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sabato 14 febbraio 2015

Gone Girl

Titolo: Gone Girl
Regia: David Fincher
Anno:  2014
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Da poco trasferitisi in una piccola cittadina del Missouri da New York, Nick Dunne e la moglie Amy stanno attraversando un periodo difficile, con un matrimonio in crisi per via della difficoltà della donna ad abituarsi alla nuova esistenza. Il giorno del quinto anniversario di nozze, Amy scompare e il primo ad essere sospettato della sua scomparsa è Nick ma la realtà è ben diversa da come appare a prima vista.

Gone Girl è girato molto bene, con un acume per i dettagli e i particolari che fanno capire che dietro il film, c’è un importante regista come Fincher, anche se negli ultimi anni ha profondamente trasformato il suo cinema.
Gone Girl è tutto tranne che originale, però è strutturato in modo che in 150‘ è un continuo cambio di registro tra dubbi e macro-dubbi e morali che investono continuamente lo spettatore.
Il risultato è un film piacevole, forse il più hitchcockiano di Fincher, a metà tra thriller morale e satira, con sterzate sanguinolente e un duro cinismo di fondo. 
Così che l’amore è bugiardo si sa e nel 2015 ormai, anche il termine amore sembra ormai una parola quasi senza forma, ma ottima se utilizzata per il proprio tornaconto o per attirare i media.
Gli omicidi fai da te e i drammi famigliari sono sempre più all’ordine del giorno e segnalano un’interesse che rivela una profondo male sociale pervasivo, che ormai chi più chi meno, attraversa tutti. Fincher ha utilizzato e ha premuto l’accelleratore proprio sui passaggi che avevano il più grande potenziale, spostando e alternando i punti di vista e infine creando un servizio televisivo plastico e di facciata come tutti i telespettatori alla fine ricevono e rimangono contenti.

E’un film davvero drammatico se si pensa a tutti i risvolti sociologici e gli approfondimenti psicanalitici che affronta e sonda continuamente. Rende quasi piacevole un non-attore come Affleck mentre Rosamund Pike svetta e da un certo momento esiste solo più lei.