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giovedì 15 settembre 2011

Merantau


Titolo: Merantau
Regia: Gareth Evans
Anno: 2009
Paese: Indonesia
Giudizio: 3/5

Merantau è un rito centenario di passaggio che deve essere fatto dai giovani uomini della comunità che devono lasciare le comodità del loro villaggio e farsi un nome per se stessi nella città di Jakarta.
Guardandolo mi è venuto in mente Ong Bak.
Probabilmente non solo a causa della somiglianza tra il protagonista Iko Uwais e Tony Jaa ma per le diverse analogie che si ripropongono tra i due film.
Qui siamo in Indonesia a differenza della Thailandia eppure il viaggio dell’eroe tra i due protagonisti per certi aspetti è molto simile. Entrambi poveri cercano di farsi un nome o una carriera, chi inseguendo i suoi sogni e sperando di vivere insegnando il suo stile, chi invece affidandosi a ciò che trova.
Questo a differenza dell’altro è più lento, più narrativo, l’azione non manca ma parte lentamente e ingrana solo dopo la mezz’ora, condivide lo sguardo di un protagonista per certi aspetti timido, non abituato alle grandi città e “puro” di cuore che dovrà scoprire a sue spese la difficile realtà consumista.
Ora invece veniamo all’aspetto sicuramente non trascurabile e molto meno americanizzato, rispetto a Ong Bak, per americanizzato intendo più tamarro e inverosimile in alcune scene, aspetto che Merantau invece cerca di non riproporre e mostrando le prodezze e uno stile tutto sommato poco conosciuto: il Silat.
Alcuni aspetti minori del film sono come ho detto il ritmo che a volte s’impappina diventando davvero lento, la storia che non è nulla di originale, ma risulta essere l’archetipo più utilizzato, l’insensatezza di alcune scene che appaiono quasi ridicole (Astri deve lasciare Adit nel nascondiglio inseguito dai banditi, eppure per quanto loro gli siano attaccati, i due riescono a parlare per circa due minuti senza che gli altri arrivino, oppure il fatto che Yuda il protagonista entra direttamente nei covi criminali a mani nude inscenando risse da baraccopoli e così uno si chiede se questi loschi trafficanti di donne e organi non abbiano tra tutti quanti una pistola per sparare al giovane esagitato…)
Per il resto si lascia vedere e il colpo di scena finale merita un encomio speciale.