brutto da diventare sublime ma che dalla sua vale molto di pù di centinaia di pellicole sugli zombie viste e riviste.
Qui il tasso di idiozia è ai livelli massimi, il livello di sciatteria è ai fasti così come la demenzialità che travolge tutto il resto facendo succedere cose senza un perchè che le giustifichi. Gente muore a caso e non si capisce bene l'obbiettivo o il percorso dello zombie.
Alcuni spoiler sulla trama: a cadere vittima della sua follia omicida -seguita a stupro- sono, nell'ordine: una coppia intenta a praticare sadomaso; un'altra alloggiata in tenda dove lei non la vuole dare al suo ragazzo che scappa via; una giovane ragazza che si diletta a sodomizzare (con enorme dildo) una bambola gonfiabile. E proprio la bambola attira l'attenzione del mostro, che se ne innamora. Peccato che dal cimitero, il corpicino del feto sacrificato, vendicativo e volante, si metta alla ricerca dello zombi, raggiungendolo per poi sgonfiare, con un morso ben assestato, la bambola. E porre così fine alla romantica love story.

lunedì 4 gennaio 2021

Last Men


Titolo: Last Men
Regia: Adrien Jeannot
Anno: 2020
Paese: Francia
Festival: Capri, Hollywood
Giudizio: 3/5

In un paesaggio desertico, quasi apocalittico, un giovane uomo fugge inseguito da uno zombie. Una corse incessante, continua, che non accenna a fermarsi. Fino a quando l’unico sopravvissuto delle razza umana prende una decisione e costringe il suo inseguitore a interrompere la corsa.

Jeannot prende in prestito l'idea di It stainds at the sands red, con uno zombie che insegue la protagonista per tutto il film, per ribaltare il concetto e farci scoprire (l'elemento nascosto inizialmente è la parte più bella del corto) un protagonista che deve al suo inseguitore la vita dal momento che è stato salvato grazie a lui. Un sacrificio involontario che ha portato il nostro protagonista a tenersi accollato il suo salvatore/predatore fino al colpo di scena finale.



martedì 15 settembre 2020

Peninsula


Titolo: Peninsula
Regia: Sang-ho Yeon
Anno: 2020
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 3/5

Dong-WonGang è un ex soldato che riesce a fuggire dalla penisola coreana, luogo ormai infestato da zombi e trasformata in un ghetto da altre nazioni che cercano di fermare la diffusione del virus. Rimandato con un equipaggio in missione per recuperare qualcosa, l'uomo entra nel porto di Incheon per raggiungere Seoul ma viene attaccato. Qui scoprirà che sulla penisola sono presenti ancora molti sopravvissuti non ancora infettati.

Senza riuscire ad eguagliare i fasti del suo predecessore, Peninsula è l'esatto opposto scegliendo l'esterno e gli spazi aperti a differenza della location isolata, il treno, del primo capitolo.
Sembra esserci tanta carne al fuoco ma in realtà non è così. Il film è girato in maniera come sempre stratosferica dai coreani che dimostrano una tecnica e una perizia nei particolari e nella fotografia come nella messa in scena assolutamente perfetta. La storia è un banale pretesto per mandare un manipolo di anti eroi in mezzo alla pandemia e in un'isola ormai abbandonata dal resto del mondo come dicono alcuni americani intervistati, consapevoli che il virus ha toccato solo quella parte dell'Oriente. Tante sparatorie, inseguimenti, sub culture che cercano di sopravvivere creando comunità dedite al dominio e a trovare schiavi da far massacrare dagli zombie in giochi malsani e perversi. Dong troverà come Jena Plissken (la trama da b movie è quella) aiutanti e traditori, corrotti e bambine prodigio, gregari e vittime sacrificali. Peninsula non ha nulla di quella critica di Train to Busan
 e quando prova a ricercarla è tiepida diventando una corsa contro il tempo dove si cerca di catturare insieme più zombie possibili con una c.g a volte esagerata come nelle scene in macchina dove Min-jeong sembra conoscere a memoria tutte le strade e le scorciatoie possibili.
Un film godibile per gli appassionati e per coloro che cercano come sempre un prodotto superiore alla media per tecnica e messa in scena ma che rimarrà sotto le righe per quanto concerne la storia e l'idea alla base che faceva presagire a qualcosa di più complesso e ambizioso.

