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giovedì 17 dicembre 2020

Kadaver


Titolo: Kadaver
Regia: Jarand Herdal
Anno: 2020
Paese: Norvegia
Giudizio: 2/5

Leo e Jacob vivono in una Oslo post-apocalittica, insieme alla figlia Alice. Scopo delle loro vite è quello di sopravvivere in un mondo dove regna una condizione bellica da stato pre-sociale. Un giorno, la famiglia è invitata nella villa del facoltoso Mathias in cui l’atmosfera è quella di una serata di gala con succulenti piatti, servito in un contesto opulento, proprio mentre fuori imperversano fame e morte. I tre, insieme ad altri altri ospiti, si trovano coinvolti in un’inquietante pièce teatrale che confonde la realtà con l’apparenza e rivelando, lentamente, il drammatico segreto su cui poggia il perverso piano di Mathias.

Gli horror norvegesi essendo dosati col contagocce hanno negli ultimi anni intrapreso le strade più variopinte con esperimenti interessanti e slasher superficiali. Kadaver parte con delle ambizioni davvero interessanti, il che purtroppo rende subito la sceneggiatura e lo script una vera scommessa, nel riuscire a portare a termine il suo compito. E purtroppo fallisce, ma non miseramente come ci si poteva aspettare da un prodotto Netflix. L'elemento post-apocalittico è reso ai minimi termini dando l'assaggio di quelle che sono le macerie della civiltà. Dall'altro ci fa entrare in una villa borghese che sembra rimasta inalterata nonostante la distruzione di massa che incombe. Subito una divisione tra ricchi e poveri, una critica sulle diseguaglianze e come mantenere quel poco che resta della massa come burattini che accorrono appena si parla di cibo gratuito.
Di fatto l'elemento per cui i protagonisti e gli altri come loro non si pongano la più semplice delle domande crea secondo me il primo grande buco di sceneggiatura. Se tutti sono con le pezze al culo perchè una certa elite dovrebbe decidere di sfamare la popolazione, perlopiù intrattenendo con uno spettacolo, il tutto gratuitamente senza nulla in cambio..
Al di là di alcune fughe interessanti nei corridoi della villa, passaggi segreti che portano nel cuore pulsante della villa e di cosa renda quella carne così sfiziosa, i pericoli in cui il film incappa sono ben altri e fanno parte di un continuum che dalla fuga della bambina in avanti prosegue senza sosta. A parte qualche elemento tutto il resto è già visto con la vendetta finale, la figlia dei protagonisti che come dicevo chissà come mai si perde subito e tante altre sciocchezzuole che meritavano di essere gestite meglio.
Per finire poi una doverosa riflessione su qualche scopiazzatura di troppo al capolavoro di Kubrick.