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giovedì 27 dicembre 2012

Sleep Dealer


Titolo: Sleep Dealer
Regia: Alex Rivera
Anno: 2008
Paese: Messico
Giudizio: 3/5

Sleep Dealer è ambientato in un futuro non troppo distante dove le persone possono collegarsi a una rete informatica globale utilizzando prese impiantate nei loro corpi in grado di interfacciarsi al sistema nervoso. Gli Stati Uniti hanno innalzato un muro lungo il confine col Messico, ma il paese consente ancora l'assunzione di lavoratori messicani che una volta collegati possono controllare a distanza dei robot. Gli sbocchi lavorativi sono molteplici e vanno dalla classica raccolta delle arance fino al babysitting. In questo contesto, una compagnia privata si è appropriata del rifornimento idrico, mediante la costruzione di una diga, di una vasta regione del Messico. Per gli abitanti della zona, costretti a comprare un bene che appartiene loro da sempre, la vita non è facile. Sullo sfondo, un gruppo ribelle per la ridistribuzione dell’acqua ingaggia una lotta impari contro lo strapotere militare, altamente tecnologico, della compagnia.
Memo Cruz è un ragazzo che vive in un isolato villaggio non tecnologico, che sogna di lavorare in una fabbrica high-tech a Città del Messico, una delle Sleep Dealer che danno il titolo al film. Un giorno costruisce una trasmittente che gli permette di captare segnali dal resto del mondo, unico modo di evadere dall’antiquato contesto agricolo che sembra stritolarlo. Riesce a origliare casualmente le comunicazioni di un’azione antiterrorismo ma la trasmissione viene intercettata e la sua vita cambierà per sempre.

Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un buon lavoro, risultato di chi crede nel cinema e di chi pur sapendo di potendo contare su un budget modesto ma risicato (due milioni di dollari) non si lascia scoraggiare e tirando fuori unghie e tenacia riesce in un compito difficile. Il perché è semplice:una storia di fantascienza funzionale, realistica e girata con pochi soldi è un compito arduo che negli ultimi anni pochi registi hanno saputo adattare senza cadere nel patetico e uscendo fuori dai binari. Ad esempio anche se con una storia del tutto diversa c’era riuscito MOON. Rivera parte da alcune idee sviluppate in maniera ottima da EXIXTENZ di Cronemberg e BRAZIL di Gillian.
Interessante poi la riflessione sugli schiavi(i lavoratori) e il rapporto tra vittime(messicani) e carnefici(statunitensi). Da un certo punto di vista la frase “Abbiamo dato agli americani tutto quello che hanno sempre voluto: tutto il lavoro e nessuno dei lavoratori.” è fondamentale per capire la presa di posizione di Rivera. Inoltre un’altra riflessione sembra quella per cui l’unica forma di alleanza da parte del paese più potente del mondo arriva sotto forma di produzione cinematografica e non altro.
Se bisogna vendere, gli yankee sono sempre ai primi posti senza stare a vedere il risultato o gli interessi comuni.
La forza creativa di Rivera è forte sin alle prime immagini ma probabilmente l’unico punto debole è il fatto di aver voluto mettere troppa carne al fuoco in una mistura di archetipi della fantascienza davvero ben nutrita e in cui la contaminazione Cyber-punk poteva scommettere su qualcosa in più.