Titolo: Son of a Gun
Regia: Julius Avery
Anno: 2014
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Arrestato per un reato minore, il
diciannovenne JR si scontra rapidamente con la dura vita carceraria e
accetta la protezione offertagli da Brendan Lynch, il nemico pubblico
numero uno australiano. Poiché la protezione ha un prezzo, una volta
tornato a piede libero JR è chiamato a restituire il suo debito,
aiutando Lynch a ritrovare la sua libertà con un'audace fuga. Come
ricompensa, potrà prendere parte a una serie di rapine milionarie
che porteranno JR in rotta di collisione con il suo ex mentore non
appena le cose inizieranno ad andare male.
Se è vero che pur partendo da una
vicenda a tratti reale come quella del personaggio di Brendan Lynch,
l'esordio alla regia di Avery, seppur infarcito di stereotipi e
intrecci scontati, ha una sua anima ben delineata coadiuvata da un
cast interessante e alcune scelte, come quella nel finale, che se non
originali almeno non abbassano il tono generale della pellicola.
Da prison-movie, con tutta
l'iniziazione del caso, si passa poi ad un ritmato heist-movie, in
una sottotrama, nel secondo atto, in cui il protagonista si
invaghisce di una prostituta cercando di sottrarla al suo pappone, in
una love-story comunque non così banale come si pensava.
Se non sono i colpi di scena a farla da
padrone nel film, è l'atmosfera che cambia di continuo, la
recitazione attenta e capace di restituire quella sofferenza che in
diversi ambiti attraversa tutti i personaggi legati ad un futuro
tanto drammatico quanto doloroso.