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mercoledì 5 dicembre 2018

Blackkklansman


Titolo: Blackkklansman
Regia: Spike Lee
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Anni 70. Ron Stallworth, poliziotto afroamericano di Colorado Springs, deve indagare come infiltrato sui movimenti di protesta black. Ma Ron ha un'altra idea per il suo futuro: spacciarsi per bianco razzista e infiltrarsi nel Ku Klux Klan.

L'ultimo joint di uno dei maestri del cinema americano non smette di perdere la sua carica eversiva e ironica.
Un film grottesco, parecchio crudo e razzista, che senza celare nulla della sua facciata iniziale, manda avanti un'indagine, un caso che sembra qualcosa di assurdo quando poi invece scopriamo che è esistito eccome e che come forse vorrebbe dire Lee potrebbe risuccedere anche oggi.
Un film diverso dai soliti che sceglie sempre una narrazione secondo i suoi canoni e legato ad una poetica iconoclasta che punta a dissacrare i luoghi comuni della società bianca o gli errori del passato che per tanti diciamo che errori non sono stati e ora più che mai vorrebbero tornare in auge.
Senza avere quei voli pindarici su un'azione e alcune scene di violenza efferata come capitava in altri suoi film, il regista si confronta proprio con aspetti più controversi burocratici e amministrativi che altro, mettendo tutto in mano ad una coppia di attori che riescono nella loro semplicità ad essere quanto più diretti possibili.
Lee da sempre coglie degli aspetti nel suo cinema che ne fanno un artista in grado di evidenziare quei particolari che non sembrano interessare a tutti.
E lo fa sempre di più andando controcorrente dai tempi di FA LA COSA GIUSTA nel suo immaginario dove bianchi e neri vivono assieme odiandosi fortemente.
Nel 2018 anche se la vicenda è ambientata negli anni '70, Lee ci dice che il razzismo non è mai finito anzi, sembra essere l'incipit di ogni suo film e il suo immaginario negli anni è stato fortemente diviso e diverso dagli altri che si misuravano sui film con tematiche razziali.
La sua politica è sempre stata antagonista ad un certo tipo di sogno americano radicale ed esteticamente dirompente, scegliendo e spesso mostrando invece la semplicità con cui la comunità afro sembra non solo averci fatto l'abitudine, ma sbeffeggiandola e deridendola al contempo stesso.