Visualizzazione post con etichetta Ready or not. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Ready or not. Mostra tutti i post

lunedì 30 dicembre 2019

Ready or not


Titolo: Ready or not
Regia: Tyler Gillett & Matt Bettinelli-Olpin
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Grace, novella sposa, decide di rispettare una bizzarra tradizione della famiglia del neomarito Alex: la notte delle sue nozze, dovrà prendere parte a un gioco. Sfortunatamente, però, scoprirà che si tratta di una sorta di nascondino e che l'obiettivo è sacrificare un essere umano. Da qui, si troverà a lottare per la sua sopravvivenza fino all'alba.

La trama sembra semplice, una famiglia borghese che deve fare un gioco tipo nascondino ogni volta che arriva un nuovo membro della famiglia per sposarsi e ovviamente tutto lascia pensare che questo gioco punti al massacro. Dicevo una trama semplice quanto in realtà ha un paio di cosucce niente male come la caratterizzazione di alcuni membri della famiglia, sentimenti contrastanti per alcuni di loro che sembrano sopportarsi solo per mandare avanti la dinastia e poi quel patto col diavolo che genererà un climax finale splatter e gore, cosa buona che ho apprezzato molto se non fosse che rende tutta la narrazione realistica in precedenza, un guazzabuglio confuso con tante infiltrazioni di generi diversi.
Poi ci sono loro Gillet & Olpin che avevano girato il corto più interessante nell'antologico
Southbound e un meno rilevante episodio di V/H/S ma soprattutto il loro primo esordio quel dimenticabilissimo Stirpe del male ennesimo film sulle possessioni demoniache che hanno invaso il cinema horror regalando quasi sempre ciofeche assurde con inutili jump scared.
Ciò che rende Ready or not delizioso e che ad un certo punto decide di smettere di prendersi sul serio, diventando auto-ironico e destrutturalizzando in parte quell'aria così seria che il film sembrava voler mantenere a tutti i costi. Facendo in questo modo, possiamo accettare tutto dal demone che strizza l'occhio alla final girls, fino a Grace che comincia con toni da revenge-movie a incazzarsi sul serio con tanto di fucile a pallettoni e qualsiasi altra arma trovi in giro (asce, pistole, balestre).
Per cui come per Babysitter la nostra Weaving vede di nuovo questa sorta di sacrificio ad una divinità luciferina con l'aggiunta che qui tale sacrificio ha lo scopo di continuare la fortuna della ricca famiglia del futuro sposo.
Si ride e tanto in diversi momenti, una delle componenti della famiglia è così fatta e stordita che uccide per errore alcune domestiche, bambini mai così stronzi che prendono troppo sul serio i giochi, una location fotografata in ogni suo più piccolo nascondiglio e tanta, ma proprio tanta azione con alcuni dialoghi e qualche colpo di scena che non manca a rendere ancora più interessante la narrazione e la messa in scena.