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domenica 19 novembre 2023

Suitable Flash


Titolo: Suitable Flash
Regia: Joe Lynch
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Una psichiatra diventa ossessionata da uno dei suoi giovani clienti con personalità multiple.

Point BlankEverlyKnight of BadassdomMayhemChillerama.
L'ex Troma boy Joe Lynch ama i b-movie, ama Lovecraft, ama gli effettacci, ama lo splatter, i grindhouse e molte altre cose ancora che piacciono a loro volta a quasi tutti gli amanti del genere.
Qui certo c'è un'ispirazione lovecraftiana, una parodia del ruolo del terapeuta che commette tutti gli errori professionali possibili e ci sono tante altre cose divertenti da renderlo un panettone con canditi presi da tanto cinema anni '80 e '90 da Carpenter a Yuzna a Gordon.
Alla fine ha un buon ritmo, non è ben chiaro cosa voglia dimostrare se non far sprofondare la protagonista nei meandri della follia dove tutto ciò viene raccontato in medias res e dove tutto il susseguirsi della parabola prevede corpi sfondati, teste mozzate ma ancora ciarliere, blasfemi incantesimi e, per non farci mancare proprio nulla, persino qualche bella sequenzia di petting spinto della nostra con il suo giovane e deviato cliente.

venerdì 3 marzo 2023

Venus


Titolo: Venus
Regia: Jaume Balaguero
Anno: 2022
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

Lucía è la ballerina di un nightclub che una notte decide di rubare un grosso carico di droga ai proprietari mafiosi del locale dove lavora. Tuttavia viene scoperta e, dopo una violenta collutazione – dove viene accoltellata a una gamba-, riesce a scappare. Non sapendo dove nascondersi, Lucía decide di rifugiarsi dalla sorella Rocío con cui non ha rapporti da anni e dove non è sicura di non essere cercata. Così approda al Venus, grattacielo popolare circondato da sinistre leggende metropolitane che si erige nei sobborghi di Madrid.
 
Venere è un mix di generi pazzesco che ancora una volta sottolinea il peso specifico di alcuni autori spagnoli davvero in grado di sorprendere con pillole sul cinema di genere originali e piene di forza.
Gangster movie, dramma, esoterismo, maledizioni, splatter, gore, torture, freaks e mostri, creature dell'orrore cosmico, Barker e quella sotto traccia che sembra riportare ai Cenobiti, lo stesso racconto di Lovecraft attualizzato e molto altro ancora.
Lucia è un'altra importantissima final girl forse tra le più affascinanti e cazzute con un dono che non sa di avere in una location che ricorda REC per certi aspetti dove cominciano a succedere cose pazzesche, dove le vecchie sembrano di nuovo come in diversi film dello stesso Iglesia, un mix tra streghe ed Erinni, dove ciò che entra nel palazzo quasi sempre è destinato a non uscire più e dove il ritmo è forsennato senza lasciare buchi o far sì che la struttura del film, più complessa di quello che si creda, possa avere sbilanciamenti o passaggi macchinosi. Il cast poi è stupendo riuscendo a dare quel tocco in più come sempre con l'aggiunta di alcuni personaggi vedi Magui Mira devastante, la stessa Ester Exposito e infine la ragazzina davvero sorprendente.
Uno dei migliori horror del 2022 senza alcun dubbio.

lunedì 20 febbraio 2023

Junji Ito Maniac


Titolo: Junji Ito Maniac
Regia: Shinobu Tagashira
Anno: 2023
Paese: Giappone
Stagione: 1
Episodi: 12
Giudizio: 4/5

The Strange Hikizuri Siblings segue una coppia che studia i fantasmi e partecipa alle sedute spiritiche di una famiglia disfunzionale di sei fratelli.
The Story of the Mysterious Tunnel e Ice-Cream Bus sono incentrati su un laboratorio che indaga presenza fantasmagoriche radioattive e su un camioncino dei gelati che fa letteralmente squagliare di passione
Hanging Balloon è la cronaca dell’invasione di palloncini giganti assassini
Four x Four Walls e The Sandman’s Lair registrano i dispetti del diabolico Soichi nei confronti del fratello che cerca di studiare e la discesa nella follia di un uomo perseguitato dal suo alter ego di un’altra realtà
Intruder e Long Hair in the Attic sono ambientati in case dove Oshikiri sente misteriosi passi e Chiemi si trasforma in uno spirito di vendetta
Mold e Library Vision parlano di luoghi portatori di morte – la prima è divorata dalla muffa e la seconda è arredata con una libreria i cui libri ossessionano il proprietario.
Tomb Town segue Tsuyoshi e Kaoru raggiungere una cittadina dove le tombe sono erette nel punto esatto in cui si ritrovavano i morti al momento del decesso.
Layers of Terror e The Thing that Drifted Ashore narrano di Reimi, una donna fatta di strati di sé stessa come gli anelli di un albero e di una creatura marina con strani ospiti dentro di sé
Tomie indaga l’esistenza di una studentessa con un segreto spaventoso
Unendurable Labyrinth e The Bully sono incentrati su tre ragazze ospiti di un monastero buddista e di una ragazzina che bullizza un bimbo più piccolo
Alley e Headless Statue hanno per protagonisti un giovane che va a vivere accanto a un vicolo dove si è consumato un delitto e un artista che costruisce manichini senza testa
Whispering Woman e Soichi's Beloved Pet narrano di una donna incaricata di istruire una ragazzina su ogni singola azione e sul ritrovato Soichi alla prese con un adorabile gatto maledetto.

