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venerdì 26 aprile 2024

Anything for Jackson


Titolo: Anything for Jackson
Regia: Justin G. Dyck
Anno: 2020
Paese: Canada
Giudizio: 4/5

Ognuno ha qualcuno per cui sarebbe disposto a far qualsiasi cosa. Per Audrey ed Henry Walsh questo qualcuno è Jackson, il nipotino di due anni che viene loro strappato da un incidente d'auto in cui muore anche la loro amata figlia. I principi della loro religione suggeriscono che la figlia abbia raggiunto oramai la pace eterna e che invece il nipotino, per via della sua tenera età, potrebbe ritornare in vita qualora vi sia un corpo disposto a ospitarlo. Henry, che di lavoro è un ostetrico, individua la persona adatta a tale scopo in Becker, una futura madre single alle prese con i dubbi sulla sua inaspettata gravidanza. Qualcosa però non andrà per il verso giusto.
 
Wtf. Il flm si apre in un modo che lascia pensare al classico schema ormai abusato nel genere ovvero una coppia di anziani che tortura una giovane per qualche strano motivo.
Quindi alla base una vecchia coppia di psicopatici che stanno provando ad elaborare un lutto importante come quello del nipote e nel loro diabolico piano c'è di mezzo una ragazza.
Eppure poi il film come gli horror interessanti, devia, cerca strade assurde e alcuni momenti davvero bizzarri dove vediamo riti satanici, demoni, creature in bilico tra la vita e la morte ma soprattutto il cambio drastico di prospettive dove se all'inizio cercavamo di trovare tutti i possibili modi per odiare i Walsh alla fine visto quello che succederà verrà quasi da compatirli.
Un film che osa e mescola mischiando le carte e tenendo sempre la suspance su un buon livello.
Superiore, di molto, alla bassa media dei recenti titoli di genere, Anything for Jackson è un film raffinato, elegante, affascinante e soprattutto in grado di trasmettere, attraverso lo schermo, quelle emozioni (inquietudine, paura, delusione, angoscia, mistero) che hanno da sempre contraddistinto il miglior cinema horror.

We die alone


Titolo: We die alone
Regia: Marc Cartwright
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

L'introverso Aidan cerca la propria anima gemella, a modo suo. Finché crederà d'averla trovata...

Aidan è uno come tanti che soffre di solitudine ma non riuscendo a recarsi agli appuntamenti con i match sui social inscena degli inquietanti incontri in casa prendendo un manichino e fingendo di avere la ragazza di fronte. Solo in questo modo sembra riuscire a comunicare. Eppure a lavoro riesce ad essere se stesso e senza nemmeno accorgersene trova un'altra anima gemellata con la sua, Elaine, la quale solo nel finale vedrà un colpo di scena toccante quanto ormai slegato dagli intenti della storia. Chelsea e Aidan sono in parte la riprova di qualcosa che non funziona, di due psicopatie a confronto le quali cercano di avere la meglio sull'altro. Da una partenza molto soft e timida si passa alle maniere forti finendo in un vero e proprio bagno di sangue.

domenica 26 novembre 2023

Indifferenti


Titolo: Indifferenti
Regia: Leonardo Guerra Seragnoli
Anno: 2020
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Mariagrazia è una signora altoborghese che vive molto al di sopra delle sue possibilità da quando è mancato suo marito. Ad allungarle prestiti (che dovrà restituire con gli interessi) è il suo amante Leo, che da tre anni la circuisce con l'obiettivo di sottrarle la sontuosa casa di famiglia. Una casa dove vivono anche i figli di Mariagrazia: la neodiciottenne Carla, che si sta ritagliando una popolarità web nel ruolo di gamer e attira le attenzioni di Leo, e Michele, che intrattiene passivamente una relazione con Lisa, storica amica di famiglia coetanea di sua madre.
 
Tratto dall'opera di Moravia sembra la moderna galleria di persone anaffettive, evitanti e ambivalenti, meschine e ipocrite nel loro condannare i valori familiari rispecchiandosi soltanto di facciata. Egoismi e miserie umane di quella borghesia che non sta mai bene alle prese con ossessioni e ingordigia che siano soldi o donne, persone sensibili o veri e propri avvoltoi.
Ognuno rifugge alle proprie responsabilità cercando rifugio negli affetti più strani e intimi, nascondendosi e nascondendo la mano quando ne sente il bisogno.
Buona la scelta del cast per un film che racconta i disagi di chi sembra scegliere di non voler stare bene, andando a impattare con alcuni problemi da cui si diventa dipendenti. Dove troviamo un sempre ispirato Edoardo Pesce (uno dei pochi attori degni nel nostro panorama) e le solite iperbole e i picchi isterici di Valeria Bruni Tedeschi che torna a vestire i soliti e comodi panni di una donna ben oltre l’orlo della crisi di nervi.


mercoledì 18 ottobre 2023

Non odiare


Titolo: Non odiare
Regia: Mauro Mancini
Anno: 2020
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Simone Segre è un chirurgo con una ferita aperta. Impossibile per lui ricucire. Da qualche parte nel suo background c'è un dolore che non passa e un padre ingombrante, sopravvissuto alla Shoah. L'omissione di soccorso alla vittima di un pirata della strada con la svastica tatuata sul petto, travolge la sua vita e lo conduce fino a Marica, una giovane donna, figlia della vittima. Per mettere a tacere il senso di colpa assume Marica come collaboratrice domestica e si scontra con suo fratello, giovane camerata che non vuole saperne di ebrei ed emigrati. Ma la vita fa giri imperscrutabili e li sposta dal loro centro.
 
