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martedì 15 dicembre 2015

Stinking Heaven

Titolo: Stinking Heaven
Regia: Nathan Silver
Anno: 2015
Paese: Usa
Festival: TFF 33°
Giudizio: 3/5

Anni 90, New Jersey. Persone con problemi di dipendenza di vario genere si riuniscono in una sorta di comune, diretta da una coppia. Tra autoanalisi quotidiana e metodi poco ortodossi, ogni giorno e` una nuova scommessa e i fragili equilibri raggiunti sembrano sempre sul punto di saltare.

Diciamo che con una trama così interessante, il quinto film di Silver poteva godere di quanto di meglio ci si potesse aspettare. Purtroppo non è stato così.
Pur non amando gli yippie, anche se non ho pregudizi e li osservo interessato quasi come una risposta a una realtà che ancora faccio fatica a spiegarmi, mi aspettavo forse un'analisi diversa sulle disfunzioni umane, sulla comunità allargata e su questa strana famiglia di auto aiuto in cui ognuno è libero di fare quello che vuole cercando di superare le dipendenze da droghe o altro.
Sono tanti i personaggi. Una galleria che si fa fatica a ricordare almeno per i nomi.
Eppure è interessante come il regista abbia un filo conduttore per tutte le storie che solo dopo una buona parte si riesce a incasellare a dovere. Nei suoi settanta minuti, riesce sicuramente bene, la parte della terapia di auto aiuto, dove ognuno mostra le proprie debolezze e fragilità facendosi filmare e ascoltare dagli altri membri del gruppo.
Sembra a metà tra uno spettacolo del Living Theatre e una seduta di psicoanalisi in cui si è costretti a mostrarsi i momenti più infimi.
Anche se con alcuni momenti in cui il ritmo cade bruscamente, il film di Silver si rialza sempre o quasi come d'altronde i tossici, lasciando il posto ai percorsi di vita più disparati, morendo, e vendendo funghi fermentati e distillati nella propria vasca da bagno (come tutti i fricchettoni che si rispettino).
Sottolinenando i rapporti patologici tra i personaggi, alla fine si può definire una setta, Stinking Heaven funziona come pugno allo stomaco e come dimostrazione di come possa realmente spaventare una struttura come questa e forse dall'altro cerca di portare un messaggio di speranza in cui almeno qualche personaggio riesca a salvarsi.