Titolo: Fuga da Los Angeles
Regia: John Carpenter
Anno: 1996
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
2000: un terremoto ha staccato Los
Angeles dalla terraferma. Il Presidente degli Stati Uniti ne è
felice, per quanto amorale e criminale è la città. Ma proprio sua
figlia ruba una potente arma e la consegna al boss ribelle della
metropoli. Iena Plissken al recupero.
Carpenter è uno dei migliori registi
in circolazione "in assoluto" per quanto concerne il cinema
di genere. Solo lui poteva rinarrare le gesta di Jena conferendogli
un'esagerazione e una strabordante dose di azione così funzionale,
spaccona e divertente.
Tutta la storia è un concentrato di
violenza, tamarraggine, trashate a gogò e dialoghi sboccati senza
nessun bisogno di prendersi troppo sul serio.
E' vero poi, è questo con Carpenter
bisogna sempre ricordarlo, che c'è sempre un risvolto politico, una
presa di posizione, in questo caso sulla dittatura dei vari governi e
su alcuni inquietanti cambiamenti come i chirurghi estetici per
finire sul pessimismo cosmico di spegnere un mondo senza libertà.
Il cambiamento drastico, per un regista
che del b-movie ha saputo tirarne fuori l'oro, è il budget che
supera i 50 ml a differenza dei 7 del primo capitolo.
Infatti la c.g è prepotente in quasi
tutte le scene e la color correction sparata a mille fa il resto.
Un divertissement non all'altezza di
altri suoi film ma nemmeno con le stesse ambizioni e se paragonato
alle schifezze che ci circondano rimane un gioiello.