L'esordio di Mancini devia da ogni facile sensazionalismo per un dramma profondo dove Gassman dimostra di essere un buon attore in grado di mettersi sulle spalle l'intero film. Ben supportato da un cast di giovani in erba, il film mostra uno spaccato di verità, lavora sull'impossibilità di perdonare l'imperdonabile, aumenta la posta in gioco senza però diventare mai stucchevole ( e poteva esserlo con la storia d'amore tra Simone e Marica). Ancora una volta il racconto di come abbracciare ideologie ormai che non portano più a nulla e accettare un credo che finisce in queste storie quasi sempre per ritorcersi contro. E' così questa rabbia incontrollata da più parti non può che portare ad un climax finale devo dire per nulla scontato e in fondo per certi versi verosimile.

Baki-Season 3


Titolo: Baki-Season 3
Regia: AA, VV
Anno: 2020
Paese: Giappone
Stagione: 3
Episodi: 13
Giudizio: 3/5

Inizia la terza parte dell’anime che nel giro di pochissimo entra nel vivo. Il primo scontro del torneo che viene mostrato è quello dell’uomo più forte del mondo, nonché padre di Baki. Un po’ a sorpresa e senza dare troppe spiegazioni Baki dopo il suo primo incontro guarisce dal veleno. Nel frattempo questa sanguinaria competizione si trasforma in uno scontro di fazioni fra lottatori della Cina e sfidanti di altri paesi. Inutile dire a favore di chi sia il risultato finale di questi scontri cruenti. Al termine del torneo nonostante alcune avversità e nuovi sfidanti, Baki ha un solo obbiettivo: scontrarsi e sconfiggere l’uomo più forte del mondo, suo padre

Nella terza stagione di Baki finalmente c'è una delle cose più fighe in assoluto quando si parla di combattimenti e arti marziali. Il tanto agognato torneo. Per cui a scontri diretti vediamo mazzate da orbi, alcuni piccoli colpi di scena, ma per fortuna un ritmo più dinamico rispetto chessò a RECORD OF RAGNAROK dove dopo ogni colpo c'è almeno un monologo del protagonista e del pubblico.
Baki deve combattere per salvarsi dall'avvelenamento della stagione precedente dove infatti guarisce dopo il primo combattimento grazie all‘intervento paterno.
Lo stesso diventa l'obbiettivo del figlio da sconfiggere in un incontro interessante ma reso in parte indigesto da dei dialoghi davvero imbarazzanti. Purtroppo essendo un torneo non si può fare affidamento su una trama che non è mai incalzante ma rasenta un appiattimento globale dove succede tutto quello che uno si aspetta in termini di macro obbiettivi. Baki stupisce solo per la crudezza della violenza che mostra senza avere altri appigli a cui aggrapparsi tolto forse il fatto della scoperta della sessualità con la propria ragazza nella precedente stagione. Per tutto il resto chiunque, simpatico o no, diventa una caricatura stereotipata e forse questo è il difetto principale dove almeno si poteva caratterizzare meglio qualcuno o dargli un senso della vita più ampio e interessante

domenica 3 settembre 2023

30 Coins


Titolo: 30 Coins
Regia: AA,VV
Anno: 2020
Paese: Spagna
Stagione: 1
Episodi: 8
Giudizio: 3/5

Padre Vergara è un esorcista che, dopo la morte di un ragazzo, si è esiliato in una curia remota, quella di Pedraza, borgo medievale spagnolo, arroccato su una collina e con una esigua popolazione. Il sindaco Paco cerca di rilanciare le sorti della città puntando sul turismo, ma una incredibile sequela di fatti di sangue e sovrannaturali si abbatte sul borgo. Qui infatti Padre Vergara ha portato con sé una misteriosa moneta, una delle 30 ricevute da Giuda per il tradimento di Gesù, che finisce in possesso della veterinaria Elena. Forze oscure e mostruose, che hanno corrotto la Santa Sede, faranno di tutto per entrarne in possesso...
 
