Titolo: Love Witch
Regia: Anna Biller
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
La seducente strega Elaine ammalia gli
uomini, li attira con il suo corpo perfetto e riesce così a fargli
bere un magico intruglio. Dopo aver bevuto la pozione, si innamorano
di lei e perdono la propria virilità, diventando persone molto più
deboli e fragili. Ma questo è proprio quello che Elaine non vuole.
Love Witch è una di quelle opere difficili da classificare. Un film strutturato in modo atipico, con una dimensione onirica che abbraccia la realtà come una pozione magica in cui lo spettatore finisce stregato. Ecco l'impressione è stata proprio questa trovandomi di fronte ad un film che parla di una strega in un modo davvero disarmante in cui prima dell'incidente scatenante, il film ha qualcosa di ipnotico e seduttivo.
Samantha Robinson poi è semplicemente
perfetta senza stare a fare grandi cose.
Ha un viso, un'espressività e delle
forme che la fanno diventare immediatamente la femme fatale, l'oggetto
del desiderio che tutti vogliono e a cui nessuno può sottrarsi.
Anna Biller, regista e artista fuori
dal normale, si diverte, mette tutto dentro al film, facendolo
diventare una specie di manuale su com'è la vera vita da strega e
tutti i problemi legati alle infatuazioni.
In più il film a qualcosa di
nostalgico come se riportasse continuamente in un'epoca diversa in
cui predomina la natura e la Vecchia Religione come nella scena
bellissima in cui si celebra il rito del matrimonio secondo l'antico
culto pagano.
Love Witch non è solo un omaggio al
cinema sexploitation e grindhouse degli anni 60/70, ma si trova nel
cinema del Technicolor, nel 35mm, in una delizia formale immensa e
senza eguali che questa artista molto alternativa riesce a
rappresentare con una spontaneità incredibile.
Un'opera che a distanza di anni riporta
la regista con rara autorevolezza e convinzione a bombardarci di
intrugli, saponette, pozioni e allucinogeni seriamente potenti.
Un film letteralmente ricoperto di
simbologie che in una spirale narcisistica e spietata
dimostra una padronanza incredibile
della sua creatura in ogni dettaglio, minuziosamente studiato, dove
nulla è lasciato al caso.
The Love Witch è tanto altro ancora a
parte una durata che allunga un po troppo alcune situazioni, intriso
di delicatezza e violenza in un binomio capace di evocare sensazioni
ed emozioni sopite da anni di effetti speciali in digitale. Il cinema
di Anna Biller è cinema artigianale e noi non possiamo che
apprezzare e accogliere questa rappresentazione alternativa e
originale della strega attraverso canoni, stili e codici congeniali
quanto intrisi di un certo sapere e di una innata capacità di saper
unire così tanti ingredienti diversi.