Visualizzazione post con etichetta Girl next door. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Girl next door. Mostra tutti i post

martedì 9 dicembre 2014

Girl next door

Titolo: Girl next door
Regia: Gregory Wilson
Anno: 2007
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un incidente stradale di cui è testimone porta David Moran a riflettere sui cattivi ricordi d'infanzia legati all'incontro nel 1958 con Megan e la sorella Susan, arrivate a vivere con la zia Ruth dopo che i loro genitori erano morti. Donna sadica e psicopatica, Ruth aveva tre figli, con i quali trasformò le due ragazze in bersaglio di tortura e abusi di ogni sorta. L'unica speranza di salvezza per Meg era rappresentata proprio da David, allora vicino di casa.

Trasposizione cinematografica della terribile vicenda di Sylvia Likens, morta nel 1965 a soli 16 anni. Per larga parte del film viene torturata e seviziata dalla pazza zia e da un gruppo di bambini ancor più giovani di lei, il tutto sotto gli occhi della impotente sorellina disabile.
Devo dire che il film di Wilson è di una violenza quasi scioccante che non provavo dai tempi di MARTYRS, vero capolavoro di genere.
A differenza di altri film che trattano temi di questo tipo, di recente alcuni sono davvero esemplari, SNOWTOWN MURDERS tra i molti, nella raffigurazione e nei concetti con cui esprimono il tema della violenza.
Temi che spesso e volentieri rischiano di scadere nel patetico e soprattutto nella violenza gratuita rischio che Wilson depista contando che in numerose scene la violenza la percepiamo senza vederla, acquistando dunque ancora più suspance e incredulità.
Il limite della pellicola e che da quando iniziano le torture a spese di Megan, la trama sembra incepparsi, regalando solo oceani di sangue e violenza, ma rimanendo intrappolato senza puntare su un personaggio come David che poteva essere l'elemento che aggiungeva spessore al film (il finale da questo punto di vista è troppo telefonato e prevedibile).
Wilson si muove bene nella ferocia con cui analizza alcuni dettagli ma al contempo non sa giostrare una trama e uno script che oltre la violenza possa davvero comunicare, qualcosa facendolo divenire al contempo una contaminazione tra un torture-gore, l'horror psicologico e un viaggio di formazione al contrario, con alcuni richiami ad un certo King.
Probabilmente l'elemento più scioccante del film è proprio la veridicità degli accadimenti scritti da Jack Ketchum nel suo romanzo e che hanno aspettato anni prima di prendere vita e di trovare qualche coraggioso capace di trattare questo difficile fatto di cronaca.