Titolo: Slugs
Regia: Juan Piquer Simon
Anno: 1988
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Nei pressi della città di Ashton, uno
stabilimento chimico si sbarazza delle scorie di lavorazione
riversandole in un condotto fognario abbandonato. I rifiuti tossici
innescano una spaventosa mutazione in comunissime lumache
trasformandole in grosse predatrici, aggressive, assetate di sangue.
Slugs è uno di quei film che visti
oggi sembrerebbero datati e fuori luogo visti i limiti di budget ed
effetti speciali che cercano di fare come possono. La storia poi non
ha quei fasti narrativi come ad esempio Bug-Insetto di fuoco, ma
riesce ad intrattenere coinvolgendo lo spettatore e arrivando a
tracciare una sorta di sci fi con eco vengeance e fanta ecologia.
Quegli stessi stabilimenti chimici
responsabili della pandemia di lumache assassine rappresentano per il
genere uno dei nemici di spicco, i quali “inconsapevolmente”
decretano stragi a volontà. Slugs dalla sua però riesce a
difendersi molto bene. Un prodotto artigianale curato dall’inizio
alla fine ad opera di un autore, Simon, che si è sempre confrontato
con il cinema di genere.
Alcune sequenze riescono ad essere
davvero funzionali e inquietanti, l’elemento splatter non è mai
troppo forzato ma riesce nel compito di creare il giusto disgusto
dell’azione carnivora delle limacce che non essendo veloci, tentano
agguati di nascosto alle loro vittime o agiscono in gruppi
numerosissimi
Simon riesce a far apparire il film un
b movie che si unisce alla galleria di film di genere su animali
assassini o su insetti muta forma o qualsiasi altra etichetta possa
essergli affibiata.