Titolo: It Follows
Regia: David Robert Mitchell
Anno: 2014
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Per la diciannovenne Jay, l'autunno
dovrebbe significare scuola, ragazzi e fine settimana al lago. Ma
dopo un incontro sessuale apparentemente innocente, si ritrova
perseguitata da strane visioni e dalla sensazione inevitabile che
qualcuno, o qualcosa, la stia seguendo. Di fronte a questa
sensazione, Jay e le sue amiche si trovano a dover trovare un modo
per sfuggire agli orrori che sembrano essere dietro l'angolo.
It Follows è uno di quei film che lo guardi e ti sembra non convincerti pienamente, poi dopo averlo visto, ogni tanto ci ripensi o meglio sei stato in parte contagiato dalla sua penetrante atmosfera.
Il secondo film di Mitchell non brilla
di originalità ma è composto molto bene oltre ad essere un film di
genere che omaggia Carpenter prima di molti altri.
L'incidente scatenante, a parte la
bella scena iniziale, gioca tutto sui rapporti sessuali e sulle
malattie sessualmente trasmissibili, una sorta di epidemia che
genera, in questo caso una strana maledizione (eppure siamo distanti
da altri film che sfruttando l'idea partorivano filmetti idioti e
ripetitivi).
Una croce che la protagonista si porta
dietro ma che in fondo riesce a far vedere anche agli altri non
risultando come in altri film, la solita pazza visionaria.
E'atipico il modo in cui il film gioca
sulle caratterizzazioni dei personaggi rendendoli complici e mai
antipatici, se contiamo che anche l'antagonista iniziale in fondo
agisce per paura e per togliersi un male che in fondo non capisce da
dove è stato generato, ma che con una scopata, relega alla tonta di
turno.
E ora parliamo della tensione,
dell'atmosfera e delle musiche nonchè della fotografia.
Tutti elementi dosati con cautela e che
riescono a regalare un concentrato di effetti tutti affini e
funzionali alla pellicola, con un'estetica che pur appartendendo ad
un indie low-budget, non manca di citare e di strizzare l'occhio a
moltissimi registi d'avanguardia.
Forse sul cast si poteva fare di più,
ma d'altronde il gioco alla mattanza (anche se non telefonato come
nei classici slasher, horror-teen e compagnia varia) può essere
anche vista come una critica ad una società americana ormai quasi al
baratro in cui i giovani si accontentano e scappano continuamente
senza riuscire a dare delle risposte a quello che capita intorno a
loro.