Regia: Richard Linklater
Anno: 2011
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Ispirato alla vera storia di un imprenditore di pompe funebri, Bernie Tiede, che divenne amico di una delle più facoltose vedove della città e che dopo averla uccisa mise in atto una serie di escamotages per far credere a tutti che fosse ancora in vita.
Diversi erano gli elementi di interesse verso un film come Bernie.
Il cast, il soggetto preso da una storia vera, il Texas, la regia di Linklater che esce dai soliti schemi tradizionali e per finire la messa in scena che alterna vere interviste ai cittadini, con le loro opinioni, e una black comedy che ricostruisce, in tutte le sue parti, l'assassino di Marjorie Nugent.
Bernie è interessante per due motivi: da un lato mostra un uomo comune schiacciato da una vedova che lo schiavizza in tutto e per tutto. Dall'altro mostra come in alcuni casi, durante un processo, quando un uomo è troppo amato dalla comunità, viene spostato di contea per fare in modo che la giuria non sia di parte.
L'ottima catarsi di Black pone numerosi interrogativi in aula di tribunale, su cosa è veramente giusto, e quale sia il male assoluto. McConaughey azzecca un altro ruolo che lo fa tutto suo, in questo caso l'avvocato Danny Buck, sintesi del Texas, che sfodera un accento rozzo con l'aria da cow-boy.
Ottima nella scelta, nella parte e per come fa suo il personaggio, Shirley, sottolineando proprio il carattere di questa donna frustrata ma anche di tutta la comunità di Carthage che non ne poteva più di lei. Nei titoli di coda si vede Black parlare con il vero detenuto.
Un film che riscostruisce un dramma avvenuto e di cui ancora si parla. Linklater abbandona alcuni territori fantascientifici per accostarsi ad un solido dramma, che seppur non molto originale, dalla sua ha una buona messa in scena, un valoroso cast, e dei toni da black comedy che non guastano mai.