Alex de la Iglesia è uno dei miei registi di genere preferiti. Un autore prolifico che ha saputo esplorare e danzare nel cinema come pochi eletti sanno fare. Sempre con budget misurati, ha confezionato film straordinari che non verranno mai dimenticati. Anche lui ha avuto la possibilità di avvicinarsi ad un progetto seriale tredici anni dopo la comedy-sci-fi e in questo caso ha scelto di partire da un tema religioso per creare un rete di complotti e temi soprannaturali con mostri e sette senza farsi mancare tutti i suoi ingredienti preferiti qui portati al paradosso come l'esoterismo, l'occulto, la città misteriosa che ricorda Dagon e il finale della nebbia carpenteriana.
La materia narrativa alla base è il vangelo di Giuda, l'ultimo scoperto e il più nuovo per certi aspetti. Mantiene ancora ad oggi un'aura di mistero, non è facilissimo da trovare e diventa lo spunto per alcune sotto storie cristiane davvero particolari. Così come la setta dei Cainiti i quali vogliono distruggere il Cristianesimo.
30 Coins ha tantissimi pregi e come tutti i lavori del maestro non è esente da difetti. I meriti superano i difetti questo è certo ma importanti limiti di budget in un'idea da approfondire e da condire con elementi soprannaturali rischia come spesso accade di diventare quasi un b-movie trash come nella scena finale quando la colossale creatura emerge e prende vita. Il bambino nato da un vitello che cresce diventando una creatura quasi lovecraftiana funziona anche se con dovuti limiti.
La storia d'amore, il triangolo, alle volte è stucchevole, manicheo e ripetitivo ma riesce a rafforzarsi grazie al merito di un buon battaglione di attori dove secondo me è stata però poco sfruttata Macarena Gomez. Funziona la parte della setta, non convince il personaggio di Vergara (troppo stereotipato), utili alcuni dei soliti innesti ironici e soprattutto grotteschi, i bifolchi dove Antonio interpretato da Javier Bodalo diventa a dir poco iconico.
La fallibilità dei personaggi, l'orrore che trasuda senza esondare mai mi ha veramente lasciando sul palato un divertissement pieno di idee e travolgimenti ma spesso poco sfruttate e alcuni colpi di scena e qualche scena memorabile.

venerdì 11 agosto 2023

Alone


Titolo: Alone
Regia: John Hyams
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Jessica è da poco rimasta vedova. In fuga dalla città nel disperato tentativo di superare il dolore, viene rapita e segregata da un uomo misterioso. La fuga dalle grinfie del sequestratore la porterà nel cuore della natura selvaggia del Pacifico nord-occidentale. Contando solo sul proprio ingegno, Jessica farà di tutto per sopravvivere mentre il suo inseguitore si farà sempre più vicino.
 
Alone è il tipico thriller che seppur con un budget modesto e una buona messa in scena nonchè un cast convincente sembra riprendere tutti i clichè e gli stereotipi del sotto genere.
Viaggio di formazione, elaborazione del lutto, survival movie, torture, thriller.
Il film di Hyams ragiona su dove possa spingersi la rabbia e la voglia di sopravvivenza di una donna messa alle strette da uno psicopatico che non si sa bene per quale motivo anzichè trovarsi in California per lavoro come dice alla moglie e alla figlia al telefono, cerca vittime inconsapevoli in mezzo ai boschi per nasconderle in una baia nascosta nel nulla.
Come ovvio Jessica incontrerà durante la sua fuga vittime inconsapevoli che nell'aiutarla moriranno e tutto finirà a tarallucci e vino senza un reale colpo di scena. Diretto bene ma con una scrittura che non può esimersi dal fatto che strutture e film di questo tipo ne siano ormai usciti a centinaia.
Di esempi interessanti negli ultimi anni ci sono stati A WOUNDED FAWN o HUNTED. Ecco forse Hyams dovrebbe guardare più film e imparare da dove ripartire perchè il talento non manca

lunedì 10 luglio 2023

Toll


Titolo: Toll
Regia: Michael Nader
Anno: 2020
Paese: Canada
Giudizio: 3/5

All'una di notte, un'esausta Cami chiama qualcuno che dall'aeroporto possa portarla nel posto in mezzo al nulla cui si trova il padre. Il suo autista è l'inquietante Spencer, il cui comportamento genera più di qualche sospetto. I timori cedono il posto al terrore quando l'auto su cui viaggiano si guasta in una strada isolata ed entrambi si rendono conto di non essere soli. Inseguiti da una forza soprannaturale che detta le regole di un gioco al massacro, si scopriranno presto messi uno contro l'altro.
 
