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venerdì 10 gennaio 2020

Marriage story


Titolo: Marriage story
Regia: Noah Baumbach
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Charlie Barber è un regista teatrale d'avanguardia di New York e Nicole è stata negli ultimi dieci anni la sua compagna, la sua musa e la sua prima attrice. Insieme hanno un bambino di otto anni, Henry. La donna, nativa di Los Angeles, ha abbandonato una carriera appena avviata grazie a una teen-comedy di successo, stabilendosi nella Grande Mela per amore e, avendo ora l’opportunità di interpretare il pilot di una serie tv, decide di ritornare a casa portando con sé il figlio, mentre Charlie prepara il suo debutto a Broadway.

Con questa interpretazione la Johansson per me si è aggiudicata il premio come miglior attrice del 2019. Marriage story mi ha fatto venire in mente un altro film molto simile che mi aveva commosso Blue Valentine ma anche KRAMER CONTRO KRAMER. Anche in quel caso c'era un matrimonio che si stava sgretolando con tutti i problemi e le conseguenze che ne derivano. 
Baumbach è uno che i drammi riesce a renderli molto bene in scena. Non a caso tra il palco teatrale e il palco di casa c'è un confine molto labile come se spesso i dialoghi tra la coppia non avessero muri entrambi troppo egoisticamente concentrati su se stessi e i loro impegni. C'è la casa con il figlio, il teatro dove lavorano assieme, le sedute dal terapeuta che non sembrano funzionare, almeno per Nicole, e poi la famiglia, i nonni che cercano come lo spettatore di capirci qualcosa spesso senza riuscirci e pensando esclusivamente a limitare i danni.
La scena con cui il film si apre è da applausi dimostrando in poche battute quanto pathos riesce a trasmettere, un'apocalisse di sentimenti e lacrime che vedremo scorrere in un uragano emotivo che non accenna a fermarsi mai. Il tutto raccontato attraverso un'empatia straziante che dimostra quanto i personaggi di questa storia, fatta eccezione per alcuni avvocati, siano vivi e abbiano bisogno di essere continuamente stimolati. Anche il finale come l'inizio riesce davvero ad essere molto bello, insistendo sul concetto che Charlie e Nicole si vogliono troppo bene per arrivare a farsi male l'uno con l'altra.