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giovedì 24 marzo 2016

Baoh

Titolo: Baoh
Regia: Hiroyuki Yokoyama
Anno: 1989
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

Il gruppo DRES, un'organizzazione criminale che si occupa di bioingegnerie applicate a scopi bellici, sviluppa in segreto, attraverso numerosi esperimenti su cavie animali e umane, una potentissima arma biologica, un letale parassita vermiforme da impiantare nel corpo di una sfortunata cavia. Quando avrà compiuto il suo ciclo evolutivo, il parassita deporrà le uova nel corpo dell'ospite, che sarà veicolo del contagio prima di essere ucciso dalle secrezioni acide delle larve. Durante il suo sviluppo all'interno del corpo colonizzato, il verme conferisce all'ospite un potere di rigenerazione di organi e tessuti danneggiati virtualmente infinito oltre a una incredibile serie di abilità sovrumane che lo trasfigurano anche nell’aspetto. L'unica possibilità di uccidere il portatore infetto è distruggergli la testa e il cervello.

La cosa interessante e per certi versi originale di un certo tipo di animazione nipponica è quello di non concedere mezze misure quando si trattano alcuni temi e un'animazione possiamo dire adulta.
Baoh continua un discorso che ai giapponesi è sempre stato a cuore come quello degli esperimenti, della bomba atomica, delle conseguenze impreviste e delle mutazioni.
Tratto da un fumetto e dallo stesso autore di "Le bizzarre avventure di Jojo", Hirohiko Araki.
Per essere una storia di orrore e fantascienza con un uso massiccio della violenza con squartamenti e altro e avendo come protagonisti una bambina e un minore, Yokoyama non si è davvero risparmiato. In un'ora sono concentrati molti elementi e tanta azione e da quando Baoh si trasforma ed esplode sembra di essere tornati a quella ferocia che contraddistingueva OAV come Devilman o altro, siglando di fatto come i giapponesi fossero ai vertici della violenza animata, allora come mai.