Per chi non conoscesse le opere di Ito, questa serie antologica potrebbe essere un primo valido approccio. Nonostante si sia detto peste e corna di questa ennesima serie targata Netflix, il risultato non è affatto male. Certo alterna cose molto buone con altre meno, ma rimane una carrellata generale sulla politica d'autore e sulle suggestioni che passano nella mente dell'outsider nipponico.
Abbiamo di tutto in quella che appare spesso con un'atmosfera grottesca, macabra e disturbante.
Maledizioni con tanto di evocazioni grazie a sedute spiritiche, spettri, fenomeni paranormali, vecchi personaggi che tornano come Tomie la femme fatale immortale e Soichi che a causa della sua carenza di ferro ama tenere in bocca dei chiodi e non ultimo Uzumaki. C'è tanto body horror, orrore cosmico, case infestate, j-horror, la muffa che corrode la casa, entità mostruose, teste a palloncino che terrorizzano e impiccano la gente, la famiglia di personaggi inquietanti, in tutto questo facendo un exursus che oscilla tra il grottesco, l'horror e il folclore giapponese.
Pur avendo una gestione diversa rispetto all'impatto della storia, alle vicende narrate, ad uno sbilanciamento di ritmo per quanto concerne la narrazione e la sensazione di un cliffhanger finale non proprio ben riuscito, la serie si dimostra più che valida. Una visione onirica, un incubo di qualcuno dei protagonisti, se non dell'autore stesso che propone spessissimo narrazioni in cui l'inquietudine sale col procedere delle vicende e dove violenza e orrore seguono spesso un'escalation folle e sanguinosa in grado di tenerci con gli occhi fissi sullo schermo fino all'ultimo secondo.

giovedì 15 dicembre 2022

Resurrected (1991)


Titolo: Resurrected (1991)
Regia: Dan O'Bannon
Anno: 1991
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Un investigatore privato viene contattato da una donna che è molto preoccupata dagli strani atteggiamenti del marito. Quest'ultimo, brillante scienziato, si dedica ossessivamente a misteriosi esperimenti che sembrano coinvolgere cadaveri animali ed umani. Isolatosi in una decadente mansione, fuori città, l'uomo non vuole avere contatti con la moglie e intensifica i suoi esperimenti, coadiuvato da un misterioso ed inquietante figuro. L'investigatore, scettico inizialmente, si mette ad indagare ma ciò che scoprirà andrà ben oltre i suoi peggiori incubi.
 
Dan O'Bannon era un caro amico di Carpenter e nella sua carriera ha diretto solo due film a cui rimango molto affezionato. Questo in particolare perchè oltre ad essere una trasposizione di uno dei celebri racconti di Lovecraft sembra incontrare nel finale le porte dell'inferno di Barker regalando liquami, mostri e un nugolo di creature amorfe gelatinose, putride e viscide a non finire. Dan O'Bannon predilige in questo caso un tipo di narrazione in soggettiva, portata avanti dall'investigatore che racconta di fatti accaduti in passato a Providence riguardanti il sig. Ward e i suoi contatti con l'Aldilà, sfruttando una tecnica che era stata adottata in maniera allora geniale nel cult NOMADS. Senza soffermarsi troppo sulla trama che segue in maniera pedestre il racconto, il film cerca in tutto e per tutto di dare enfasi ad un atmosfera, alle luci spesso lugubre e una recitazione che funziona in quasi tutti i reparti. Soprattutto negli effetti speciali sporchi sfruttando materiali con un budget più che decente sfruttando molto bene le maschere, passo uno (o stop motion) sangue e liquami a volontà soprattutto nelle trasformazioni a parte la scena finale nell'ospedale psichiatrico.


domenica 20 novembre 2022

Cabinet of Curiosities


Titolo: Cabinet of Curiosities
Regia: Guillermo del Toro
Anno: 2022
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 8
Giudizio: 4/5

Waiting the mountain of madness, Del Toro prende un manipolo di registi per niente sconosciuti se pensiamo a Jennifer Kent (BABADOOK, NIGHTINGALE), Panos Cosmatos (MANDY, BEYOND THE BLACK RAINBOW) Vincenzo Natali (CUBE, SPLICE) Ana Lily Amirpour (A GIRLS WALKS HOME ALONE AT NIGHT, BAD BATCH) e David Prior (EMPTY MAN) per gestire quattro diverse tematiche.
Insomma nomi non proprio sconosciuti per un prodotto tutto sommato dignitoso con alcune episodi decisamente in vetta come AUTOPSIA e MODELLO DI PICKMAN, delusioni come BRUSIO per un episodio troppo lento e già visto così come SOGNI DELLA CASA STREGATA dove nonostante buone premesse che partono dai fratelli Grimm si sconfina troppo nel fantasy. Infine episodi divertenti e modesti come LOTTO 36 e RATTI NEL CIMITERO che mi ha ricordato la creatura del cimitero e APPARENZA e prodotti allucinati e alternativi ma fini a se stesso come lo schizzatissimo VISITA in un'estetica che rimanda ai b-movie.
Un'operazione che piace perchè riporta all'attenzione ciò che gli amanti dell'horror più bramano ovvero i mostri, i cultisti, i libri maledetti, alieni imprecisati, prodotti in grado di trasformare anima e individualismo e corpo e bellezza, universi paralleli, quadri maledetti. Tutto questo con maestria, con episodi che pur non essendo mai eccessivi riescono comunque a colpire ed essere incisivi mantenendo una coerenza di fondo con scelte a volte più visive che concettuali.
La camera delle meraviglie se vogliamo è un divertissement a volte intricato e singolarmente sorprendente sapendo coniugare bene i sotto generi dell'horror riuscendo a miscelare spaventoso e triste, violento e disgustoso, oppure tutto insieme all'interno di un'esperienza sensoriale profonda e sfaccettata.

giovedì 29 settembre 2022

Glorious (2022)


Titolo: Glorious (2022)
Regia: Rebekah McKendry
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Durante un viaggio notturno, Wes si ferma in una tranquilla area di sosta in mezzo a un bosco. La macchina è carica di effetti personali, tra i quali un orsacchiotto e una misteriosa scatola rossa. Nel corso della notte rimarrà lì, dandosi all'alcol per dimenticare la traumatica recente rottura con la sua ragazza. Quando al mattino si sveglia, con i postumi della sbornia e senza pantaloni, si precipita nel bagno per vomitare, solo per essere disturbato dal suono di una voce amichevole proveniente dal box adiacente. Appartiene a JK Simmons e dice di chiamarsi Ghat. Le loro battute all'inizio sono giocose. Simmons, che parla senza mai farsi vedere, è gentile e curioso, finché non diventa più sinistro e inquietante.

