New York, anni 80, settembre. Dog, cane antropomorfo, vive un'esistenza solitaria, fatta di televisione e cibi preconfezionati. Durante una serata malinconica, consulta dei modelli di robot da acquistare e ne ordina uno per corrispondenza. Quando Robot gli viene recapitato a domicilio, nasce un'intensa amicizia tra questi e Dog: i due girano Manhattan in lungo e in largo, condividendo esperienze inebrianti. Dopo una giornata trascorsa in spiaggia Robot si blocca e non riesce più a rialzarsi: Dog cerca una soluzione, ma al suo ritorno trova lo stabilimento chiuso fino alla stagione successiva. Costretti a rimanere separati l'uno dall'altro per molti mesi, Dog e Robot finiranno per trovare soluzioni alternative alla rispettiva solitudine.
Il film di Berger ha saputo
trasportarmi in un'atmosfera di speranza e tristezza. Tra emozioni e
sentimenti in quello che appare come un film muto ma molto musicale,
lo stile di scrittura e i tempi sono pressochè perfetti dando
autorialità, peso e forma ad un film ambizioso seppur semplice con
tanti elementi analizzati in maniera matura riuscendo però a trovare
un accordo tra le parti diventando un film adatto a tutti i target.
Berger trasporta ed esalta questa "umanità" è prigioniera dei consueti vizi di avidità e menefreghismo, proprio come quella che conosciamo al di fuori dell'allegoria.
Nonostante ciò, Dog cerca e spera in un domani migliore e la coppia che forma con Robot, una bromanc tenera e platonica, sembra estrarre il lato migliore di New York, un immenso potenziale sociale e creativo nascosto sotto la coltre di stress e arrivismo.
Berger trasporta ed esalta questa "umanità" è prigioniera dei consueti vizi di avidità e menefreghismo, proprio come quella che conosciamo al di fuori dell'allegoria.
Nonostante ciò, Dog cerca e spera in un domani migliore e la coppia che forma con Robot, una bromanc tenera e platonica, sembra estrarre il lato migliore di New York, un immenso potenziale sociale e creativo nascosto sotto la coltre di stress e arrivismo.