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martedì 8 aprile 2014

Welcome to the Punch


Titolo: Welcome to the Punch
Regia: Eran Creevy
Anno: 2013
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 2/5

Jacob Sternwood, un ex criminale rifugiatosi in Islanda, è costretto a far ritorno a Londra quando suo figlio rimane coinvolto in una rapina andata a male. Per anni, ha fatto perdere ogni sua traccia ma il detective Max Lewinsk non ha mai smesso di dargli la caccia, sperando di riuscire un giorno a catturarlo. Non appena si ritrovano faccia a faccia, Jacob e Max scoprono di essere coinvolti in una cospirazione più grande di loro e per sopravvivere sono costretti a unire le loro forze e sostenersi a vicenda.

Ormai da tempo gli inglesi si adattano a qualsiasi tipo di target e genere.
Il secondo film del giovane regista british, prodotto da Ridley Scott, è un thriller con delle robuste scene d'azione e qualche attore famoso, buono Strong (anche se fa sempre lo stesso personaggio), non mi è ancora una volta piaciuto McAvoy, mentre il migliore è sempre quel fottuto genio/pazzo, il monolite Mullan.
Welcome to the Punch è un film di genere senza una storia, o meglio con una storia che ad un certo punto ha così tanti problemi, che sposti la materia grigia sugli inseguimenti.
Banalmente sembra una sorta di storia d'amore tra un detective e il criminale a cui da la caccia per tutta la durata del film, arrivando però, ovviamente, a scoprire un giro losco di corrotti.
Con qualche ingenua citazione tra Woo e Hark, per le caratterizzazioni dei personaggi e per portare a questa sfida tra buono/cattivo, si inserisce come un prodotto interessante, di certo poco originale, ma che conferma un valore innegabile all'interno delle produzioni inglesi che riescono anche con budget minori, ad avere sempre dal punto di vista tecnico e attoriale, il meglio sulla piazza.