Glorious è un indie horror low budget davvero sfizioso e molto furbo nel giocarsela praticamente in un'unica location (un cesso) e mostrando le peripezie di un fallito qualsiasi alle prese con il primogenito di Cthulhu. Un buco parlante che richiama quel bel film Deep Dark, dove la voce realizzava i sogni più selvaggi mentre qui arriva niente poco di meno che come una richiesta d'aiuto per salvare l'universo in un filone che ancora una volta richiama l'orrore cosmico.
La McKendry allora edulcora tutto sposando quell'horror purpureo, schizzato e allucinato con colori sparati da neon intrusivi che servono a lacerare quelle poche certezze di Wes. Un protagonista poi che si identifica con il suo stesso carnefice divino mostrando solo verso il climax finale la sua reale personalità, multi sfaccettata e complessa staccando la spina dell'empatia e mostrando infine spogliato della presunta innocenza quello che è realmente come d'altronde Ghat.
"C'era una volta un essere di pura energia, tutto solo in un oceano di infinito nulla. Fino a quando non ha scoperto il potere di dare forma fisica ai suoi pensieri e ai sentimenti. Questo potere lo disturbò molto. Non riusciva a impedire che questi pensieri e sentimenti riempissero il vuoto assoluto. Divennero i suoi figli indesiderati. Infuriato dalla loro presenza, decise di distruggerli. Durante il conflitto il figlio maggiore gli tagliò il fianco. Il sangue che sgorgava dalla ferita riempì il nulla infinito, diventando i pianeti, le stelle e la vita. Osservò con orrore il suo prezioso vuoto, pieno di sentimenti. Pregò i suoi figli di chiudere la ferita, di impedire che si formasse altra nuova vita. I suoi figli acconsentirono, ma solo se avesse lasciato che questa nuova vita continuasse ad esistere. Accettò. Ma detestava così tanto l'umanità da creare segretamente un essere di pura distruzione, capace di eliminare tutta la vita e ritornare al nulla infinito. Creò me."

sabato 18 giugno 2022

Offseason


Titolo: Offseason
Regia: Mickey Keating
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Dopo aver ricevuto una lettera misteriosa, una donna si reca in una città desolata dell'isola e presto rimane intrappolata in un incubo
 
Offseason diciamolo è un'operazione paraculo per i nostalgici di Lovecraft. Un film che mi è piaciuto ma che non accenna a provare minimamente a fare qualcosa di nuovo oppure originale.
E'un film affascinante per come riesca a gestire i reparti, creare tutte le suggestioni possibili su un'isola quasi deserta e creare quell'ostilità da parte di chi, come Innsmouth insegna, disdegna i forestieri impiccioni. L'inizio sembra Third Day. Poi nonostante nel film non accade poi quasi nulla è tutto legato all'ambientazione, la tempesta, la solitudine, la città deserta, la mancanza di pathos di personaggi equivoci, una coppia in cui lui sembra sempre fuori da tutto e dove Cthulhu sembra aspettare il momento giusto per impossessarsi di ciò che è suo dettando legge nell'evocativa scena nel pre finale.
In più la natura ostica come eco vengeance richiedendo la linfa vitale degli abitanti, uno spazio tempo che si è fermato, dove ogni cosa aspetta che gli venga dato il momento di esistere e muoversi, tutti elementi appena abbozzati ma alla fine funzionali alle leggi del film.
Alla fine è un film confezionato molto bene dove con una trama esile Keating Keating dopo essersi fatto le ossa con film del calibro di Pod e Carnage Park è bravo ad allungare il brodo ma dove arriva sicuramente alla sua opera migliore e meglio stilizzata rispetto ai suoi precedenti.

Love, death and robots-Season 3


Titolo: Love, death and robots-Season 3
Regia: AA,VV
Anno: 2022
Paese: Usa
Stagione: 3
Episodi: 6
Giudizio: 4/5

1-Tre robot: anche qui si riparte con il trio di robot, in un episodio divertente ma anche cinico e soprattutto post-apocalittico. L'uomo non fa che promuovere armamenti nucleari e guerra allora chi è veramente il prescelto a finire su Marte e forse iniziare una nuova era? Non di certo l'uomo.
2-Un brutto viaggio: straordinario. Solitario. Survival mood. Melville, Poe, e molti altri sono i contagiati prescelti per questo episodio tutto a mare su una nave dove una creatura farà strage dei marinai cercando una vittima sacrificale per il suo piano..crudo, violento, sovrannaturale..la bestia che riesce a comunicare con il sopravvissuto usando uno dei corpi delle vittime è uno dei momenti più alti del corto.
3-La pulsazione della macchina: forse siamo di fronte ad uno degli episodi più onirici, visionari e scifi di tutto il progetto con deviazioni cyberpunk. Per salvare la specie si varcano i satelliti naturali di Giove, dove avviene l'incidente e si perde la speranza sopraggiungendo i farmaci, le droghe, per provare a dare ancora un senso alla ricerca di qualcosa che non è facile spiegare..allucinato come il viaggio della protagonista e gli incubi dove comincia a vedere la realtà attorno a sè astratta e bidimesionale e dove il confine tra realtà e follia diventa sempre più labile.
4-La notte dei minimorti: a seguito di un incidente clamorosamente ironico, i non morti prendono il sopravvento e fanno manbassa degli umani in tutte le zone del mondo. Impossibile contrastarli. Con uno stile ipertrofico e un ritmo incredibile..
5-Morte allo squadrone della morte: totale. Scott, Cameroun, tutta l'azione di uno squadrone che sembra uscito da Alien(s) in lotta contro un orso mutante quasi impossibile da abbattere. Splatter, distruzione, esplosioni, di tutto e di più senza far mancare quella violenza devastante in uno dei corti meglio confezionati dove seppur gli intenti e il senso di fondo sono assai banali, il potere dell'intrattenimento e del ritmo trova un impatto deflagrante
6-Sciame: tanta scifi anche qui alle prese con una frontiera spaziale con due scienziati cyborg alle prese con una razza aliena insettoide dovendo appurare se la razza in sè è in grado di pensare e dotata di capacità intellettive. Una riflessione con sfumature filosofiche sull'altro alieno dove la paura e la curiosità si fondono per entrare in uno scenario visivamente molto imponente e ricco capace di lasciare diverse riflessioni.
7-Mason e i ratti: dall'Irlanda un vecchio che vuole sterminare famiglie intere di ratti mercenari armate che non vogliono proprio lasciare la fattoria in cui vivono. Il vecchio che fa parte della vecchia scuola non riuscendo a stanarli chiederà l'ausilio delle armi hi-tech. Il risultato è un abominio più letale degli stessi topi che il vecchio non potrà sopportare a lungo..a tratti commovente, violento e truculento dove ancora una volta viene demonizzata la tecnologia..
8-Sepolti in sale a volta: un'altra chicca con uno stile visivo eccellente, sembra quasi di vedere un film vero e proprio portando al top l'animazione videoludica in un progetto d'animazione. Quasi lovecraftiano per certi aspetti dove le montagne della follia sono il crepuscolo dove una squadra dei corpi speciali arriva nelle grotte dell'Afganistan per recuperare un'ostaggio prigioniero dei terroristi ma quello che troveranno mano a mano che scendono nelle profondità della terra sembra essere puro male. Una metafora sulla guerra, sull'invasione e su molto altro ancora.
9-Jibaro: folklore e mitologia, relazioni tossiche, in questo splendido affresco con uno stile minimale, un'animazione esemplare seppur non esente da difetti per l'incredibile complessità con la quale è stata realizzata. Un amore così violento e impossibile che lascerà basiti lasciando da parte i dialoghi e comunicando solo di sguardi e movimenti del corpo. Cruenta, feroce, senza lieti fini, ma lirismo puro. Una vera perla per uno dei corti top dell'intero progetto.