Toll è un bel film indipendente che pur giocando e muovendosi su alcuni stereotipi di genere riesce grazie ad un efficace lavoro di scrittura a creare quel background e caratterizzare in maniera altresì interessante i due protagonisti e i loro scheletri nell'armadio. Il Toll Man è l'ennesima creatura che si ciba delle paure delle sue vittime catapultandoli in una dimensione parallela e in cui a proprie spese si entra nel suo mondo o meglio nel suo parco degli orrori. Diciamo subito che c'è un importante spaccatura tra il primo atto e il secondo. Per assurdo proprio nel secondo quando si ricalca la matrice soprannaturale e horror abbandonando il thriller e il mistery del primo atto si accentuano delle anomalie e delle difficoltà evidenti mostrando troppo e cercando inutili jumpscare quando l'atmosfera creata all'inizio era funzionale a creare ancora più domande nello spettatore a partire dai dettagli trovati nella macchina di Spencer fino a quando ognuno di loro prova a cercare una strada alternativa. Toll poteva rivelarsi ancora più suggestivo senza l'eccesso dei soliti elementi portati all'abuso, lascia fino all'ultimo sulla domanda di quale sacrificio bisognerà fare per spezzare la maledizione ma è anche vero che soprattutto appena viene rivelata la vera natura di Spencer a questa domanda drammatica viene data subito la risposta

Corona Zombies




Titolo: Corona Zombies
Regia: Charles Band
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Leader politici e mass media impazziti di fronte al manifestarsi di un virus su scala mondiale, che trasforma gli esseri umani in zombi.
 
Quando non si hanno soldi si arriva addirittura a rimontare film di cui si hanno i diritti aggiungendo qualcosina per arrivare al risultato sperato. Beh la Full Moon Features la conosciamo tutti ed è un prototipo della Asylum con ancora meno soldi e con la peculiarità come in questo caso di voler battere tutti sul tempo per un chiaro film trash dove tra le scene nuove sicuramente c'è quella iniziale della Cameron che guarda il tg mentre è al telefono e scopre di questo Corona Virus in una specie di notiziario che prende in giro politici e leader nazionali. Ovviamente ci sarà nel finale un'intrusione in casa sua. Qualche scena come il soldato che perde la testa stuzzicando gli zombies e facendo un balletto attorno a loro per poi finire male, come qualche morte interessante soprattutto su eroi a cui non conviene affezionarsi c'è ma è davvero qualcosa di risibile. Il film è squallido quanto deve, ricorda troppo VIRUS di Mattei da cui prende quasi tutto e miscela con un montaggio a volte inguardabile se si pensa alla difficoltà che può esserci nell'assembramento di film diversi cercando di dare un senso originale all'operazione sfiorando volontariamente un brutto impatto con quanto di più nostalgico non ci si aspettasse di vedere.

martedì 6 giugno 2023

Predatori


Titolo: Predatori
Regia: Pietro Castellitto
Anno: 2020
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Pierpaolo è un medico sposato con Ludovica, affermata regista. Il loro figlio Federico è un laureando in filosofia tiranneggiato da un barone universitario che gli preferisce qualunque altro studente. Le loro vicende si incrociano con quelle di Bruno, primario amico di Pierpaolo, e di sua moglie Gaia, nonché con quelle di Claudio e Carlo, due fratelli che gestiscono un'armeria e fanno parte di un gruppo neofascista. Completano il quadro le moglie i figli di Carlo e Claudio, e un sulfureo personaggio che resterà (di fatto) innominato e che compare solo all'inizio e alla fine.
 
Predatori è una di quelle commedie sporche e cattive di degna caratura grottesca e spregiudicata.
Un esordio quello di Castellitto jr che seppur con troppa carne al fuoco e diverse storie da seguire anche se spesso si ricollegano, mostra l'amarezza degli animi umani, i rapporti fluidi, genitori che riescono a fare peggio dei figli, famiglie criminali che ancora inneggiano al fascismo.
Nessuno sembra degnare di rispetto i propri simili e consanguinei e così anche una cena con i parenti serpenti diventa l'arma per insultare e umiliare il prossimo senza nessuna vergogna e dove la dignità di alcuni sembra ormai affondata. Azioni paradossali e comportamenti eccentrici come il voler comprare una bomba per fare il botto e stanare tutti coloro che sembrano perseguitare il protagonista. Faide familiari che raggiungono un climax di violenza senza pari e dove ancora una volta il ruolo dei bambini appare mai così deviato e senza colpa. Come pochi altri cineasti nostrani,
il figlio d'arte ha coraggio senza dubbio nel dare voce ancora una volta a quel sottobosco romano piccolo-medio borghese da far accapponare la pelle per quanto si passi da un estremo all'altro con inusitata facilità.

sabato 13 maggio 2023

Slaxx


Titolo: Slaxx
Regia: Elza Kephart
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Libby è una commessa giovane e idealista, con qualche chilo in più, che lavora in un negozio di abbigliamento alla moda insieme a ragazze e ragazzi molto più magri di lei e trendy. Quando però assiste impotente alla morte dei colleghi per colpa di un paio di jeans indemoniati, toccherà a lei capire cosa sta accadendo e come fermare la sanguinosa furia in atto.
 
