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martedì 30 aprile 2019

Passage to Womanhood


Titolo: Passage to Womanhood
Regia: Inaya Yusuf
Anno: 2018
Paese: Malesia
Festival: Divine Queer Film Festival
Giudizio: 4/5

Un gruppo di donne trans musulmane si oppone all’emarginazione sociale in Malesia. Ridefinendo il ruolo femminile nell’Islam, dipingono il proprio ritratto di essere donna.

Il mediometraggio di Yusuf si concentra sulla vita di tre donne e la loro lotta per cercare di sopravvivere in una terra inospitale come quella della Malesia soprattutto per chi ha scelto di diventare trans. Difficoltà, oltre già le normali, ad essere inserite nella società ( ma non accolte), difficoltà a lavoro, per strada con la paura di essere aggredite quotidianamente, con le minacce dei familiari e infine con i propri partner.
Sembra una condanna più che una scelta. Dalle testimonianze delle donne si appura un limite culturale che non sembra voler accennare a nessun tipo di cambiamento.
Il cinema o meglio i documentari servono soprattutto a questo, esplorando terre sconosciute e portarci così alla scoperta di tabò che richiedono ancora tantissimo tempo prima di riuscire ad essere comprese e rispettare così la carta dei diritti umani per far sì che ognuno possa liberamente scegliere di fare quello che vuole con il suo corpo nel paese in cui nasce e cresce.


martedì 9 dicembre 2014

Men who saved the world

Titolo: Men who saved the world
Regia: Seng Tat Liew
Anno: 2014
Paese: Malesia
Festival: TFF 32°
Giudizio: 4/5

Gli abitanti di un bizzarro villaggio malese si uniscono per aiutare Pak Awang a spostare fisicamente una casa abbandonata dalla giungla al centro abitato, come regalo per la figlia che presto convolerà a nozze. Quello che non sanno è che nella casa ha trovato rifugio un immigrato clandestino africano. Quando il tossicomane del villaggio intravede un’ombra oscura che si muove nella casa e la prende per un fantasma, gli abitanti credono che la rilocazione della stessa abbia fatto infuriare uno spirito e si rifiutano di spostarla oltre. Una serie di piccoli incidenti porta a un susseguirsi di false accuse e situazioni turbolente

Il cinema di Liew, qui alla sua opera seconda, non è semplice così come spesso capita in alcune aree del cinema orientale, dando molta importanza alla dilatazione dei tempi di narrazione e una maniera atipica di muoversi tra i generi.
Forte di un totem culturale, in parte drammatico, in altri ironico, Liew struttura questa commedia molto profonda e intelligente nel provocare sentimenti ambigui e nello scavare nelle credenze popolari e culturali del paese e di tutto il suo pantheon religioso.
Lelaki Harapan Dunia sembra essere dunque una critica in forma di commedia ironica e a tratti molto grottesca, con un cast convincente e alcune scene davvero spassose e ottimamente riuscite
come quella in cui Pak si traveste da demone e gioca in un continuo rimando all'assurdo con il ragazzo di colore costretto a nascondersi, così come la comunità di uomini che si travestono da donne per sedurre e sgominare il demone.
La normalità, ancora una volta a dimostrazione nel cinema di Liew, è un concetto di maggioranza. La norma di molti (la comunità) e non quella di uno solo (Pak).
Ed è così che finalmente si arriva a destrutturare e a scherzare su un tema molto caldo e sentito dalla cinematografia orientale e in particolare portata allo sfinimento soprattutto dal J-horror.
La vecchia casa infestata da demoni, fantasmi, oscure presenze, diventa dunque la summa dei valori e di dove può arrivare ad esplodere l'equivocità degli eventi e di come vengono interpretati e dai suoi personaggi particolarmente ottusi.