venerdì 4 febbraio 2022

Sacrifice(2021)


Titolo: Sacrifice(2021)
Regia: Andy Collier, Toor Mian
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Dopo la morte di sua madre, Isaac e sua moglie incinta Emma tornano nella remota isola norvegese dove era nato per affrontare un'eredità inaspettata. Si ritrovano coinvolti in un incubo mentre un antico orrore cosmico si risveglia per rivendicare un proprio diritto di nascita.
 
All'inizio per un attimo ho pensato che fosse una nuova versione di quel cult Dagon di Gordon.
Una coppia, una barca e un'isola. Top. Invece mano a mano che Collier e Mian sciorinano i dettagli, la storia sembra girare intorno a se stessa, senza mai provocare anche solo un ombra di quell'orrore cosmico che come il film tiene a precisare omaggia e chiama in causa il maestro di Providence.
Ed è un peccato perchè ultimamente i risultati sono stati meglio delle aspettative con Color out of spaceBlock island soundBeach HouseSea FeverUnderwater lasciando immaginare che si stesse prendendo la strada o meglio la deriva giusta.
Il folk horror attinge spesso dalla sintesi per cui cultura e tradizioni sono importanti da influenzare pesantemente la vita degli abitanti del luogo, portandoli a rituali cercando il figlio al prodigo, come in questo caso, trovando terreno fertile in una donna incinta. Con un impianto sterile però la coppia di registi ci porta in questa località norrena dove sembrano esserci rituali nemmeno poi così interessanti e inquietanti, dove il protagonista richiamato da una presenza maligna sembra impazzire un pò alla volta, dove qualsiasi rapporto amicale sembra già deciso in partenza per un finale telefonato e preparato ad hoc dagli abitanti dell'isola. Se mettiamo da parte alcuni pessimi effetti in c.g come i tentacoli che per fortuna vediamo in una sola scena che sembrano farsi spazio dal profondo del mare, alla scena della vasca da bagno che seppur girata bene sembra un parto dell'inconscio e un incubo senza una soluzione di continuità, Sacrifice punta ad un climax finale peraltro assurdo per come riesca a ribaltare le carte in tavola senza mai apparire suggestivo o creando qualche brivido.

giovedì 15 aprile 2021

Block island sound


Titolo: Block island sound
Regia: Kevin McManus
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

La famiglia di un pescatore affronta orrori e verità oscure quando sull'isola una forza inquietante comincia a uccidere la fauna e mette in pericolo le loro vite.
 
Block island sound è uno di quegli horror atipici e indipendenti non convenzionali con tanta voglia di fare del bene cercando di trovare una propria collocazione e una originalità trattando temi tutt'altro che semplici.
Un film che ancora una volta, come di recente vari horror hanno saputo dimostrare, di saper incidere con un'atmosfera atipica e un ritmo inusuale portando lo spettatore a farsi un sacco di film prima di arrivare a capire dove gli intenti vogliano andare a parare. Con un sound desineer e una colonna sonora anomala quanto perturbante, il film si colloca nel filone sci-fi mistery, un thriller minimale che cresce fino all'apoteosi finale lasciando sempre le carte scoperte in un mare ancora una volta enigmatico e in grado di rivelare trame inquietanti mischiando teorie fantascientifiche con teorie sui complotti, malattie ereditarie che degenerano velocemente e di fatto una corrente che porta ad un eco-vengeance suggestivo di tutto rispetto.


mercoledì 24 marzo 2021

Beach House


Titolo: Beach House
Regia: Jeffrey A. Brown
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

“Sperando di riaccendere la loro relazione, Emily e Randall sono pronti per festeggiare il loro weekend, scoprendo però che una strana coppia più anziana risiede già li. Sono tutti d’accordo nel condividere la casa e dopo un’indulgente notte di festa, si svegliano in un incubo vivente di proporzioni apocalittiche. “