Jeans killer. Abbiamo quasi visto tutto direi. Soprattutto se dentro di loro c'è l'anima tormentata di una bambina indiana sfruttata nei campi di lavoro. Un film che nella sua demenzialità cerca di portare anche un messaggio sulle ingiustizie sociali e le conseguenze inattese e gli effetti perversi del lavoro minorile (in realtà si vede solo una scena e sembra peraltro strizzare l'occhio al cinema bollywoodiano). In Slaxx i jeans uccidono male con le zip oppure mangiando le vittime o stritolandole. Allo stesso tempo appena sentono la musica bollywoodiana si mettono a ballare in una scena che sembra quella della lattina nel Bambino d'Oro. I toni passano dal prendersi sul serio ad essere esageratamente grotteschi come il responsabile di area di Libby che quando comincia a vedere i cadaveri semplicemente li nasconde banalizzando le circostanze.
I jeans dopo ogni omicidio sembrano ripulire la scena bevendo il sangue e il lancio dei pantaloni con la gente che come un'orda di zombie assale i magazzini per venire poi giustamente massacrata dall'esercito di jeans nel suo piccolo fa sempre effetto.

martedì 18 aprile 2023

Lacci


Titolo: Lacci
Regia: Daniele Lucchetti
Anno: 2020
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

In un passato lontano, Aldo ha tradito Vanda e abbandonato i suoi figli a Napoli. A Roma ha ricominciato con Livia, una collega e una 'voce' più gentile. In mezzo due figli, Anna e Sandro, che crescono e covano un avvenire di rancori. Vanda tenta il suicidio, Aldo non cede al ricatto ma qualche anno dopo torna a casa e riannoda i lacci sciolti. Aldo e Vanda escono intatti dalla crisi ma è solo apparenza. A guardarli da vicino le crepe e le riparazioni saltano agli occhi. La débâcle è dietro l'angolo, Anna e Sandro pure.
 
«Dalla crisi di tanti anni fa abbiamo imparato entrambi che per vivere insieme dobbiamo dirci molto meno di quanto ci tacciamo»
E'una commedia drammatica che in quarant'anni racconta la difficile relazione di Aldo e Vanda, delle loro paure, dei lacci che servono a tenere legata una famiglia, agli impegni quotidiani e alla responsabilità. Vanda sembra più l'emblema, la bandiera di questi valori. Al contrario Aldo rappresenta la tempesta, un uomo che non è in grado di amare ma solo di possedere.
La metafora della scatoletta che Livia gli regala dove lui conserva l'unico elemento che davvero conta (le foto di lei nuda) è uno dei topoi della storia su cui sembra diramarsi una certa ideologia del personaggio e tutto ciò che ne consegue fino al climax finale davvero un bel colpo di scena.
Perchè alla fine le colpe e le violenze psicologiche sembrano ripercuotersi sui figli i quali sono chiamati in causa e non sempre dimenticano i propri vissuti arrivando quando meno uno se lo aspetta a conseguenze inattese ed effetti perversi.

lunedì 20 febbraio 2023

Boy behind the door


Titolo: Boy behind the door
Regia: David Charbonier, Justin Powell
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Una notte di terrore inimmaginabile attende il dodicenne Bobby e il suo migliore amico, Kevin, quando vengono rapiti mentre tornano a casa da scuola. Riuscendo a fuggire dai confini, Bobby naviga nei corridoi bui, pregando che la sua presenza passi inosservata mentre evita il suo rapitore ad ogni angolo. A peggiorare le cose è l'arrivo di un altro estraneo squilibrato, il cui misterioso accordo con il rapitore potrebbe significare una condanna certa per Kevin. Senza mezzi per chiedere aiuto e chilometri di terre oscure in ogni direzione, Bobby intraprende una missione di salvataggio, determinato a scappare insieme a Kevin, vivo… o a morire provandoci.
 
Cosa non si fa per amicizia. Sembra di vedere Butch salvare Mascellus se non fosse che loro erano adulti e di certo non amici. Bobby e Kevin hanno siglato un patto, amici per sempre e questo li porterà a scontrarsi nell'antro della belva con alcuni insospettabili maniaci.
E' un ottimo esempio di film di suspance e tensione, un thriller rodato che riesce e dimostra buoni colpi di scena, attori in stato di grazia (i bambini sono straordinari) una tematica già vista ma mai morbosa e uno stile attento e infallibile nello sferrare alcuni pugni allo stomaco decisivi e spesso inaspettati. Sembra tante cose eppure una serie di tasselli lo pongono in maniera inusuale come ad esempio la scena della promessa iniziale e il fatto di non vedere i genitori o meglio gli unici adulti più tardi come carnefici. La scena in cui Bobby trova un vecchio telefono e una macchina che non riesce a guidare. Un assalitore che sembra per un attimo voler comunicare qualcosa al bambino prima della sua dipartita e così via...con dei bei twist narrativi e drammaturgici la coppia di registi grazie alla Shudder dimostrano al loro esordio di avere un certo talento contando che il tema dei rapimenti e la tortura sono elementi visti e rivisti ma qui hanno veramente qualcosa di notevole e mai gratuito.

lunedì 2 gennaio 2023

Under the open sky


Titolo: Under the open sky
Regia: Miwa Nishikawa
Anno: 2020
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Mikami, ex esponente della Yakuza, che ha trascorso la maggior parte della vita in prigione, viene rilasciato. Inizia cosi a lottare per trovare un lavoro adeguato e per inserirsi nella societa. Ma il codice di condotta di Mikami, profondamente radicato nelle regole e nei codici ai quali apparteneva, non si adatta all'ordinato sistema di assistenza sociale del Giappone. Il mondo in cui viene catapultato e un mondo che non capisce. Essere compatito o disprezzato non fa parte del suo bagaglio culturale, inoltre non comprende la grammatica sociale degli aiuti statali, volti a trovargli lavori saltuari e mal pagati. La sua natura impulsiva e inflessibile e le sue radicate convinzioni rischiano di compromettere anche i rapporti con chi cerca di aiutarlo.

