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martedì 31 maggio 2011

Sono il numero quattro


Titolo: Sono il numero quattro
Regia:  D.J Caruso
Anno: 2011
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

John Smith è un alieno piombato sulla Terra insieme ad altri 8 della sua razza. Sopravvissuti all’attacco al pianeta Lorien da parte dell’ostile razza dei Mogadore, i nove sono costretti a fuggire dagli invasori, venuti sulla Terra per sterminarli uno dopo l’altro, prima di fare lo stesso con la nostra razza, quella umana. I primi tre sono stati trovati e uccisi, ora tocca al numero quattro. Nei panni di un ragazzo delle superiori, John vive una vita senza fissa dimora, in perenne fuga e in costante ‘evoluzione’, con misteriosi poteri che giorno dopo giorno fanno la loro apparizione ed una piccola città dell’Ohio, ennesima ‘casa’ scelta dal suo tutore Henri, diversa da tutte le altre per via di Sarah, ragazza che lo farà innamorare, per la prima e ultima volta…

Diciamo che I am the four number poteva dare davvero qualcosa di più. La storia non è originale ma poteva dipanarsi su schemi diversi che anche se non aggiungevano nulla potevano almeno restituire una nuova enfasi e sfruttare maggiormente alcune tematiche del soggetto e della fantascienza contemporanea.
A partire dallo stesso, in questo caso preso da una saga letteraria che da noi non ha avuto molto successo a differenza degli americani. Probabilmente saremo costretti a veder decollare tutti e sei i capitoli dell'omonimo libro di James Frey e Jobie Hughes.
Caruso aveva il budget e tutte le carte in regola.
Ha disobbedito a tutti coloro che si aspettavano di più che alcuni dialoghi che mischiano Twilight e Dawson’s Creek così come un target quello appunto dei teen-ager che hanno sempre più bisogno di modelli da imitare e personaggi che rasentino la perfezione fisica.
Il modello della storia d’amore su cui investire a tutti i costi purtroppo si rileva spesso retorico e banale quasi a voler cercare di mettere tutti d’accordo dal ragazzo che vuole il combattimento alla ragazza che invece ricerca una love-story emozionante ma per niente originale.
Beh questi elementi ci sono tutti così come una giusta dose di azione(probabilmente la parte che più si salva) e alcune faide divertenti (la lotta tra le bestie) che rendono il film un prodotto di routine senza nulla aggiungere e con la solita struttura che porta il film a collocarsi tra le pellicole di intrattenimento che Hollywood sforna a gogò così come il destino di Caruso che non sembra mai decollare ma anzi rimane sempre schiavo del sistema e dell’omologazione di cui questo fa parte a tutti gli effetti.
La recitazione è molto sotto le righe proprio a partire dal protagonista, un belloccio asettico e mono-espressivo.
Gli errori di sceneggiatura non si contano così come alcune scene grossolane che grazie alla c.g distolgono l’attenzione da una povertà di base che poteva essere diretta meglio contando la materia cartacea di riferimento. Ad esempio non c’è una spiegazione soddifacente sui veri motivi di scontro  tra i due pianeti, sulle sembianze, sulla scelta che abbia portato i Lorien sulla terra più tutto ciò che comporta i poteri del numero quattro e dei suoi simili.
Credo che la scena più carina e forse l’unica che rimarrà impressa sarà proprio quella iniziale con la morte di uno degli 8 e quella gran figa(anche se platealmente tamarra) della numero 6.
Per finire Caruso sta cominciando a dare i numeri e questo film ne è la drammatica realtà soprattutto se si continua a puntare sul target giovanile senza condirlo con qualcosa di più solido e meno macchiettistico.