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venerdì 18 marzo 2011

Running on Karma

Titolo: Running on Karma
Regia: Johhnie To
Anno: 2003
Paese: Hk
Giudizio: 3/5

Big è un culturista con un passato da monaco buddista e la capacità, in seguito all'omicidio della sua più cara amica, di vedere il karma. Quando però, durante uno degli spogliarelli con cui si mantiene, viene a contatto con una giovane poliziotta, ne "prevede" la morte violenta. Memore del passato, Big decide di proteggerla.

Partiamo subito da un dato sicuro. Running on Karma è un film difficile nel senso che mescola humor (cinese!), azione, poliziesco, noir, thriller, arti-marziali, dramma e commedia. Tutto miscelato devo dire con una forza ed un ritmo invidiabili. Ne esce un prodotto mozzafiato.
La scena quasi iniziale del tipo indiano che con lo yoga esce da una scatola piccolissima è straordinaria è curata benissimo per quanto sia in computer-grafica. I combattimenti sono perfetti, si parte dallo shaolin per poi arrivare ad alcune spettacolari tecniche di wushu (contando che non è un film dichiaratamente di arti-marziali).
La storia comunque non è molto facile. Quando si comincia a capire la questione del karma e delle re-incarnazioni la storia si fa più sfaccettata e cambiano quasi tutti i ruoli dei personaggi che si invertono da vittima a carnefice e viceversa.
Nella seconda parte tuttavia il ritmo comincia a vacillare con momenti abbastanza discontinui come le visioni di Big che senz’altro esagerano e l’inizio dello stesso che decide di affiancare Lee Fung Yee come tutti gli eroi senza prendersi il merito.
Lo stile tecnico del regista di Hong Kong è impeccabile.
La sceneggiatura è scritta a due mani insieme a Wai Ka-fai.
Gli attori sono tutti molto bravi. Andy Lau a parte essere uno dei più bravi attori orientali, gigioneggia e scherza nel ruolo di Big con una tuta super-muscolosa che non deraglia i movimenti di uno dei maggiori conoscitori di arti-marziali che vanta però il sacrosanto diritto di saper recitare.