Titolo: Dronningen
Regia: May el-Toukhy
Anno: 2019
Paese: Danimarca
Giudizio: 4/5
Una donna seduce il figliastro
adolescente mettendo a rischio la propria carriera e la sua famiglia.
Inanellando decisioni fatali che porteranno a un epilogo che non era
palesemente costruito nella sua mente.
Nel 2013 era uscito un film canadese Husband che parlava di una maestra che aveva fatto sesso con un suo
alunno e sul senso di colpa che diventava un dramma quotidiano per il
marito ovvero il protagonista del film. Di pellicole che trattano
questa tematica il film ne è pieno ma solo l'indie e il cinema
d'autore secondo me hanno tracciato bene alcune coordinate. Il dramma
che gira attorno ad entrambi i film è un tema purtroppo sempre più
attuale che sta rischiando di diventare quasi una norma, come se la
voglia di provare a fare sesso con una donna più matura non fosse
uno di quei tabù che tanti rincorrono senza per forza venir definiti
perversi.
L'ape regina, la stessa regina
assassina di Alice che taglia la testa lasciando prima un aroma di
miele che stordisce la vittima, è lo squisito ruolo della
protagonista, una bellissima e monumentale Trine Dyrholm che spacca
l'obbiettivo con le sue pose e la sua presenza seducente quanto
glaciale.
Una donna che salva i bambini abusati e
al contempo frustrata e bisognosa di iniziare un gioco in cui è solo
lei a condurre le parti verso un finale tragico ed essenziale.
Anne è un personaggio poliedrico che
agisce spesso d'impulso senza dare indizi sui suoi intenti e dalla
quale ci aspetteremmo più autorevolezza e sobrietà con se stessa.
Invece sente che la sua famiglia da favola, le case da sogno e la sua
ricchezza sta lentamente invecchiando come il suo corpo e un gioco
fatto di seduzioni e di lecito e proibito sembra ringiovanirla di
colpo sapendo però bene che Gustav ha un passato complesso e
difficile.
Stepmom e manipolazione. La
manipolazione con cui conducono il gioco i carnefici e i pedofili e
la manipolazione con cui Anne conduce il gioco con il figliastro in
un gioco delle parti dove ognuno nasconde e perdona qualcosa
all'altro, dai furti nella casa, al pc nuovo dopo aver fatto sesso
per la prima volta, tutto in un crescendo che senza diventare mai
troppo esagerato, riesce a mostrare la noia che affligge un certo
tipo di borghesia.
La verità ci dice il film non è
protetta, quando è enunciata da un adolescente, e questo chi può
saperlo meglio di Anne che quotidianamente affronta queste tragedie,
mentre la bugia pronunciata da un adulto, se manipola l’informazione,
se serve per proteggere la propria famiglia, gli ideali e la propria
identità, non conosce ostacoli arrivando a distruggere il problema
alla base e comportando così delle conseguenze inaspettate come
rivela il climax finale.