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lunedì 24 dicembre 2018

Hannibal


Titolo: Hannibal
Regia: Ridley Scott
Anno: 2001
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Sono passati sette anni dall'evasione del dottor Hannibal Lecter dall'ospedale di massima sicurezza per criminali psicotici e, mentre continua ad essere impegnata in operazioni di polizia, l'agente FBI Clarice Sterling non riesce a toglierselo dalla mente. Anche Mason Verger, magnate psichicamente instabile, non ha dimenticato Lecter: lui, vittima numero sei, è sopravvissuto, ma è rimasto orribilmente sfigurato. Deciso a vendicarsi e consapevole dia ver bisogno di un'esca, Berger cerca di mettersi in contatto con Clarice. Nel frattempo a Firenze, in Italia, anche l'ispettore Pazzi è sulle orme di Lecter, attratto dalla grossa taglia che Verger ha messo sulla sua testa, che risolverebbe ogni suo problema. Ma il serial killer non si farà sorprendere...

Hannibal è un film che nonostante sia uscito nel 2001 non mi ha mai incuriosito avendo amato, ma non alla follia IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI.
Un thriller commerciale tra i migliori di quel periodo a cui purtroppo questo sequel non riesce mai ad avvicinarsi pur avendo dalla sua un cast funzionale e Hopkins una spanna in più rispetto agli altri.
La Moore purtroppo non riesce a rendere quella maschera di paura che aveva la Foster, nonostante il focus sia tutto dalla parte di Lecter, Firenze riesce a dare atmosfera e arricchire la scenografia e le location magiche, lasciando stare il grigiore americano. Si mischiano le indagini, Fbi e ispettori locali si rincorrono con doppi giochi, dove Giannini è libero di fare ciò che vuole regalando una performance che non stona mai affianco agli attori americani (lo stesso non si può dire per altri attori italiani).
Un'indagine molto complessa, uno schema quasi corale con tanti personaggi, forse troppi, nuove sotto storie, villain e innocenti come prede e carnefici in un thriller che aggiunge tanto sangue e scene di tortura ma che alla fine sembra non dire e concludere nulla.
Per certi aspetti sembra quasi farsi beffe della precedente indagine contando che alcuni movimenti e carneficine di Lecter sono quanto di più distante dalla realtà, elemento che Demme nel film precedente cercava di non dimenticare mai.
Dall'altra parte la narrazione non riesce ad avere quella tensione del predecessore andandosi spesso a stemperare e cambiando percorso quasi a ritroso diventando un mix di generi che a volte non riesce a lasciare il segno. Troppe sono le dilungazioni a partire dai dialoghi a volte ripetitivi della Sterling e i piani malati di Verger (unico personaggio al pari di Lecter davvero impressionante e interpretato sotto il mascherone dal venerato Gary Oldman), le passeggiate di Lecter che a parte mostraci una delle città più belle del mondo sembrano prendere tempo e abbassare la suspance, elemento che in diversi casi Scott sembra essersi dimenticato.