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martedì 15 novembre 2016

Kubo e la spada magica

Titolo: Kubo e la spada magica
Regia: Travis Knight
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Kubo è un cantastorie. Di giorno al villaggio suona e canta le gesta di storie senza un finale, animate davanti al suo pubblico di strada tramite origami; di notte invece si nasconde da un nemico occulto che lo cerca per privarlo dell'unico occhio che gli rimane (l'altro è bendato): il nonno. Ultimo di una famiglia legata alla magia, vive con una madre che sembra aver perso ogni forza per lottare e che, quando il nonno li troverà, scompare nel tentativo di far scappare il figlio. Inizia così il viaggio di Kubo, assieme a uno scarafaggio gigante e una scimmia, alla ricerca di un elmo, un'armatura e una spada che insieme gli consentiranno di sconfiggere l'ingombrante nonno.

“Se dovete distrarvi, fatelo ora. Fate molta attenzione a tutto quello che vedete, non importa quanto strano possa sembrare. Se battete le ciglia, anche solo per un attimo, il nostro eroe perirà”
Kubo è notevole. Poteva esserlo di più e cercare di rendere ancora più complessa e dinamica la sceneggiatura trovando comunque una messa in scena impeccabile (lo stile e soprattutto la forma che ancora una volta sfrutta in modo funzionale la stop-motion) e reinventando e mischiando il folklore e le leggende orientali.
Un viaggio dell'eroe di questo insolito protagonista con una storia molto triste alle spalle di abbandono e un viaggio di formazione che troverà sicuramente alcuni elementi sfruttati in modo per niente banale, riuscendo a stimolare giovani e adulti come da sempre cerca di fare quella fetta dell'animazione più complessa e matura.
Knight poi è l'animatore capo di Coraline e la porta magica (e si vede) è il capo dell'animazione della LAIKA e membro del Consiglio d'Amministrazione della società. Si occupa sia delle operazioni commerciali che della direzione creativa della LAIKA, attiva sia nella realizzazione di film stop-motion e digitali che nella produzione di spot commerciali.
La tecnica in stop-motion come dicevo rende poi questo film ancora più unico e sorprendente. Basti pensare che è il film in stop-motion più lungo mai realizzato. Il film è composto da oltre 145.000 foto, la sequenza con la barca ha richiesto 19 mesi e lo scheletro è il più grande pupazzo stop-motion mai costruito.
I punti deboli della storia sono proprio alcune ripetizioni e un piattezza che in più momenti traspare spezzando quella magia che in alcuni casi il film porta a degli importanti livelli.
Lunga vita alla Laika, che spero continui a portare avanti e produrre film animati che esaudiscono i desideri degli adulti e poi dei bambini, trovando quel giusto compromesso tra cinema commerciale e favole di un'altra epoca, in un Giappone feudale cupo e spaventoso popolato da demoni e tutto il resto, variegando i generi e mischiando gli stili in una confezione originale e coinvolgente.