Titolo: Raid Redemption
Regia:
Gareth Evans
Anno: 2011
Paese: Indonesia
Giudizio: 4/5
Una squadra speciale della polizia prende d'assalto il
condominio-fortezza di un signore della droga, anche se si rende conto ben
presto di essere attesa dai criminali. E l'accoglienza non è delle migliori.
Evans è ritornato dopo l’esordio con il buon
MERANTAU. Dopo due anni il regista
cresce e così il suo cinema e la sua capacità di gestire l’azione allargandola
senza rimanere nel microcosmo del film precedente.
Anche se quasi
tutto sembra girato in un’unica location (mega edificio tipo favelas dove
vivono e lavorano alcuni trafficanti di droga) dopo i primi dieci minuti, il
ritmo diventa spericolato e dopo un’ora invece la parte rimasta un po’ sotto le
righe (ovvero i combattimenti) esplodono in alcuni incontri tra i più lunghi e
violenti della storia del cinema delle arti marziali.
L’Indonesia non è molto famosa ed esperta con il cinema
di genere. L’exploit infatti era difficile e cercare come in questo caso di
esagerare con le mazzate e le pallottole non era affatto facile, soprattutto se
il film si prende pesantemente sul serio e, menzione speciale, ci riesce.
Iko Uwais è l’attore feticcio di Evans. Prima con
MERANTAU e ora, sembra proprio quello sguardo vigile e attento a cercare di
comprendere la violenza dei colleghi e cercare di mediare il più possibile
sfruttando al meglio il Silat e le splendide coreografie. Da entrambe le parti
ci sono gli eccessi ma Evans, a differenza di Prachya Pinkaew,
si ricorda che anche la storia dalla sua richiede un minimo d’investimento e qui
il soggetto ha la sua importanza, dimostrando di conoscere meglio il motore
della narrazione, e riuscendo quindi ad ampliare il successo e la maturità del
film.