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venerdì 8 febbraio 2019

Hotel Gagarin


Titolo: Hotel Gagarin
Regia: Simone Spada
Anno: 2018
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

Cinque italiani squattrinati e in cerca di successo vengono convinti da un sedicente produttore a girare un film in Armenia. Appena arrivati all'hotel Gagarin, un albergo isolato nei boschi e circondato soltanto da neve, scoppia una guerra e il produttore sparisce con i soldi. I loro sogni vengono infranti, ma nonostante tutto la troupe trova il modo di trasformare questa esperienza spiacevole in un'occasione indimenticabile, che farà ritrovare loro la spensieratezza e la felicità perdute.

Hotel Gagarin continua a promuovere una certa tendenza del cinema italiano.
Quello di arrovellarsi su se stesso e decidere di non raccontare di fatto nulla.
Un'idea secondo me non particolarmente originale ma che poteva creare molto di più grazie all'aiuto del cast che a parte alcuni nomi, aveva tutti i numeri sulla carta.
E'un film deboluccio, carino, simpatico, con qualche dialogo e qualche espressione che funziona, ma in fondo è come il nostro paese, alla fine i film non si fanno nemmeno in terra straniera.
Avete presente il cinema di Wes Anderson. E'come se in qualche modo, Spada, avesse preso solo l'indole malinconica del film cercando di mostrare come in fondo siamo tutti buoni e cari, ma non sappiamo risolvere niente e siamo costretti a fare retromarcia quando scopriamo che i soldi che ci avevano promesso per il film, sono spariti per mano di qualche burocrate corrotto.
Ora tutto il film al di là delle coppiette e dei rapporti sociali non dice molto di più.

Con una musica che cerca di rendere ancora più triste e commovente l'atmosfera (il risultato nel mio caso è il contrario) non c'è da aggiungere molto su un film che poteva almeno puntarla su qualche complessa trama governativa come succedeva nel film Perfect day o almeno cercare di far ridere leggermente di più.