Blood quantum


Titolo: Blood quantum
Regia: Jeff Barnaby
Anno: 2019
Paese: Canada
Giudizio: 3/5

La riserva indiana di Red Crow è presa d’assalto da un’improvvisa epidemia di zombi, che infetta uomini e animali spingendoli a trasformarsi in esseri affamati, arrabbiati e feroci. L’epidemia riguarda solo i bianchi, mentre i nativi americani ne sono immuni. In poco tempo il morbo dilaga, e tocca allo sceriffo Traylor, e alla sua famiglia, organizzare la resistenza per poter dare un futuro al genere umano…

Al suo secondo film, Barnaby mezzo nativo pure lui, firma un film apparentemente complesso che dopo l'incidente scatenante diventa il classico zombie movie con l'unico espediente in più che vede i nativi a non poter contrarre il virus.
L'inizio, tutto il primo atto, risulta la parte migliore del film, dove tutto lascia presagire a qualcosa che sta sconvolgendo gli equilibri come la bellissima scena dei salmoni e del cane che tornano in vita. Da qui in avanti tra salti temporali, si passa a sei mesi dopo, l'opera nonostante una crudeltà di fondo e senza lesinare sulla violenza e sul gore, diventa abbastanza prevedibile a parte la mattanza dei protagonisti che muoiono male quasi tutti.
Più che un film politico o socio-culturale, l'etnia da sempre defraudata e oppressa diventa l'unica in grado di salvarsi per una non meglio precisata caratteristica del dna, può dal canto suo essere interessante trovando una variante originale, ma il film procede in un'unica direzione e dopo ciò, la narrazione e le idee sembrano esaurirsi velocemente fino ad un finale telefonato.
Alcune scene comunque rimangono impresse, una su tutte quella dell'evirazione ai danni di Lysol da una piccola lolita zombesca.

lunedì 20 luglio 2020

Yummy


Titolo: Yummy
Regia: Lars Damoiseaux
Anno: 2019
Paese: Belgio
Giudizio: 3/5

Una giovane coppia si reca in un malandato ospedale nell'Europa dell'Est per un intervento di chirurgia plastica a basso costo. La ragazza desidera ridursi il seno nello stesso posto in cui la madre si sottoporrà all'ennesimo lifting. Ritrovandosi in un reparto abbandonato, il fidanzato si imbatte in una ragazza, imbavagliata e legata a un tavolo operatorio. Si è appena sottoposta a un trattamento sperimentale di ringiovanimento ed egli la libera, inconsapevole di aver dato via libera a un virus che trasformerà medici, pazienti e suocera in zombie assetati di sangue.

Dal Belgio un horror sugli zombie pieno di ironia e scene divertenti. Damoiseaux sfrutta soprattutto nell'idea una formula abbastanza astuta e di certo funzionale nel mischiare grottesco, scene di sesso, nudi, operazioni per farsi allungare il pene o accorciare il seno con la voglia poi per alcune milf di rimanere sempre giovani. Dosando splatter e dialoghi ai limiti del ridicolo, in alcuni casi, ci si diverte molto con questo film che solo nel terzo atto risulta monotono anche se il climax finale fa crollare qualsiasi happy ending.
Zombie, piccole creature da laboratorio, il sosia si Gosling. Yummy è stato definito come "un'orgia di sangue, violenza e divertimento", sfruttando i soliti clichè e stereotipi del genere per regalare ritmo e forte intrattenimento sfruttando il pretesto dello zombie come formula avariata per un esperimento al fine di ringiovanire i pazienti. Le scene esilaranti comunque ci sono e per fortuna non sono poche come l'uomo a cui prende fuoco il cazzo o via dicendo fino a un'epidemia finale che dalle fogne e nonostante l'intervento dell'esercito sembra propagarsi in tutto il mondo.

