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lunedì 16 novembre 2015

Station of the Cross

Titolo: Station of the Cross
Regia: Dietrich Brüggemann
Anno: 2014
Paese: Germania
Giudizio: 4/5

Maria è una quattordicenne figlia di una famiglia devota alla Società di S. Pio XII, organizzazione religiosa ortodossa che rinnega le innovazioni del Concilio Vaticano II e rivendica una dimensione stretta e oscurantista del cristianesimo. L'adolescente si trova quindi intrappolata tra le pulsioni della sua età, i corteggiamenti di alcuni ragazzi a scuola e i duri insegnamenti familiari che l'hanno convinta a mantenersi pura nel cuore per il signore. Serve a poco la presenza di una ragazza alla pari, anch'essa religiosa ma in maniera più ragionevole, Maria è convinta che i durissimi rimproveri della madre siano giusti e che il peccato sia ovunque, ad ogni angolo, in ogni parola, in ogni uomo. In armonia con tutto ciò ha infatti preso una decisione che non ha confessato ancora a nessuno.

Cosa succede in una famiglia quando domina l'ideologia.
Una domanda e una scelta di intenti così interessante e affascinante da poter creare un insieme di elementi e simboli maturi e realistici per tutto l'arco del film.
Scandito in quattordici diversi capitoli che hanno come titolo le diverse stazioni della via crucis, Kreuzweg adotta una linea minimale e statica, un quadro dopo l'altro di eventi e scelte, puntando su alcuni dialoghi di intenso spessore come ad esempio l'incipit iniziale con il gruppo di catechismo in vista del sacramento della Confermazione in un piano sequenza a camera fissa di diciassette minuti.
La tragicità della sopportazione, il fanatismo ideologico, il prete che crea dei modellini, dei soldatini di Dio è un tema che non poteva non essere affrontato, soprattutto in tempi come questi dove i monoteismi stanno vivendo momenti di crisi, modernità, rivoluzione culturale e purtroppo anche vendetta spietata.
Sono molti e complessi i temi che il regista affronta.
Il sacrificio più di tutti che può portare alla santificazione crea un filo conduttore tra tutte le stazioni diventando una componente fondamentale per intuire dove gli intenti vogliano arrivare.
Si rimane attoniti di fronte ai gesti di Maria, alla sua forza, alle spaventose reazioni del nucleo familiare, con alcuni dialoghi spirituali che creano una tensione sempre crescente.
Quando ogni piacere diventa una colpa, allora ogni sistema che non accetta altra verità che la propria… è la negazione stessa della vita, citando le parole di Anna Brüggemann, sorella del regista che ha contribuito alla stesura della sceneggiatura.

Kreuzweg non attacca la religione, porta alla riflessione il sistema iper razionale della fede cattolica, con un'ironia crudele e criticando la cultura reazionaria dell'apoteosi religiosa in questo caso cattolica.