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giovedì 22 dicembre 2016

White Lightnin

Titolo: White Lightnin
Regia: Dominic Murhpy
Anno: 2009
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 4/5

Nel cuore delle montagne Appalachian in West Virgnia, dove ogni uomo possiede una pistola e una distilleria di liquori, si tollera la leggenda vivente Jesco White. Da giovane Jesco andava avanti e indietro dal riformatorio al manicomio. Per tenerlo fuori dai guai, suo padre D-Ray gli ha insegnato l'arte della danza di montagna, una versione frenetica del tip tap con la musica country suonato col banjo. Dopo la morte di suo padre, il pazzo Jesco prende le scarpe da tip tap di suo padre e porta il suo show per la strada.

La storia di The Dancing Outlaw, il ballerino fuorilegge è una ballata travolgente e disperata.
Un viaggio nella violenza pura, di una mente deviata, instabile e complessa e di un percorso di redenzione anomalo e senza nessuna concessione.
Una vita di eccessi di droga, alcool, di autodistruzione, di un biologico benessere nella ricerca dello sballo e delle sostanze. C'è tanta musica, ritmo, un montaggio veloce e perfettamente scandito.
Una prima parte fra gli hillbillies che popolano le zone più arretrate e degradate degli Appalachi dove si vive tutti assieme e dove l'ambiente ricorda a tutti gli effetti le carovane dei bifolchi.
Una comunità dove il giovane Jesco intuisce subito, come d'altronde suo padre, quale sarà il suo destino.
Macabro, grottesco, è riuscito in diversi momenti a ricordarmi un altro film folle, BAD BOY BUBBY, il quale puntava più sul disturbo psichiatrico e il suo impatto sulla società rispetto all'esordio di Murphy dove Jesco è un pazzo almeno fino a quando non incontra l'amore e soprattutto quando tutto rischia di degenerare ancor più dopo la misteriosa morte del padre.
Lo squallore (umano ed estetico) che regna nella pellicola disturba, lascia nauseati e straniati. Funzionale a questo punto la scelta registica di puntare su un b/n che sbiadisce i colori più chiari e crea un’atmosfera ora raffinata ora sordida ora laida e sozza.

Un film che seppur non dichiaratamente un horror e un biopic rientra prendendo registi e stilemi del genere diventando un'opera sconosciuta e assurda, un debutto trascendentale che seppure un flop al botteghino, spero faccia resuscitare dalle ceneri Dominic Murphy per il quale nutro profonda stima.