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domenica 10 ottobre 2021

Voyagers


Titolo: Voyagers
Regia: Neil Burger
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Nel 2063, a fronte di un irreversibile riscaldamento globale, la scienza ha trovato il modo per portare l'umanità a colonizzare un nuovo pianeta. Il viaggio richiederà però alcune generazioni e così l'equipaggio sarà costituito di persone concepite in vitro, secondo un programma di eugenetica. I loro nipoti, la terza generazione, erediteranno il nuovo mondo. Sulla nave viaggia in più anche un uomo più maturo, Richard, cresciuto invece normalmente sulla Terra, con il compito di far loro da mentore. Ma quando i ragazzi scoprono che un farmaco li rende docili, e limita gli impulsi e il piacere, iniziano a ribellarsi...

La sci fi e le sue mille diramazioni. Il futuro distopico di Burger parte da un assunto sempre interessante dove ormai la terra è inabitabile sondando ed esplorando così nuovi pianeti. Insomma nulla di così anormale, anzi.
Il pianeta prescelto avrà bisogno di una prima perlustrazione dove si insedieranno i primi umani e da lì ogni 86 anni una nuova astronave potrà portare con sé un nuovo equipaggio per procreare e aumentare la specie. Un futuro, nascita e crescita all’interno di un’astronave, il concetto di un tempo non meglio precisato e dilatato, un pianeta da colonizzare senza conoscerlo, la selezione genetica, il libero arbitrio, il controllo delle menti e infine una riflessione sul concetto di sopravvivenza. Gli elementi sono tanti eppure il film dopo un piccolissimo intro è tutto all’interno dell’astronave dove vediamo il rapporto tra questi 30 bambini frutto di un programma di selezione genetica e il loro mentore Richard, interpretato da un ottimo Colin Farrell per un personaggio multi sfaccettato con un’etica e un intento personale notevole e sfuggente.
Proprio come in tutti i rituali quando viene a mancare il mentore e avviene un risveglio della coscienza iniziano i problemi. La droga per inibire i sensi (il liquido blu) non serve più e allora acquisite le capacità si esplorano gli orizzonti sessuali, gli istinti repressi e molto altro ancora.
Il primo atto del film è forse la parte più bella a discapito del secondo quando avviene la ribellione e il gruppo si divide con i conflitti che emergeranno, diventando una sorta di action con fucili alla mano interrogandosi di meno e abbracciando scelte didascaliche.