Ed eccoci qui a parlare di un indie molto interessante. Un eco-vengeance che strizza l'occhio a Lovecraft, i classici sci-fi anni '50, Cronemberg, Carpenter, usando e centellinando quel poco che ha in termini di budget per portarlo al massimo del suo potenziale dimostrando come pur senza un'idea così originale possano uscire fuori delle varianti contaminate ricche di animo e di spessore.
Una sorta di virus aerobico che si fa strada attraverso la nebbia, una pletora di mezzi mutanti che attaccano le persone, bozzoli sul ciglio della spiaggia, vermi che si insinuano nel corpo e altro ancora. Con quattro personaggi, un pò d'erba, dialoghi funzionali a deviare le aspettative per arricchire il climax, si creano le basi per un'atmosfera e degli intenti in un gioco che rivela davvero tante potenzialità citando e attraversando l'orrore cosmico e facendo fare un volo pindarico in termini evoluzionistici alla protagonista e la sua materia di studio.

sabato 8 agosto 2020

Sea Fever


Titolo: Sea Fever
Regia: Neasa Hardiman
Anno: 2019
Paese: Irlanda
Giudizio: 4/5

Una misteriosa creatura ha intrappolato il peschereccio su cui Siobhán, solitaria studentessa di biologia marina, sta facendo delle ricerche. Nella lotta per la sopravvivenza, Siobhán dovrà guadagnarsi la fiducia dell'equipaggio

Le pellicole "degli abissi" da sempre sono stati per me a livello suggestivo qualcosa di ancestrale, rimanendo di fatto come un'esplorazione di mondi e realtà sommerse che mi hanno suggestionato molto più di tante e diverse realtà. Il perchè rimarrà sempre un mistero.
Sea Fever è un'esperimento interessante, difficile da catalogare per quanto non sia a pieni titoli un horror con mostro marino che attacca l'equipaggio (nel senso che per fortuna lo vediamo poco) ma di fatto è così. Un film molto minimale con una lentezza nei movimenti e in parte nel dipanarsi della storia ricercando e ricreando un fascino originale quanto legato a qualcosa che sembra nel bene scaturire dalle pagine di Tim Curran.
Neasa Hardiman al suo primo film a dispetto del suo impiego come mestierante per serie tv discutibili si ricollega in questo modo all’antica paura del mostro marino, dell’ignoto, agli antichi miti e superstizioni che per secoli resero gli equipaggi vittime di fobie, ammutinamenti e paure ancestrali e mai del tutto sopite. Perchè sulla Siobhàn, lo stesso arrivo di Freya sembra sconvolgere l'ordine costituito, dai suoi capelli rossi, dal suo essere pragmatica e scientifica, nel suo soprattutto prendere decisioni e non abbassare mai la testa. Un terror movie femminile e materno dove anche la creatura sembra con quei suoi tentacoli cullare e allo stesso tempo deflorare il peschereccio come a comunicare l'errore che i marinai stanno commettendo avendo varcato un confine.
Dal momento che i pescatori non nuotano, quel paradiso nascosto nel pieno Atlantico, lo captiamo proprio assieme a Freya a quella sua smisurata voglia di sapere, conoscere e comprendere con visioni affascinanti degli abissi. Una regia per certi aspetti claustrofobica sia sopra che sotto dando carattere e prova di riuscire ad essere atipico. Un thriller surreale originale di cui sinceramente ne sentivo tanto il bisogno. Il finale poi che sfugge da ogni happy ending scegliendo di nuovo la carta del sacrificio rende ancora più carattere ed emozione.



sabato 1 agosto 2020

Last Lovecraft Relic of Cthulhu

Titolo: Last Lovecraft Relic of Cthulhu
Regia: Henry Saine
Anno: 2009
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Jeff, un ragazzo non troppo brillante, scopre di essere l'ultimo discendente ancora in vita del famoso scrittore horror/fantastico Howard Phillips Lovecraft. La sua esistenza inizierà a complicarsi quando si renderà conto che i mostri di cui scriveva il suo antenato non sono affatto delle invenzioni letterarie, ma decisamente reali e a lui vicini. Jeff e due suoi amici si ritroveranno costretti a proteggere un'antica reliquia aliena affinché non cada nelle mani sbagliate, liberando così un male antico e incontrollabile, Cthulhu.

Una comedy horror che si prende alla leggera, un b-movie che dalla sua ha qualche buona idea, un low budget così risicato che basta vedere il make-up dei mostri alcuni con delle tute di gomma brutte e davvero assurde facendo in modo che qualsiasi tipo di atmosfera macabra muoia sul nascere.
Ingenuo ma non così banale, sembra la risposta ignorante ai film di Edgar Wright ovviamente qui è tutto sontuosamente scadente dal cast, alla messa in scena, all'azione a volte estremamente ridicola soprattutto quando entra il nerd fan di Lovecraft. Alcuni spunti sono divertenti come il capitano Olaf che lascia la mappa che i protagonisti seguiranno e che ha deciso di barricarsi in una roulotte nel deserto dopo essere stato violentato da alcuni pesci nascondendo un seguace di Cthulhu, così come la setta e il gruppo all'inizio dei custodi dell'antica reliquia che con il loro capo il cui make up fa sempre schifo vuole liberare il suo padrone e ucciderà chiunque osi fermarlo.
C'è una parte d'animazione, il momento più bello del film, che spiega la storia di come nacque tutta la storia dai Grandi Antichi fino a Cthulhu e l'importanza della reliquia.


giovedì 16 aprile 2020

Underwater


Titolo: Underwater
Regia: William Eubank
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Un gruppo di scienziati sta lavorando sott'acqua quando vengono travolti da un terremoto. I sopravvissuti dovranno fare delle scelte estreme per rimanere vivi.

