Titolo: Serpente e l'arcobaleno
Regia: Wes Craven
Anno: 1988
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
Nel 1985 ad Haiti un americano cerca il
segreto del voodoo e degli zombies. Ma s'imbatte nel Gran Sacerdote
del culto che è anche il capo della polizia locale, i famigerati
Ton-Ton Macoutes del dittatore Duvalier
Craven non ha bisogno di presentazioni.
Ha fatto la storia dell'horror per svariati motivi che non starò qui
a discutere. Il suo interesse verso diverse forme nel sotto-genere a
fatto sì che il tema del voodoo e dei sistemi simbolici
organizzatori di senso diventassero una importante materia da
scoprire e da indagare. Attraverso un metodo scientifico e
antropologico, Dennis Alan, un Bill Pullman ispiratissimo, proverà a
mettere in discussione i rituali e le complesse forme di adorazione
per smascherare e demistificare un fenomeno (su tutte la scena della
capretta con il segno lasciato da Alan per vedere se sarà la stessa)
trovando ovviamente pane per i suoi denti in una comunità molto
forte che da secoli crede nelle suggestioni e agli eventi improbabili
dove invece la scienza cerca come può di fare luce.
Haiti è il posto ideale. Insieme a
ANGEL HEART è sicuramente uno dei film che soprattutto in chiave
antropologica cerca di esplorare un fatto sociale ancora poco
conosciuto ma che ha da sempre avuto profonde influenze nella vita
pubblica, nella politica, nella società e nella carriera personale
di chi spesso e volentieri ne ha sfruttato gli intenti per i propri
interessi.
Al di là della magia, il film di
Craven fa luce sugli incubi politici, la repressione di un governo
che non teme nulla, la sottomissione di una popolazione già privata
di ogni riferimento tranne la danza voodoo e la brutalità di un
regime che mette a tacere ogni dissenso.
Lo straniero attento diventa il
forestiero da mettere a tacere e far scomparire in un viaggio che
alterna sogno e realtà, visioni e fughe dal reale per andare a
incappare in un mondo diverso e difficile da capire, dove verranno
sconvolte consapevolezze e dove l'orrore come quello di essere
sepolti vivi diventano segnali profetici di un confine che non
bisogna attraversare.