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martedì 14 febbraio 2017

Goob

Titolo: Goob
Regia: Guy Myhill
Anno: 2014
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

Nel pieno di un'ondata di calore che stringe alla gola la campagna assolata di Fenland, il sedicenne Goob Taylor incontra la seducente Eva. Fino ad allora Goob ha passato le sue estati ad aiutare la mamma. Ma adesso la donna ha altri pensieri per la testa, dopo che ha incontrato, a sua volta, uno straniero affascinante come Gene Womack. Goob tutto a un tratto si sente un pensiero ingombrante e comincia a sognare per sé una vita diversa.

Goob coglie perfettamente la sensazione di quando da adolescenti si facevano un sacco di cazzate come nel film scorrazzare in motorino, tuffarsi nel fiume, ridere e scherzare col fratello e gli amici, ma sapendo che dietro l’angolo, ogni volta, c'era lo sguardo severo di qualche adulto che per qualche assurdo motivo ti guardava truce come se stessi sacrificando qualche animale.
Ecco quel qualcuno nel film si chiama Gene.
The Goob è il tipico indie british, quasi sconosciuto, che pur non essendo un capolavoro riesce a indirizzare un preciso discorso verso quella realtà e messa in scena, proletaria e anarchica che spesso contraddistingue un'opera prima.
La zona rurale come mondo a sé, regolato da leggi oscure, tendenzialmente ostili all’uomo, in questo caso il tiranno, il leader autoritario che basa tutto sulla forza e la mascolinità fallo centrica.
E'un film di formazione che sembra scappare dalla società di Loach e urlare la sua cattiveria nel verace country side britannico, Norfolk, contea dell’est dell’Inghilterra tutta pianura e campi a perdita d’occhio, poco vista finora al cinema, dove l'istruzione sembra non portare a nulla e tutti vivono secondo la tradizione e le regole della comunità.
I bifolchi inglesi capitanati dalla ghigna perfida e conosciutissima di Sean Harris alternano clandestinità, gare automobilistiche truccate e pericolose, incesti e bisogno di confermare la proria supremazia. Il tutto con lo sguardo perso e distante di The Fucking Goob, protagonista quasi muto che riassume tutta la sua intensità con sguardi magnetici di stupore e paura verso ciò che gli sta attorno. Un adolescente che deve superare le dure prove del branco per poter sopravvivere senza diventare una vittima.
Myhill al suo esordio si concentra su dei particolari incisivi e scomodi che attraversano il viaggio dell'eroe senza scene melense, cercando di mettere da parte tutte le scorciatoie mostrando il silenzio della miseria e della libertà.
The Goob infine è un grido disperato che ritrae una gioventù di provincia repressa e senza prospettive, un film che affonda la sua anlisi sociologica creando una mole di tematiche sociali, non riuscendo a rispondere a tutti i quesiti ma regalando uno spaccato duro, reale e incisivo.