Visualizzazione post con etichetta It Follows. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta It Follows. Mostra tutti i post

sabato 27 giugno 2015

It Follows

Titolo: It Follows
Regia: David Robert Mitchell
Anno: 2014
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Per la diciannovenne Jay, l'autunno dovrebbe significare scuola, ragazzi e fine settimana al lago. Ma dopo un incontro sessuale apparentemente innocente, si ritrova perseguitata da strane visioni e dalla sensazione inevitabile che qualcuno, o qualcosa, la stia seguendo. Di fronte a questa sensazione, Jay e le sue amiche si trovano a dover trovare un modo per sfuggire agli orrori che sembrano essere dietro l'angolo.

It Follows è uno di quei film che lo guardi e ti sembra non convincerti pienamente, poi dopo averlo visto, ogni tanto ci ripensi o meglio sei stato in parte contagiato dalla sua penetrante atmosfera.
Il secondo film di Mitchell non brilla di originalità ma è composto molto bene oltre ad essere un film di genere che omaggia Carpenter prima di molti altri.
L'incidente scatenante, a parte la bella scena iniziale, gioca tutto sui rapporti sessuali e sulle malattie sessualmente trasmissibili, una sorta di epidemia che genera, in questo caso una strana maledizione (eppure siamo distanti da altri film che sfruttando l'idea partorivano filmetti idioti e ripetitivi).
Una croce che la protagonista si porta dietro ma che in fondo riesce a far vedere anche agli altri non risultando come in altri film, la solita pazza visionaria.
E'atipico il modo in cui il film gioca sulle caratterizzazioni dei personaggi rendendoli complici e mai antipatici, se contiamo che anche l'antagonista iniziale in fondo agisce per paura e per togliersi un male che in fondo non capisce da dove è stato generato, ma che con una scopata, relega alla tonta di turno.
E ora parliamo della tensione, dell'atmosfera e delle musiche nonchè della fotografia.
Tutti elementi dosati con cautela e che riescono a regalare un concentrato di effetti tutti affini e funzionali alla pellicola, con un'estetica che pur appartendendo ad un indie low-budget, non manca di citare e di strizzare l'occhio a moltissimi registi d'avanguardia.
Forse sul cast si poteva fare di più, ma d'altronde il gioco alla mattanza (anche se non telefonato come nei classici slasher, horror-teen e compagnia varia) può essere anche vista come una critica ad una società americana ormai quasi al baratro in cui i giovani si accontentano e scappano continuamente senza riuscire a dare delle risposte a quello che capita intorno a loro.