mercoledì 22 gennaio 2020

History of horror


Titolo: History of horror
Regia: Ely Roth
Anno: 2018
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 7
Giudizio: 3/5

E'un progetto complesso, didascalico, citazionista, un compendio di tutto quel vocabolario horror che i fan di genere conoscono a memoria e di cui questi episodi contengono quelle rare prelibatezza che in parte ci erano sfuggite.
Siamo di fronte a AMC Visionaries: Eli Roth’s History of Horror, docu-serie tv in 7 puntate facente parte di un nuovo show della AMC, che Roth ha voluto fare a tutti i costi come una sorta di banca della memoria di alcuni grandi maestri, delle loro testimonianze viventi con interviste ai più grandi rimasti e le loro storie, esperienze e curiosità e soprattutto retroscena.
Tanti gli ospiti, da quelli a lungo termine come alle comparse. Nomi sulla bocca di tutti che prevedono scrittori, registi, sceneggiatori, attori, produttori. King, Tarantino, Peele, Blum, Englund, Blair, Zombie, Nicotero, Curtis, Elijah Wood, Landis, Linda Blair, Jack Black, Hedren, etc.
7 episodi per sette tematiche differenti che vanno dallo slasher in due puntate, possessioni demoniache, mostri, vampiri e fantasmi.
History of horror è una sfida in parte vinta se contiamo che progetti di questo tipo sono atipici, quanto allo stesso tempo una carrellata di notizie che tutti i fanatici dell'horror conoscono quasi a memoria fatta eccezione per le curiosità legate a particolari sul set a detta degli autori.
Resta comunque una visione molto convincente, con tanti spezzoni di cult dell'horror, dell'analisi di un sotto genere che piace più alle donne che agli uomini, l'impatto che i singoli aspetti hanno avuto sulla società e sull'immaginario collettivo e che negli ultimi anni è diventato un fenomeno di massa con produttori assatanati e saghe interminabili e opinabili con tanto tempo rubato da saghe come TWILIGHT o THE WALKIND DEAD e in tutto questo, tantissimo cinema che rimane fuori, ai posteri, e che avrebbe dovuto chiamarsi forse History of American horror.
Se si pensa che proprio Roth che ama il cinema di genere italiano e avendo fatto dei remake molto discutibili tenga fuori Bava, Argento, Fulci, Deodato e tanti altri senza stare a pensare al cinema europeo come quello orientale, l'operazione fa storcere il naso sperando che se ci sarà un futuro, verrà analizzato anche un altro continente e il peso specifico che ha comportato in parte per la nascita del cinema horror americano.
Gli episodi hanno comunque un buon ritmo alternando sketch, frasi memorabili, scene indimenticabili e diventate cult per alcuni film, il tutto in una durata di 40'.


venerdì 10 gennaio 2020

Zombieland-Doppio colpo


Titolo: Zombieland-Doppio colpo
Regia: Ruben Fleischer
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Da dieci anni Tallahassee, Columbus, Wichita e Little Rock affrontano zombie armati di fucili d'assalto. In dieci anni hanno imparato a intendersi e a condividere il quotidiano. Insieme formano una 'sacra famiglia' che vive alla Casa Bianca, bonificata dagli zombie e creativamente personalizzata. Tra lo studio ovale e la camera da letto di Lincoln, Columbus vorrebbe sposare Wichita, che esita, e Tallahassee trattenere Little Rock, che vuole lasciare il nido. Fuori intanto gli zombie evolvono per sopravvivere agli uomini. Ma sono i conflitti familiari la sfida più ardua da vincere.

