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mercoledì 8 giugno 2011

Ward


Titolo: Ward
Regia: John Carpenter
Anno: 2011
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

The Ward è un buon film ma non è un capolavoro come d’altronde il sottoscritto non si aspettava.
Carpenter ritorna al cinema dopo 4 anni a distanza dall’episodio dei MOH-IL SEME DEL MALE  che aveva dalla sua una buona storia e un ottimo Perlman.
In questo suo ultimo film il regista 63enne di New York punta su un film di genere con un tema interessante e abbastanza nuovo per la sua filmografia.
Ritorna in quell’ospedale che assomiglia molto alla location dove veniva internato in protagonista di IL SEME DELLA FOLLIA la tematica e proprio quella della psichiatria anche se con una velata nota fantascientifica(non si punta  molto sulla parte concernete i nuovi farmaci vengono testati sulle ragazze).
La narrazione è classica, mostrando piano piano l’iter degli eventi che si susseguono di atto in atto anche se in questi caso dai 60’ in avanti succede un piccolo stravolgimento della sceneggiatura che potrà essere apprezzato da molti e rifiutato dagli altri.
Logico che la storia non potrà essere semplice come c’è la si aspetta e infatti dall’incidente scatenante fino a poco prima del climax finale sembra essere scandita di scena in scena cosa che invece non è proprio così pronta su un piatto.
Non mancano gli elementi che collocano il film all’interno del thriller con contaminazioni fantascientifiche più che horror anche se la dinamica usata da x per uccidere y appartengono quasi al filone giapponese dai capelli lunghi e neri.
Amber Heard è giovane, carina ma abbastanza convincente contando che sta sperimentando proprio questa dinamica di film e oramai vanta già collaborazioni notevoli (BENVENUTI A ZOMBIELAND,DRIVE ANGRY).
The Ward punta sulla manifattura,sulla precisione delle scelte tecniche di macchina, su una fotografia che sa dove andare a parare, su delle musiche ancora una volta catartiche, un montaggio che sfugge dal contesto vieoclipparo e un’atmosfera appunto giocata in un ospedale molto suggestiva.
D’altronde non bisogna nemmeno fare l’errore di aspettarsi sempre e solo film di serie A da alcuni autori come se non volessero prendersi dei tempi per provare e sperimentare su alcuni soggetti di natura diversa.
Carpenter fino a prova contraria è proprio il maestro dei B-movie.
The Ward almeno da questo punto non è un film su commissione e infatti l’autore ci regala una sua impronta più soggettiva in cui rammenta parte della sua biblica filmografia.
Per essere ambientato nel’66 non fa una piega, tutta la ricostruzione è minimale e a parte qualche difetto proprio sul make-up(la protagonista sempre troppo perfetta)non si può dire nulla ma bisogna lascirsi andare e farsi cullare da questa narrazione che tutti gli amanti del regista sanno dove li porterà…