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martedì 10 febbraio 2015

Double

Titolo: Double
Regia: Richard Ayoade
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Adattamento cinematografico del romanzo di Fyodor Dostoyevsky, "Il doppio", il film racconta la storia di un uomo insignificante che viene portato quasi ad un esaurimento nervoso dalla comparsa di un suo sosia.

Il doppio si presta ormai davvero ha svariate interpretazioni anche se di queste  forse ne dovremmo prendere in considerazione almeno due: il doppio (doppelgänger) nella cultura tedesca, sosia malvagio e spesso opposto alla psicologia dell'individuo e il doppio come simbolo, rappresentazione, sdoppiamento psicologico conosciuto in termini tecnici anche dalla psichiatria moderna.
Ayoade crea un mondo distopico e kafkiano dove la burocrazia, l’alienazione fanno da padroni, in una società davvero impressionante per quanto in fondo incarna una dura realtà in molti luoghi di lavoro e cerca di riflettere sul senso da dare alla propria esistenza.
Un film complesso, tutt’altro che facile e dimostra il talento di Ayoade che in questo caso punta tantissimo sulla scelta delle inquadrature, il sound, le interpretazioni e il lavoro meticoloso del production design che crea un universo cupo, spesso sotterraneo, pieno di rumorosi ascensori, luci tremolanti e televisori, fotocopiatrici e prototipi di computer degli anni '50.
Sembra di stare in un sotterraneo claustrofobico, ma d’altronde anche gli esterni non incoraggiano e lasciano perplessi, in più il suicidio anomico e alcuni bruschi cambi di personalità, danno quell’atmosfera di noir che non mi capitava di vedere da tempo e devo dire che oltre alla scelta inusuale, la sfida del regista e della crew è stata vinta sotto quasi tutti gli aspetti.

Sono solo due gli aspetti su cui secondo me la pellicola deraglia. L’adattamento non può essere certo al livello della penna del maestro russo e non si capisce perché, se di rappresentazione figurativa di un malessere sociale si tratta (o il frutto di una nevrosi o di una schizofrenia), James non è solo proiezione di Simon ma un personaggio reale di cui è impossibile comprendere fino in fondo la natura.