Underwater è stato preda di un accanimento in negativo che mi ha lasciato perplesso.
Sicuramente non esente da difetti, l’opera di Eubank ci porta nelle profondità marine e quindi già per questo ha tutta la mia attenzione. E’un b movie che soprattutto nel primo atto riesce nel suo obbiettivo quello di cospargere tutto di un pessimismo cosmico all’interno della base sperimentale di perforazione, facendoci capire come tutto l’impianto rimanda al survival movie con inquadrature claustrofobiche e un buio minaccioso che soprattutto nel secondo atto sarà uno dei veri protagonisti.
Fin da subito capiamo che l’incidente scatenante avverrà subito, senza stare a prendersi troppo tempo per mostrarci i personaggi e la loro psicologia ma andando dritto al punto, la sopravvivenza ad ogni costo che richiederà sacrifici, vittime, carne da estirpare, tute che imploderanno, la pressione costante che sfinirà i protagonisti e una minaccia che aprirà le fauci immense proprio nei fondali di una natura ormai stufa di essere violentata e trivellata.
Underwater ha una bella atmosfera, una deliziosa e curata messa in scena, effetti speciali che non esagerano mai, ma arrivano precisi a fare il loro dovere e mostrarci una popolazione subacquea piena di polipi giganti e anfibi che sembrano mostri della laguna più cazzuti, esseri che sembrano materializzarsi per poi svanire come nebbia. Underwater deraglia da tante scelte che potevano apparire scontate e inverosimili, cercando di aprirsi una strada insidiosa e fatta tutta di scelte prese all’ultimo, di soluzioni che non potranno portare mai a nulla di buono sapendo bene che ciò che si è andato a risvegliare avrà la meglio.
Underwater è un film dove i personaggi a parte Norah, sembrano non esistere come se fossero tutti preda della sua immaginazione (contando che è solo lei che di fatto accende i segnali di speranza) mentre gli altri potrebbero essere una suggestione che si è creata negli abissi della sua psiche. Partendo da questa riflessione il film potrebbe aprire un’altra valvola di interpretazioni per accrescere la sua forza evocativa.

domenica 8 marzo 2020

Color out of space

Titolo: Color out of space
Regia: Richard Stanley
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

La famiglia Gardner si è appena trasferita nella campagna del New England quando un meteorite si schianta nel loro giardino. Tutto ciò che li circonda si tinge di strani colori che nascondono inquietanti misteri.

Negli ultimi anni Lovecraft è sulla bocca di tutti. In un certo qual modo viene citato e omaggiato in svariati horror quando si accenna anche solo ad un tentacolo o ad una vaga allusione circa l’orrore cosmico.
Mancava nell’ultima decade un film che si confrontasse direttamente e apertamente con lo scrittore di Providence. Per cui ci troviamo tre nomi Whalen, Noah e Wood di cui l’ultimo è il famoso attore che negli ultimi anni sta ritrovando una spiccata voglia di investire su progetti horror indipendenti e complessi.
I primi due invece negli ultimi anni hanno prodotto film molto anarchici e grotteschi come MandyCootiesGreasy Strangler. David Keith aveva già provato nel 1987 con Fattoria Maledetta a cimentarsi con l’opera complessa sviluppando un film sofisticato per l’epoca dove “Vermi, putrefazioni, bubboni e ogni tipo di elemento rivoltante facevano da contraltare a un inizio che scorre apprezzabilmente pur con qualche sbando alla regia”. Era un esperimento interessante con un budget abbastanza limitato e uno studio meno accurato per quanto concerne la fotografia e l’atmosfera che invece in questa pellicola fanno da padroni infarcendo il film con tinte violacee e fucsia ed esseri purulenti e tutto il sangue nero dello spazio possibile.
Trasformazioni fisiche ed esterne, una natura che diventa extraterrestre, corpi deturpati e con escrescenze che si insinuano dappertutto, una cometa che infetta un pozzo che infetta l’acqua che trasforma una famiglia e la loro casa in una tana di presenze immonde e orrori indicibili.
Color out of space si dipana ovunque accresce le sue radici del male verso un finale estremo e splatter dove gli umani perdono e il male ottiene i suoi frutti facendoli implodere nei corpi devastati di ognuno dei presenti. Un film sulla trasformazione che avviene dall’esterno ma che contamina tutto ciò che può esserci di buono e allo stesso tempo sprigiona e rende manifesti sentimenti repressi e una voglia incontenibile di esplodere. Stanley che ho sempre apprezzato anche nei primi lavori e in tutto ciò che ha fatto (assolutamente sì anche Isola perduta nonostante l’abbiano cacciato dopo una settimana) ha creato b-movie a gogò di cui questa è la parte più putrida, la vera radice da cui speriamo che rinasca con una nuova filmografia votata all’horror puro e a quell’indicibile, quella scommessa che si pensava già persa, ovvero di riuscire a trasporre l’opera come se fosse una sorta di maledizione a cui tutti erano condannati. Stanley ci è riuscito addirittura infilando un attore come Cage che non ha cercato di mettersi in prima linea ma ha saputo rimanere in disparte e dare modo all’atmosfera di essere l’unica protagonista.

domenica 29 settembre 2019

Housewife

Titolo: Housewife
Regia: Can Evrenol
Anno: 2017
Paese: Turchia
Giudizio: 3/5

Una vecchia amica trascina Holly sotto l'influenza di una setta il cui leader sostiene di poter "navigare" nei sogni altrui. Violenti traumi infantili riemergono, realtà e fantasia si intrecciano, fino alla rivelazione di una verità sconvolgente e, forse, all'avvento dell'Apocalisse.