La yakuza non è più quella di una volta, ormai i tempi sono cambiati e la società sembra aver prevaricato sulla mafia lasciandogli solo più le briciole. Questa è la summa del film e del discorso che la sorella del capo yakuza fa a Mikami come a persuaderlo a continuare il suo percorso di redenzione evitando di ritornare sui suoi passi e gli errori commessi.
Il film di Nishikawa è intriso di una poetica e una proposta di contenuti davvero commovente.
Gestisce una tipica storia di redenzione dandogli connotazioni originali, sguardi e scontri culturali tra vecchia e nuova scuola, codici post contemporanei con cui Mikami dovrà a suo modo e con tutte le difficoltà del caso confrontarsi con la modernità e una burocrazia che sembra minare la sua presunta calma apparente. Un uomo poliedrico che come ogni uomo della terzà età non accetta la vecchiaia, volendo fuggire da essa, passando da un estremo all'altro, da un contesto violento ad uno in cui decide di prendersi cura di quegli stessi anziani che in parte lo spaventano.
Un film che procede dipanato su più livelli con tante complessità annesse e raccontate riuscendo a distribuire la narrazione in diverse forme e con attori in stato di grazia in grado di dare la possibilità a Kōji Yakusho di caratterizzare un personaggio ai massimi livelli.
E'un film sui sentimenti, sulla lotta continua contro noi stessi per domare quel demone che sembra risvegliarsi alla prima difficoltà e alla lotta di un uomo che non vuole accettare un conformismo di una società che non tollerà più gli outsider come lui.



martedì 20 dicembre 2022

Paradise-Una nuova vita


Titolo: Paradise-Una nuova vita
Regia: Davide Del Degan
Anno: 2020
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Calogero, venditore di granite, è dovuto scappare dalla Sicilia con il suo carretto perché ha voluto fare la cosa giusta, cioè testimoniare contro un killer della mafia. Il programma di protezione testimoni gli ha trovato un appartamento in un residence, il Paradise: peccato che il residence sia abbandonato e che si trovi a Sauris, paesino del Friuli dove nevica sempre e si balla lo Schuhplattler tirolese prendendosi a sganassoni. A Calogero mancano la moglie Lucia e la figlia che stava per nascere, e della Sicilia gli è rimasto solo un puzzle che perde i pezzi con l'andare dei giorni. Ma al Paradise arriva proprio dalla Trinacria un altro inquilino, e la vita di entrambi sarà destinata a cambiare.
 
Paradise è quel film indipendente e sconosciuto che rischia di passare inosservato soprattutto perchè al di là delle piattaforme non ha avuto la pubblicità di altri suoi simili. Ed è un peccato perchè questa commedia è davvero molto curiosa e carina, in primis perchè ci porta a Sauris, paesino sperduto tra le montagne del Friuli-Venezia Giulia, un posto che abbiamo visto e conosciuto poco nel cinema dove se non altro abbandoniamo le solite grandi città italiane per un paesino a tratti folkloristico. E poi è così fragile nella sua armatura, soprattutto nel protagonista e le sue scelte che lo hanno portato senza mezzi termini a seguire il programma di sicurezza abbandonando la moglie incinta e la sua vita nella sua Sicilia. Pur essendo in Friuli sembra il tipico forestiero che non riesce perlomeno subito a entrare in empatia con la comunità e che dopo poco comincia a temerla perchè si sente inseguto da una nuova e pericolosa minaccia.
Anche se tutto lasciava presagire a quello ovvero un film di mafia, l'indie di Del Degan percorre sentieri battuti facendolo con semplicità, ironia e amarezza, passando dal noir, al thriller, alla commedia all’italiana con toni da gangster movie e da dramma romantico. Una delle scene in assoluto migliori è la cena proprio tra Calogero e Calogero, Davide e Golia, vittima e presunto carnefice, in un gioco tra le parti che riesce meglio di quanto forse ambisse negli intenti di scrittura e capacità dei due attori (Giovanni Calcagno continua a dare ottime prove).

martedì 1 novembre 2022

Tuo sepolcro...la nostra alcova


Titolo: Tuo sepolcro...la nostra alcova
Regia: Mattia De Pascali
Anno: 2020
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Sconvolto e depresso per la scomparsa della fidanzata Iris, brutalmente massacrata da un ignoto assassino, Aristodemo acquista una bambola sessuale di dimensione umana, chiamata Persefone. Aristodemo sperimenta quindi un progressivo stato delirante, tale da arrivare a convincersi che Persefone abbia preso vita. Mentre sprofonda in un vortice di perversioni sessuali sempre più spinte con la bambola, il killer che ha ucciso Iris è di nuovo in azione.
 
