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mercoledì 14 marzo 2012

Coraline e la porta magica


Titolo: Coraline e la porta magica
Regia: Henry Selick
Anno: 2009
Paese: Usa
Giudizio: 5/5

Il film narra la storia di una giovane donna che, passando attraverso una porta segreta della sua abitazione, scopre una versione alternativa della sua esistenza. Ad un primo esame, questa realtà parallela è stranamente molto simile alla sua vita reale – ma decisamente più interessante. Ma quando la bizzarra avventura inizia a diventare pericolosa, con una finta madre che fa di tutto per tenersi la “figlia” al suo fianco, Coraline può contare solo sulla forte determinazione e sul grande coraggio che la contraddistinguono – nonché che sull’aiuto di alcuni vicini e su un gatto nero parlante – per salvare i suoi genitori e alcuni bambini fantasma e tornare finalmente a casa.

Probabilmente ci troviamo di fronte a uno dei veri capolavori dell’animazione contemporanea. Battendo il suo predecessore NIGHTMARE BEFORE CHRISTMAS (di cui la regia è sempre di Henry Selick), Coraline frutto di un errore tipografico (il nome iniziale doveva essere Caroline) a parte essere il più lungo film mai girato in stop-motion vanta di riuscire a contaminare una fiaba per bambini con tutte le caratteristiche che piacciono agli adulti.
Vincitore del premio Hugo per il miglior romanzo breve accenna poche ma rilevanti differenze rispetto al romanzo di successo di Neil Gaiman (la presenza nel film di Wybie Lovat a differenza del romanzo così come l’importanza rilevante del pozzo meno impiegato nel film).
Come la protagonista anche lo spettatore si appresta ad un viaggio di formazione che lo condurrà tra realtà ed irrealtà esaltando all’inizio gli aspetti della seconda come contrappasso rispetto alle dure e tristi noti dolenti della quotidianità (una famiglia anaffettiva assorbita dagli scritti e costretta a scrivere di ciò che non conosce). Se è vero che il viaggio e gli ostacoli mettono in alcuni casi non poca paura e anche vero che è proprio da questa catarsi con le sue anomalie che la protagonista cresce grazie anche alla sua costante curiosità nei confronti del mondo esterno e del fascino delle cose nascoste.
Parlando di fiabe viene quasi automatico il paragone con un’altra porta che conduce in un mondo altrettanto fantastico come quello di ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE. A differenza del romanzo capolavoro di Lewis Carrol, qui invece Gaiman alterna le due realtà lasciando proprio alla protagonista la scelta di cosa davvero vuole diventando dunque l’artefice reale.
Ed è così che allora tocca ad una bambina fare luce in quella che è solo mera rappresentazione (metaforicamente viene da sola la critica che Gaiman sviluppa nei confronti della contemporaneità tutta a favore della rappresentazione irreale ed idilliaca di un mondo che non corrisponde alla realtà) e così la babayaga in questione aggiunge in quanto antagonista l’obbiettivo di rapire le anime dei bambini per concedere l’agio nel mondo fittizio.
In questo caso poi è ancora più straordinaria la scelta di veicolare sugli occhi la possibilità di vendere la propria anima dal momento che i bottoni servono per rassegnasi alle circostanze e vivere senza poter avere scelta di sviluppare una qualsiasi criticità.
Il gatto poi in questo caso viene giustamente inteso come l’unico in grado di destreggiarsi nel portale tra le due realtà. D’altronde a parte il Cristianesimo che ha sempre additato il felino come animale del diavolo e compagno delle streghe, da sempre nell’antichità è stato venerato dai fenici, oltre che essere messa in risalto dall’Islam dal momento che fu proprio un  gatto a salvare Maometto dal morso di un serpente.
Il gatto, che poi compare anche in Alice, è l’unico che subisce le angherie di Coraline per poi rispondere con l’astuzia e diventando l’unico mentore e guida della piccola protagonista.
 A livello tecnico il film è assolutamente perfetto e senza precedenti. La regia in questo caso è riuscita ad unire tre dimensioni su cui il film è stato concepito (il primo in assoluto, con pupazzi in "stop-motion") mischiando tecniche artigianali e computer grafica che si sommano con la cura maniacale e  delle scenografie, la profondità di campo e via dicendo.