Evrenol ha girato uno degli horror più belli degli ultimi anni Baskin.
Il regista turco ha però un problema che non nasconde anzi sembra quasi essere un'arma a doppio taglio nel suo cinema. I suoi film, il suo cinema non deve avere per forza un percorso di significazione. Housewife, il suo secondo film ne è una prova lampante, aprendo porte senza doversi preoccupare di richiuderle. Come il film precedente Housewife è infarcito di tanti elementi, alcuni davvero molto interessanti, carichi di una violenza di matrice gore che non accenna a spegnersi.
Tante strade che portano ad un finale visivamente molto bello che cita come ormai fanno in troppi il maestro di Providence. Ci sono di nuovo le sette, ma meno interessanti rispetto a quella mostrata nel film precedente. Una sorta di Anticristo, e un universo scioccante fatto di madri isteriche che uccidono le proprie figlie, bambini incappucciati, percorsi iniziatici, la progenie maledetta dei Visitatori, il Male assoluto che emerge in tutte le sue forze, i traumi infantili e l’oscura paura latente nell’uomo che non ha una forma definita risultando inquietante.
Housewife è un film composto perlopiù da quadri molto stilizzati, dove i colori e le luci fanno da padroni infarcendo il film e facendolo di nuovo risultare scioccante sotto certi aspetti.
Evrenol dopo uno stuolo maschile predilige una protagonista caratterizzandola, lei e gli altri, a dovere senza lasciare tutto ai posteri ma scegliendo una strada per certi versi dove il sogno e l'incubo diventano i simboli di una narrazione con risvolti psicoanalitici e dove la tripartizione e lo schema matrilineare siglano un passo importante in avanti per il regista. Evrenol dimostra di saper scrivere anche se non padroneggia ancora bene alcuni risvolti come buttarla spesso nella suggestione come a sconvolgere la psiche dello spettatore e fare un passo indietro rispetto ai fasti e la furia dell'opera prima che con molte meno pretese raccontava una storiella pura e semplice.
Adottando strategie narrative non sempre funzionali come il continuo spostamento dei piani di narrazione paralleli, fra sogno e realtà, passato e presente, Housewife sancisce il talento di un regista che citando tanto cinema e letteratura non nasconde che la sua voglia di fare cinema è merito di un nostro caro regista avvezzo ai generi e alla sperimentazione: Lucio Fulci.

giovedì 30 agosto 2018

Rakka


Titolo: Rakka
Regia: Neil Blomkamp
Anno: 2017
Paese: Canada
Giudizio: 4/5

In un futuro distopico, gli alieni invadono la terra e si impongono sulla popolazione terrestre nel tentativo di controllarne le menti e ribaltare l’equilibrio del pianeta. Un gruppo di ribelli combatte l’invasione

Blomkamp dovrebbe continuare a fare di testa sua magari con studious e major pronti a dargli soldi a palate qualora servissero. L'idea dopo RAKKA continua a farsi spazio come di un artista sottovalutato con un talento enorme nel creare mostri e scenari post apocalittici.
Rakka è divino. C'è il massacro, la sopravvivenza, una nuova razza che sembra provenire dall'orrore cosmico e dalle pagine dei fumetti di Slaine, tanto sangue, assenza totale di ironia e il genere umano che si merita l'estinzione.
Il regista ha confermato che la Oats Studios - Volume 1 sarà composta da tre corti in totale, tutti della durata di 20-25 minuti: «L'obiettivo è capire se la gente sia interessata al progetto e voglia pagare per il Volume 2 in futuro» e la risposta mi pare abbastanza ovvia dopo i trascurabili Chappie

Tra i tanti meriti bisogna annoverare quello di essere in grado di aver creato un universo alternativo funzionante e funzionale oltre che affascinate e di riuscire ad instillare negli spettatori la voglia di volerne sapere di più sperando in un continuum tra le storie che porti magari ad un'altra opera come DISTRICT 9.

mercoledì 9 maggio 2018

Ash vs Evil Dead-Season 3


Titolo: Ash vs Evil Dead-Season 3
Regia: AA,VV
Anno: 2018
Paese: Usa
Stagione: 3
Episodi: 10
Giudizio: 3/5

Ash e Pablo hanno aperto un negozio di ferramenta a Elk Grove dove la fama di eroe che Ash ha tra la popolazione locale gli garantisce un costante successo. Una donna trova il Necronomicon e lo porta in un programma televisivo di vendita dell'usato nella speranza di raccimolare un po' di soldi, ma quando il conduttore del programma legge le scritture del Necronomicon risveglia il male, poi arriva Ruby che lo uccide e prende il Necronomicon. Candace va da Ash per dirle che la loro figlia, Brandy, è in pericolo. Ash durante una folle notte di cui a stento ricorda, aveva sposato Candace, e a sua insaputa l'aveva messa incinta. Candace gli spiega che il male minaccia sua figlia che ora si trova al liceo di Kenward County, infatti anche Pablo conferma che il male si è risvegliato perché sul suo corpo sono ricomparsi i segni del Necronomicon. Ash, Candace e Pablo vanno al liceo di Kenward County per salvare Brandy e la sua amica Rachel, infatti il male ha preso possesso della mascotte della scuola. Ruby beve il suo stesso sangue dopo averlo usato per bagnare una pagina del Necronomicon, e dal sua ventre inizia a crescere qualcosa. Rachel, posseduta dal male, decapita Candace nel tentativo di uccidere Brandy prontamente salvata da Pablo. Ash uccide Rachel con un'arpa, poi viene aggredito dalla mascotte ma viene salvato da Kelly, appena tornata insieme a un ragazzo di nome Dalton, che appartiene a un ordine che combatte il male, i "Cavalieri di Sumeria", il quale si dimostra eccitato all'idea di conoscere il famoso Ash Williams, ed è desideroso di aiutarlo nella lotta contro il male che si è appena risvegliato.

L'idea del perchè e del per come si cerchi in tutti i modi di trovare una continuità per una storia che sin dal primo episodio della prima stagione lasciava decisamente perplessi è un mistero.
Siamo al capolinea. Tre stagioni volate con un ritmo e una quantità di sangue che non vedevo da tempo. Una serie, un cartoon in live action, che non si può dire brutta, ma che fa della sua auto ironia e della sua ingenuità le armi principali con cui il buon Bruce Campbell si confronta e ci mette tutto se stesso portando avanti da solo o comunque più degli altri l'intero progetto senza mai perdere quella sintonia che padroneggia benissimo per un personaggio cult come quello di Ash Williams.
Tanti i piani narrativi i viaggi nel tempo e tante le scelte che potranno apparire dalle più ovvie alle più scontate ma anche con quei momenti epici e quei deliri splatter che mai ti aspetteresti (la scena del bambino che entra nel corpo della donna è davvero deliziosa) trovando una forza che gli permette di goderci semplicemente quello che accade senza troppi problemi.
Ritorna Rudy (in realtà non se ne mai andata) e la sua instancabile ricerca del Neonomicon, ritorna il padre di Ash che gli rivela di questa persona uccisa per sbaglio che voleva mettersi in contatto con il figlio e che aveva le pagine mancanti del Neonomicon che si ricollegerebbe con l'incipit del film di Raimi. Poi c'è il personaggio della congrega abbastanza inutile infatti sparisce quasi subito.
Sia Pablo che Kelly vengono posseduti e il primo colpito dalla figlia di Ash, la vera new entry della serie, con il pugnale Kandariano, viene ricollegato ad un piano onirico dove sembra esserci questa sorta di rituale vodoo. Infine a chiudere i battenti abbiamo i cavalieri di Sumeria tra i buoni e gli Oscuri tra i cattivi (che ricordano non poco i Cenobiti).
Insomma elementi e ingredienti c'è ne sono a gogò. Si ride e gli episodi partono sempre con una testa sgozzata o la fuoriuscita di budella ma alla fine rimane poco su cui e con cui confrontarsi.
Rimane un prodotto commerciale e godereccio, apocalittico e anarchico come pochi osando ovunque senza limiti e termini di decenza e regalando infine uno show con un ritmo frenetico.