Dopo McBetter che non mi era piaciuto, De Pascali, emergente regista horror italico del panorama indipendente tira fuori questo simpatico dramma grottesco mischiando sesso, violenza, magia, esoterismo e necrofilia con sequenze slasher ricche di elementi gore e splatter, fra pugnalate, motoseghe, strangolamenti e corpi fatti a pezzi praticamente tutti a opera del killer e dove gli FX artigianali sono un notevole valore aggiunto . Il tutto però senza mai prendersi troppo sul serio creando anche qualche momento trash delizioso (il club sadomaso ad esempio) e delle performance forse troppo fuori dagli schemi dove sicuramente Benedetta Rossi nel ruolo della sexy doll che si trasforma in ninfomane, quasi sempre nuda, è la visione che il pubblico apprezzerà di più.
Dicevo delle performance limitative dello stesso attore/regista Lepori, e Alex Lucchesi rese troppo eccessivamente surreali da dialoghi non proprio all'altezza soprattutto nei toni e nella banalità di fondo. Il film comunque entra di merito in quelle produzioni che ammiccano al cinema estremo europeo soprattutto Joe D'Amato (Aristide Massaccesi) e il protagonista Aristodemo, Buttgereit, Schnaas e simili ed entra nella galleria di quei registi indipendenti dediti all'horror italiano come Alemà, Bianchini, Boni, Bosermann, Cristofaro, D'Antona, De Falco, De Feo, De Feudis, Dejoe, Frison, Gualano, Lepori, Liguori, Lombardi, Longo, Misischia, Monti, Paoletti, Pavetto, Pesca, Picchio, Ranzani, Ristori, Rosson, Scafidi, Scargialli, Sfascia, Tagliavini, Torre, Visani, e Zagagnoli.
L'opera dal canto suo mischiando ironia e violenza esplora parafilie, feticismi prendendosi qualche licenza poetica se ad esempio la trasformazione della bambola in cadavere ambulante sia frutto di un sortilegio o della pazzia del protagonista

giovedì 12 maggio 2022

Day of Destruction


Titolo: Day of Destruction
Regia: Toshiaki Toyoda
Anno: 2020
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

Il ritrovamento di un misterioso mostro in una cava di carbone sette anni prima ha generato dicerie a proposito di una epidemia nella zona, mentre in molti soffrono di disturbi mentali inspiegabili…
Toyoda è un artista molto promettente e ambizioso il quale coniuga stili e derive cinematografiche molto diverse, sperimentando molto e riuscendo non sempre ad azzeccare i risultati ma sicuramente è uno di quegli autori a cui non manca il coraggio.

Day of destruction è il primo lungometraggio di fiction che affronta di petto il tema della pandemia di Covid-19. Un’opera urgente, magmatica, nella quale immagini in bilico tra un Giappone rurale e la modernissima Tokyo si fondono con un sonoro ricchissimo e la musica di alcuni dei migliori gruppi della scena locale. Folklore, virus, pandemia, antiche storie, esorcismi. Eppure tutti questi temi vengono sviluppati come delle micro storie, dei cortometraggi, passando su piani temporali diversi, dal silenzio dei monaci alle grida funeste di un giovane in mezzo alle strade di Tokyo fino ad arrivare al fondo di una cava dove vive un blob di carne umana che sembra abbia generato il virus. È un’opera sicuramente spiazzante che proprio per questa sua caratteristica, e forse anche grazie alla brevità della forma, riecheggia con efficacia la contestazione politica, intellettuale e sociale della fase storica che stiamo vivendo. I suoi toni non sono quelli di un realismo dagli intenti moralistici, come il tema avrebbe potuto suggerire ad alcuni, bensì quelli di un calderone in cui alle atmosfere millenaristiche, sature di angoscia e di disorientamento, fanno da contrappunto ambientazioni urbane senza orpelli e momenti forti di solidarietà umana di rabbia e di ribellione.


Cobra Kay-Season 3


Titolo: Cobra Kay-Season 3
Regia: AA,VV
Anno: 2020
Paese: Usa
Stagione: 3
Episodi: 10
Giudizio: 3/5

Dopo gli eventi narrati nelle prime due stagioni i personaggi si trovano dinanzi a una situazione d’instabilità all’indomani della violenta rissa avvenuta tra i ragazzi dei due Dojo del liceo. Dopo tale evento Daniel cerca le risposte alla sue domande nel suo passato mentre Johnny cerca la redenzione. In tutto ciò Kreese continua a manipolare i suoi studenti vulnerabili appagando la propria sete di dominio.

