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domenica 20 marzo 2011

28 settimane dopo

Titolo: 28 settimane dopo
Regia: Juan Carlos Fernadillo
Anno: 2007
Paese: Gran Bretagna/Spagna
Giudizio: 4/5

Londra. Il virus devastante che ha decimato la Gran Bretagna è stato finalmente debellato e l'esercito ha ristabilito l'ordine. Tuttavia, dopo sei mesi di tranquillità, un portatore della 'rabbia' letale sfugge al controllo e ben presto ricomincia a diffondere il virus così la città che era in via di ripopolazione ripiomba nel caos più totale.

Cinico, cattivo, spietato, senza ancore di salvezza…se non per i piccoli portatori di una nuova speranza. Questo è un sequel con i fiocchi e con molto sangue.
Il genere è una contaminazione come il modello iniziale che spazia dalla fantascienza allo “zombie-movie” e in alcune scene anche molto splatter. La sceneggiatura è scritta bene, coerente senza troppa fantasia e come dicevo cinica nella dimensione in cui non ci sono sopravvissuti tra i falsi protagonisti e l’identificazione la si può avere se non nel soldato nello sguardo dei due bambini. Ogni tanto dei passi falsi e tentativi di buonismo soprattutto nelle sottotrame che servono a dare un’ossigenata di calma alla storia ci sono ma non bastano a spezzare l’irriducibile furia dei contaminati.
A differenza del primo capitolo gli zombie (o impestati) sembrano ancora più feroci e veloci.
L’inizio è di violenza sconvolgente così come l’istinto del portatore (un Carlyle in stato di grazia e devo dire azzeccatissimo nella parte). Il montaggio è quasi ipertrofico con delle inquadrature che ricordano il prequel (una bella Londra deserta) mentre i dialoghi rimangono marginali.
Sicuramente Juan Carlos Fresnadillo è uno che sa cosa vuole.