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lunedì 2 marzo 2015

Tekkonkinkreeet

Titolo: Tekkonkinkreeet
Regia: Maikeru Ariasu aka Michael  Arias
Anno: 2006
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

La città del tesoro è un luogo dove la pace si alterna alla guerra. I due eroi protagonisti, Black e White, due fratelli cresciuti in strada, cercheranno di difendere il bene dai continui attacchi criminali degli yakuza.

Come mi era capitato di vedere nell’ottimo e anarchico AACHI AND SSIPAK, lungo d’animazione coreano del 2006, anche qui si racconta di una coppia di amici.
Bambini, emarginati, costretti a vivere di stenti nell’isola dei tesori in un futuro non meglio precisato con alcune atmosfere ipnotiche e surreali.
Prima di tutto il nome. Ariasu in realtà è Michael Arias, regista californiano trapiantato a Tokyo, che gira un altro adattamento di un manga famoso.
Tekkonkinkreet cerca continuamente di scatenare azione e colpi di scena, manifesta molti spunti notevoli sia visivamente che a livello di contaminazione di stili e generi, dimenticando però, alle volte, in modo piuttosto discontinuo, una trama che non riesce ad essere così incisiva.

Quello che ancora una volta convince di più è lo stile, il character design che unisce volti nipponici androgini e corpi dalle fattezze più occidentali. Come d’altronde era già stato fatto in passato, in modo da poter creare una contaminazione diversa e affascinante, così come gli elementi più belli del film, le sequenze oniriche in cui soprattutto quella finale,lunghissima e psichedelica, è il momento in assoluto migliore di tutto il film.