Cobra Kai 3 è sicuramente meno bella e interessante rispetto alle prime due stagioni presenti su Netflix, ma riesce comunque a vincere e a convincere, soprattutto con l’ottimo cliffhanger finale e l’idealizzazione del personaggio di Johnny Lawrence che da solo riesce a reggere e a trascinare l’intera baracca. E poi un tuffo nel passato con Daniel che per non far fallire l'azienda torna ad Okinawa e senza nemmeno farlo apposta incontra il suo passato e il suo antagonista di Karate Kid 2, il quale memore anch'esso della sconfitta ne approfitterà per insegnare a Daniel una tecnica molto importante. Se il nemico comune sembra essere Kreese che si impossessa definitivamente del Kobra Kay, dall'altro non mancano altri sviluppi narrativi e incursioni del passato come Ali Millis, la vecchia fiamma, e l'arrivo nel finale di Terry Silver. Quella tra Cobra Kai e Miyagi-Do e il teen drama, al quale viene dato ampio spazio nelle prime due stagioni, per essere poi ridimensionato nella terza, sintomo della crescita dei ragazzi; questo però non toglie che la serie tv resti un prodotto principalmente per giovani. Paradossalmente, nell’ultima stagione, l’aspetto del “drama” si sposta sugli adulti, alle prese con rivalità, vecchi amori e social network.
L’unione di questi aspetti crea, a sua volta, un’equa divisione tra il prendersi sul serio e il non prendersi troppo sul serio perché in alcune occasioni ci verrà ricordato che ci sono problemi ben più grandi da affrontare, legati alla famiglia, al bullismo e all’alcol.

martedì 12 aprile 2022

My heart cant beat unless you tell it to


Titolo: My heart cant beat unless you tell it to
Regia: Jonathan Cuartas
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Dwight e Jessie faticano per mantenere in vita il loro malato fratello minore. Per riuscire nel loro scopo, devono dargli da mangiare sangue umano.
 
Un altro indie low budget americano che parla di malattia. Quella malattia che diventa il male da cui ci si deve allontanare oppure curarlo e nasconderlo semplicemente perchè non si può fare altrimenti. Cuartas crea un film molto minimale, deprimente, quasi esclusivamente un'unica location all'interno di una casa e un trio di personaggi emotivamente molto distanti dallo spettatore. Lo stesso non si può dire per alcune vittime le quali provocano una certa comprensione soprattutto perchè non vedono in Dwight il classico maniaco o assassino ma qualcuno che sta facendo qualcosa per una causa di cui non sembra poi così sicuro.
Un horror sociale permeato di disagio che tratta il vampirismo (qui pur non essendo mai citato è doveroso ribadirlo) come emarginazione sociale già visto negli ultimi anni in film come Blood Red Sky, LASCIAMI ENTRARE o soprattutto Transfiguration. Un film triste negli intenti che muove ma per alcuni aspetti molto realistico seppur Cuartas sembra fregarsene a priori di darci almeno un paio di informazioni utili ad esempio del come nessuna indagine venga mossa per cercare gli scomparsi (perlopiù messicani irregolari) o del perchè non venga spiegato il nucleo come è arrivato lì e che cosa realmente è la malattia di Thomas.
My heart cant beat unless you tell it to è una metafora tetra e disarmante su dove si è disposti ad arrivare per aiutare qualcuno che si ama, a che livelli possa arrivare la povertà e delle conseguenze legate al gesto di uccidere una persona.





sabato 26 marzo 2022

Diario di un tossicodipendente


Titolo: Diario di un tossicodipendente
Regia: Giorgio Picinni Leopardi
Anno: 2020
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Alex, tossicodipendente e spacciatore, ripercorre gli eventi principali della sua vita disastrata. Un giorno incontra per caso Maddalena, ex-tossicodipendente, che lo convincerà a cambiare vita dopo una notte d’amore.
 
In 17' Leopardi trasforma un cortometraggio partendo dal tema della droga facendolo sfociare in una bella storia d'amore creando di fatto solo le premesse e gli intenti per quello che appare a tutti gli effetti come un happy ending. Il solito cortometraggio richiesto dalla scuola di cinema dove però tra ironia, dramma e stati deliranti, la vicenda in se senza deragliare in uno sfondo così drammatico, punta su toni più vivaci come dimostra la fotografia e la scelta degli attori dove lei Maddalena, interpretata da Giorgia Fiori, riesce ad essere quella venere così mozzafiato da far smettere il nostro protagonista di farsi. Tra spacciatori, fotografie come testimonianza della dipendenza, maschere allucinatorie che sembrano perseguitare il protagonista, incontri e sguardi fugaci, promesse d'amore sotto le lenzuola, questo piccolo esordio lascia ben sperare tracciando i pericoli e l'illusione della droga ma dall'altra lasciando i presupposti per un cambiamento repentino, sicuramente poco realistico nella vita reale ma cinematograficamente valido.