martedì 27 febbraio 2018

Cold Skin


Titolo: Cold Skin
Regia: Xavier Gens
Anno: 2017
Paese: Spagna
Giudizio: 3/5

Un giovane irlandese accetta l'incarico di trascorrere un anno su un'isola vicino al Circolo Antartico per osservare le condizioni meteorologiche del luogo. Convinto di essere solo, scoprirà presto che sull'isola ci sono altre creature poco ospitali con lui

Gens è uno dei quei registi della new-horror che più mi garbano assieme a Weathley, Du Welz, Mo Brothers, Marshall, Laugier, Balaguero, Bustillo e i due fratelli israeliani più tanti altri nomi.
Per un attimo avevo paura che c'è lo fossimo persi da qualche parte accettando lavori di ripiego come Crucifixion e la firma a quella fetenzia di nome HITMAN.
Gens è da sfruttare per altre cose come questo lavoro che seppur derivativo, segna un importante passo in avanti nell'avanscoperta su un genere quanto mai brulicante di elementi nuovi.
Si torna a scomodare il maestro dell'orrore cosmico anche se qui le triangolazioni sono minori rispetto agli ultimi horror crepuscolari che hanno deciso di omaggiare il maestro di Providence.
Una dark story fantasy che se non fosse per l'assedio delle creature sembrerebbe fin troppo reale smarcandosi tra intrecci letterari con tantissimi riferimenti soprattutto ai classici.
Alla fine più che l'incontro col mostro, è la storia di un approdo e della solitudine su un'isola perduta tra due uomini e una creatura femminile che sembra aspettare che siano gli altri a scegliere per lei e per gli altri.
Forse è una delle prime volte nel cinema conosciamo un osservatore metereologico che per dimenticare il passato decide di isolarsi alle prese con eventi naturali e incredibili che riflettono e minano la sua identità e interiorità arrivando presto a scoprire e qui il messaggio che arriva fumoso e confuso che queste creature erano gli abitanti di quell'isola e che ancora una volta l'uomo bianco come per gli indiani gli ha sterminati per i propri interessi.
Un film che con un budget misurato e dei buoni effetti speciali (il make up è ottimo) poteva certamente dare qualcosa di più in termini di storia a differenza invece di una messa in scena elegante e in grado di trasmettere anche se non come mi immaginavo una buona dose di tensione ed empatia soprattutto per quanto concerne il rapporto con Aneris.




mercoledì 15 novembre 2017

Dead Shadows

Titolo: Dead Shadows
Regia: David Cholewa
Anno: 2012
Paese: Francia
Giudizio: 3/5

Dead Shadows racconta la storia di un giovane, Chris, i cui genitori sono stati brutalmente uccisi 11 anni fa, nello stesso giorno in cui la cometa di Halley può essere vista dalla terra. Stasera, una nuova cometa sta per apparire e tutti nel suo palazzo si stanno preparando a celebrare l'evento, con una festa. In giro circola anche una teoria sull'apocalisse. Mentre scende la notte, Chris inizia a scoprire che la gente si sta comportando in modo strano - e sembra che la situazione sia in qualche modo collegata alla cometa. Le persone stanno diventando disorientate e violenti e non ci vuole molto tempo prima che inizino a trasformarsi in qualcosa che non appartiene a questo mondo. In una lotta per la sopravvivenza, Chris deve cercare di fuggire dal suo palazzo, con l'aiuto di altri inquilini - ma riusciranno a uscirne vivi?

Esagerato e sboccato. Quanto mi piacciono i francesi quando semplicemente fanno quello che gli pare. Questo pazzo di Cholewa si è trovato di fronte ad un budget risicato volendo fare un film a tutti i costi che unisse sci-fi, post-apocalittico e creature varie che sembrano per certi versi, anch'esse, uscite dall'orrore cosmico lovecraftiano.
Quindi il regista ha scommesso in un film che non dura nemmeno novanta minuti riempiendolo di dialoghi assurdi e sboccati, scene di combattimento a non finire, momenti ironici e grotteschi e altri in cui vediamo tentacoli bucare del tutto corpi umani in scene anche esageratamente trash e splatter (alcune decisamente inaspettate quando Chris entra nel vivo della festa e osserva le scene di sesso).
L'impianto del film più che nelle concitate scene d'azione, vive di momenti di non-sense totali uniti alla faccia da cazzo del protagonista che sembra saperne sempre una più degli altri.
Nel suo piccolo Cholewa ha cercato di non farsi mancare proprio nulla, ammettendo però di aver inserito alcune scene fatte con una c.g così brutta da far ribrezzo, volutamente o no, forse era davvero meglio non girarle a questo punto. Per il resto è un film esagitato dove corriamo con Chris dall'inizio alla fine senza capire sempre cosa sta succedendo o soprattutto se le azioni dei personaggi abbiano un senso reale.

Per ciò che concerne i trasformati direi di no, ma almeno su qualcuno dei personaggi "sani" questo lavoro e una caratterizzazione più interessante si poteva avere, ma il film vince la sua sfida, divertendo e non facendo mancare mai l'azione e a volte le risate.