Sono passati dieci anni e l'unico ad invecchiare bene è Bill Murray nel solito fantastico cameo.
Era davvero così atteso questo sequel di un film che mostrava gente che ammazza zombie cercando di far ridere? I sequel sono una sfida molto dura quando non si ha una storia solida tra le mani.
Non basta aggiungere una biondina sociopatica e ninfomane per aspettarsi che gli esiti cambino a favore del film. Certo qualche intuizione c'è, gli scontri sono sempre più terribili e con quel rallenty che li rende ancor più fastidiosi, e in tutto questo il meglio se lo portano a casa le scene di contrasti famigliari tra questo nucleo di persone improvvisato. Si aggiungono ancora al coro l'hyppie di turno che scappa con Little Rock sognando paradisi in cui cazzeggiare e ad un tratto esce fuori proprio senza nessun senso Rosario Dawson che si porta a letto Tallahassee. Una nuova grande famiglia per un viaggio on the road prevedibile e scontato con personaggi banali e superficiali e caratterizzati in maniera fin troppo macchiettistica.


giovedì 24 ottobre 2019

Go home-A casa loro

Titolo: Go home-A casa loro
Regia: Luna Gualano
Anno: 2018
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Roma. Viene aperto un centro d’accoglienza per migranti, e come di consueto, manifestanti di estrema destra rivendicano quelli che credono essere i loro diritti, con un picchetto al di fuori dell’edificio. D’un tratto l’impossibile: un attacco zombie invade l’aria in cui è sito il centro d’accoglienza, morti o zombiezzati tutti i protestanti rimane solo Enrico, un fascistoide che in ultima istanza pensa bene di trovare rifugio anch’esso all’interno della casa d’accoglienza, nascondendo a tutti la sua vera identità.

Horror italiani indie low budget sugli zombie non sono stati tanti negli ultimi anni.
C'è stato End-L'inferno fuori di Misischia e poi più nulla se contiamo le opere che almeno dal punto di vista della produzione e della distribuzione possano definirsi decorose e non "troppo" amatoriali.
Portato a termine grazie ad un’operazione di crowdfunding, Go Home unisce intrattenimento e critica sociale, seguendo le orme di Romero e Peele, senza riuscire ad emergere come avrebbe potuto, prendendosi più sul serio e portando a casa qualche buona scena.
Come risultato non è male ma a livello tecnico i limiti del film sono evidenti così come gli sforzi di Gualano che però incappa in alcuni difetti e problemucci che non sono nemmeno solo tecnici.
Ci sono dei momenti di una banalità profonda e tanti stereotipi come il ragazzino che sogna di giocare al pallone sempre in silenzio con gli occhioni languidi, il gigante nero buono che viene dall'Africa, la madre (nonchè unica donna) sfuggita alla guerra che rincuora il figlio (sempre quello del pallone). Momenti dove nelle scene d'azione il vuoto è abissale come prova attoriale, per le scene horror che non provano nemmeno a fare paura e poi i pestaggi, soprattutto quello iniziale dove sembra che stiano dando dei passaggi alla palla e non prendendo a calci i manifestanti davanti al centro d'accoglienza. Senza stare a precisare un baio di battute davvero fuori luogo e imbarazzanti per dare ancora più consistenza al dramma dei migranti.
Zombie-movie in un centro d'accoglienza. Certo l'intuizione non è male, ma non lo era nemmeno Dead Set con gli zombie in Inghilterra che attaccavano i membri della casa del grande fratello. Quella piccola mini serie però era violenta, aveva tanto ritmo e gli zombie facevano paura. Qui la metafora dello zombie migrante funziona a tratti, i fasci fanno più paura, l'ansia non si avverte mai e Roma sta perdendo sempre di più se stessa e il film infine si aggrappa in troppi momenti a stereotipi rassicuranti.