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martedì 22 marzo 2011

Papaya dei Caraibi

Titolo: Papaya dei Caraibi
Regia: Joe D'Amato
Anno: 1978
Paese: Italia/Repubblica Dominicana
Giudizio: 3/5

Geologi e ingegneri sono inviati da una multinazionale in un villaggio di Santo Domingo per costruirvi una centrale nucleare. Gli abitanti del luogo, sfrattati dalle loro terre, con la complicità della procace creola Papaya li attirano, ad uno ad uno, in una trappola mortale.

"La violenza ha un senso solo quando serve ad opporsi ad altra violenza"
Cinema erotico-esotico. Mah...
Non c'è tanto da dire su questo debole thriller che non vuole essere dichiaratamente splattere ed erotico anche se sotto certi aspetti lo rispecchia eccome, ma trattasi di tentativo di voler condannare i colonizzatori e i loro intenti espansionistici.
Eppure la trama è il pretesto per uno svolgimento che si dipana in ben altri intenti e che forse ottiene quello che vuole proprio grazie ad un alternarsi di scene ad alto impatto senza avere i pretesti di sceneggiatura per dire veramente qualcosa.
O forse D'Amato esprime il messaggio con i segnali del corpo....
E'così la cavia che gioca nella vasca con i due piccioncini(lui bruto,lei bionda)per poi capire che il bruto e il maschio cattivo e quindi va scopato per bene prima di essere punito e lei bionda che per ribellarsi a questa condizione si lascia travolgere dall'immancabile tipo di colore.
Qualche momento lo regala come la bionda inseguita dai bambini, scene inutili di squartamenti di animali e combattimenti tra polli per arrivare all'immancabile scena finale lesbica in cui le due si ricongiungono e ripartono assieme per una nuova avventura.
Questo in sostanza è lo spiacevole andamento di questa pellicola lenta e straziata da passaggi insostenibili e noiosi.
La regia è quantomeno anomala contando il regista in questione e salvo le location e qualche musica lounge il resto è assolutamente trascurabile.