Visualizzazione post con etichetta Under the shadow. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Under the shadow. Mostra tutti i post

venerdì 18 novembre 2016

Under the Shadow


Titolo: Under the Shadow
Regia: Babak Anvari
Anno: 2016
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

Teheran 1988. Shideh vive in mezzo al caos della guerra Iran-Iraq. Accusata di sovversione e registrata nella lista nera dal collegio medico, si ritrova in uno stato di malessere e confusione. Mentre il marito è in guerra un missile colpisce il loro condominio e da quel momento una forza soprannaturale cercherà di possedere Dorsa, la loro giovane figlia.

Under the Shadow è una piacevole sorpresa che arriva dall'Iran passando per la Gran Bretagna.
E'un altro di quegli horror intelligenti, che sposa leggende, folklore popolare e miti narrando del Djin e del loro potere, l'esoterismo che prende piede in una città afflitta dalla guerra dove tutti scappano e solo coloro che non credono, accettano di rimanere per sopravvivere.
L'esordio di Anvari però non si limita solo ad essere una fiaba moderna con una nuova demonologia (anche perchè i Djin non sono proprio nuovi nel cinema), ma è stratificato e ben più complesso parlando di legami familiari che sfociano in allucinazioni e paranoie, difficoltà madre/figlia, una società misogina che si rispecchia nel lavoro come nella vita pubblica (quando lei esce di casa terrorizzata con Dorsa senza velo e viene fermata dai poliziotti che vorrebbero frustarla) e infine il male come manifestazione della guerra (in questo caso il missile che diventa il tramite).
Dicevo c'è tanto è il film si delinea all'inizio come un dramma solo familiare (bisogna aspettare quasi un'ora per vedere il primo Djin ad esempio) e in tutto questo arco di tempo il regista caratterizza benissimo i suoi personaggi, destruttura l'ambiente e crea la suspance proprio facendo avvicinare Shideh e Dorsa all'orrore vero. Un film per alcuni aspetti claustrofobico che mi ha ricordato Citadel e Babadook.
Il film si apre con una scritta che ci ricorda i numeri della guerra Iran-Iraq combattuta tra il 1980 e il 1988. Proprio l'orrore della guerra e la scelta da parte del demone di entrare dalle crepe che si formano dopo i bombardamenti diventano gli spiragli che non riescono ad essere coperti e cancellati soprattutto con lo scotch, ma che metaforicamente sono ferite destinate a rimanere per sempre.