Titolo: Dark Horse
Regia: James Napier Robertson
Anno: 2014
Paese: Nuova Zelanda
Giudizio: 3/5
Ex campione maori di scacchi, Genesis
Poltini è alla ricerca di una vita che rifletta la verità del gioco
che adora. Convivendo con un disturbo bipolare, Genesis deve superare
pregiudizi e violenza per salvare il suo club di scacchi in
difficoltà, la sua famiglia e anche se stesso.
Sono pochi i film che parlano di
scacchi soprattutto quando dietro c'è una storia di formazione e
redenzione.
Gli scacchi possono insegnare molto e
sicuramente necessitano di regole, precisione, attenzione e
strategia. Un tema del genere ambientato in Nuova Zelanda con
protagonisti un manipolo di ragazzini che devono partecipare ad un
prestigioso torneo e il loro mentore, un ex campione con disturbi
psichiatrici, sono solo alcuni degli ingredienti dell'opera prima del
giovane regista. Possiamo aggiungere il passato che torna, le faide
famigliari e il peso delle gang in sotto culture come queste, finendo
per avere tanti elementi che ne fanno una buona storia in questo
indipendente film che da noi è passato in sordina solo in alcuni
festival. In più il film è tratto da eventi reali contando che
questo Genesis ha passato tutta la vita ad insegnare le regole degli
scacchi ai ragazzi.
Cliff Curtis è un veterano dei film,
sempre costretto in ruoli minori e infatti in questa deliziosa prova
da protagonista affetto da disturbo bipolare.
Dark Horse, da non confondere con il
film di Solondz, in tutti i momenti in cui non si prende sul serio
diventa un film meraviglioso mentre nei momenti decisivi mostra il
suo lato melanconico e il bisogno di trovare un lieto fine a tutti i
costi risolvendo alcune vicende peraltro in maniera troppo frettolosa
(come le sorti di Mana e la gang) oppure nella scelta scontata della
vittoria del torneo.
A parte l'ottimismo di risolvere e
migliorare ogni sotto storia presente nel film, Robertson ha creduto
fino in fondo in un film che entra a tutti gli effetti nella rassegna
di quelle opere indie semi sconosciute e di un regista che se curerà
meglio alcuni aspetti presto potrà essere chiamato autore.