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martedì 2 luglio 2019

Never grow old


Titolo: Never grow old
Regia: Ivan Kavanagh
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un impresario irlandese trae profitto dalla conquista di alcuni fuorilegge di una pacifica città di frontiera americana, ma la sua famiglia viene minacciata e il numero delle vittime continua ad aumentare.

Ivan Kavanagh è un nome forse sconosciuto ma per gli amanti dell'horror indipendente e sinonimo di forza e coraggio. Al TFF avevo ammirato il suo primo film Canal, un interessante ibrido di tante cose suggestive e inquietanti con una messa in scena pulita e minimale. Un film che strizzava l'occhio all'horror soprannaturale con Lovecraft e il j horror in primis.
Il regista aveva dato vita ad un interessante esordio che vista la tematica, nelle mani di un qualsiasi mestierante, sarebbe diventata robetta con qualche jump scared forse d'effetto e basta.
L'atmosfera è rimasta la stessa anche in questo western, dove la narrazione procede lenta e in maniera efficace, studiando passo per passo le motivazioni che portano alla sciagura finale, al vero orrore come sempre nella politica d'autore del regista nascosto dentro ognuno di noi, anche in questo caso nella veste di un giovane padre che dovrà fare delle scelte spaventose.
Never grow old è quel western indipendente che cerca di fare il grande salto mettendosi al livello delle ultime importanti opere di genere uscite negli ultimi anni.
Da questo punto di vista il genere è una metafora perfetta per un'America sanguinaria i cui intenti non sono mai cambiati.
Il genocidio dei nativi americani è stato solo l'inizio prima di arrivare all'altro lato oscuro del "sogno americano", della "ricerca della felicità" a tutti i costi e l'ipocrisia di una città oppressiva e patriarcale, che fu costruita dopo l'espulsione violenta e assassina dei nativi americani locali.
Kavanagh però a parte inserire tutti questi temi sembra andare oltre entrando nel vivo dell'oppressione e dello sfruttamento delle donne e del loro impiego nei bordelli.
Tutta questa parte racchiude e si prende la briga di toccare il fondo per quanto le leggi del "wild west" facessero schifo oltre che essere orrendamente sessiste. Cusack finalmente dopo tanti ruoli inutili riesce a dare enfasi ad un personaggio diabolico che conferma le sue ottime doti da villain dopo la prova iconica nel bellissimo Paperboy