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domenica 18 aprile 2021

Hunted


Titolo: Hunted
Regia: Vincent Paronnaud
Anno: 2020
Paese: Belgio
Giudizio: 3/5

Eve incontra in un bar quello che reputa un ragazzo affascinante. Le cose per lei si complicano quando realizza di avere in realtà di fronte uno psicopatico che ha anche un complice. I due la inseguono con pessime intenzioni ma Eve non si arrende: la foresta sarà la sua sola alleata per la salvezza.
 
Hunted è un film divertente e malato, assolutamente folle, malsano e spassoso che modella i canoni tipici del revenge movie in chiave femminile e il rape & revenge, infilando alcuni aspetti decisamente funzionali e degli intenti da parte degli antagonisti folli e allo stesso tempo spassosi.
Un continuo deragliare partendo da edifici anonimi, ad un bosco coloratissimo, ad un loft di lusso e altro ancora. Hunted è una caccia che non smette mai di correre alternando continuamente il ruolo di vittime e carnefici, regalando una battaglia furiosa, dei personaggi volutamente esagerati ma mai troppo sopra le righe e trovando delle ghigne come quelle di Arieh Worthalter assolutamente incredibili. Una sorta di famelico lupo assettato di donne, di rabbia omicida, di non saper gestire nemmeno l'abc del codice criminale con il suo socio che a dispetto suo è un complessato fantoccio anonimo con la faccia da stupratore seriale.
E poi c'è lei Lucie Debay fantastica nel distruggere una personalità per crearne un'altra, liberare il demone che alberga in lei frustrato da un lavoro spossante e da un capo idiota che la manda di cantiere in cantiere per raggiungere la ciliegina finendo per essere beffata da uno psicopatico di cui si era fidata dopo qualche bicchiere di troppo.
Un film che di fatto non aggiunge nulla di che al genere e alla struttura ma trovando e azzeccando un ritmo fenomenale, lasciandosi guadare senza un attimo di tregua risultando micidiale nelle scene di violenza o quando lei decide di seguire i due psicopatici accettando di salire sulla loro macchina. Proprio in quella scena il cambiamento repentino di Arieh poteva lasciare presagire qualcosa di una violenza indicibile o volutamente in direzione torture mentre il film saggiamente sceglie deliberatamente un'altra strada.
Senza contare poi alcuni personaggi secondari come madre/figlio in mezzo al bosco come survivalist o la guardia che pensa di essere un maestro di arti marziali e tutto il finale nel loft di lusso senza farsi mancare un cane che fino alla fine non molla la presa del nemico.