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domenica 21 febbraio 2016

Mommy

Titolo: Mommy
Regia: Xavier Dolan
Anno: 2015
Paese: Francia
Giudizio: 5/5

Diane è una madre single, una donna dal look aggressivo, ancora piacente ma poco capace di gestire la propria vita. Sboccata e fumantina, ha scarse capacità di autocontrollo e ne subisce le conseguenze. Suo figlio è come lei ma ad un livello patologico, ha una seria malattia mentale che lo rende spesso ingestibile (specie se sotto stress), vittima di impennate di violenza incontrollabili che lo fanno entrare ed uscire da istituti. Nella loro vita, tra un lavoro perso e un improvviso slancio sentimentale, si inserisce Kyle, la nuova vicina balbuziente e remissiva che in loro sembra trovare un inaspettato complemento.

Mommy è fresco e spensierato, senza troppe regole e anarchico a tutti gli effetti.
Il segreto del suo successo credo sia riconducibile a questi elementi, all'età del regista e dei suoi cinque importanti film, contando che ha solo venticinque anni. Se poi contiamo che gli attori sono tutti molto bravi e che basta una sola scena per inserire l'opera nell'olimpo dei film che non verranno mai dimenticati allora è fatta. E vi dico solo Wonderwall.
A livello tecnico alcune scelte si rivelano funzionali e originali ad esempio decidendo di restringere lo schermo a un quadrato. Una dimensione 1:1 invece di un 4:3 o di un 16:9, due barre di nero al lato che producono subito due effetti, pressione e libertà.
Perchè Mommy è così a tutti gli effetti un attacco continuo alla sensibilità e ai sentimenti dello spettatore, per il suo linguaggio senza censure, per il suo ritmo incredibile, per il fatto di non dover concedere e regalare nulla, ma sapendo di dover essere doverosamente realistico e mai pretenzioso o politically correct.
Il punto di forza è nel rimanere sempre e a tutti gli effetti un dramma usando la volgarità come elemento ironico senza contare alla sofferenza e alla pesantezza di questo rapporto ossessivo-compulsivo tra madre e figlio.
Da quando entra in gioco Kyle il film diventa un'opera che permette di avere il nostro occhio a esamninare e osservare ancora di più le tematiche e il dramma familiare.
Come un educatrice posta in casa per qualche strano motivo che piano piano si inserisce e crea di fatto una relazione sana in un contesto ambiguo e sempre incline all'esplosione.
Antoine-Olivier Pilon, alias Steve, con la sua spensieratezza, la sua voglia di vivere, la sua richiesta di attenzioni, il suo narcisismo e soprattutto la sua iperattività è assolutamente indimenticabile.