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venerdì 19 luglio 2013

Purge

Titolo: Purge
Regia: James De Monaco
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

La trama futuristica è ambientata nel 2022, quando la società ha raggiunto un livello di organizzazione quasi perfetto, con i delitti e rapine scomparsi quasi in maniera totale. Solo un giorno all’anno è possibile dare sfogo ai propri istinti, potendo commettere qualsiasi reato senza affrontare le conseguenze. Anche l’omicidio-diventa legale e la polizia non può essere chiamata, tanto che gli ospedali sospendono ogni forma di aiuto. Durante queste dodici ore una famiglia si barrica in casa per evitare ogni pericolo, un intruso irrompe chiedendo aiuto per salvarsi da teppisti che lo inseguono per ucciderlo. Contro ogni regola imposta dal padre il figlio fa entrare l’uomo, giungendo però anche gli inseguitori che danno un ultimatum alla famiglia: o consegneranno l’uomo o uccideranno tutti.

La notte del giudizio è il classico film di genere con un ottima idea di base, un buon cast e i primi '40 minuti davvero ben messi in scena.
Poi come spesso capita, quelle che erano delle buone coordinate, cambiano binario cercando la strada facile e quindi sottraendo suspance e colpi di scena, in parte davvero telefonati.
La componente dello sfogo anarchico mista ad uno scenario e una componente sociologica non trascurabile sono due elementi che avrebbero potuto far diventare il film di De Monaco un piccolo gioiellino. Sviluppando meglio un'idea come quella di PANIC ROOM e unendola per certi versi a tutti i recenti film di assedio nelle case, la storia fino a metà del secondo atto regge, costruendo una paura e un conflitto che appaiono fuori ma anche dentro casa.
Lo sfogo del film sembra per alcuni aspetti rifarsi anche agli eventi tragici e tumultuosi accaduti qualche anno fa a Londra in cui giovani, per la maggior parte, si sono scatenati per una notte rapinando e saccheggiando.
Qui la violenza è accettata. Il fatto sociale e l'indagine del film parte da una realtà compresa dalla società in cui arginare la violenza sembra l'unica strada per poter sedare la crescente aggressività umana. Uno sfogo che investe tutti dalla famigliola ai vicini di casa ai giovani borghesi e la loro sete di potere.
Proprio a rigor di logica sembra assurdo che soprattutto in un clima rigido e reazionario come quello americano possa bastare un giorno per placare le ire delle migliaia di bifolchi dal grilletto facile...

L'inconciliabilità del film attraversa un bivio impervio proprio nel dover effettuare una scelta tra sentirsi parte integrata di una comunità e agire secondo coscienza anche quando questo va contro determinate convenzioni sociali. Una scelta su cui avrei spinto il pedale.