Titolo: Whiplash
Regia: Damien Chazelle
Anno: 2014
Paese: Usa
Festival: TFF 31°
Festival: TFF 31°
Giudizio: 3/5
Andrew studia batteria jazz nella più
prestigiosa ed importante scuola di musica di New York, è al suo
primo anno e già viene notato da Terence Fletcher, temutissimo e
inflessibile insegnante che a sorpresa lo vuole nella propria band.
Il ragazzo è eccitato dalla possibilità ma non sa che in realtà
sarà un inferno di prove, esercizi e umiliazioni come non pensava
fosse possibile. Gli standard richiesti da Fletcher sono mostruosi e
progressivamente alienano sempre di più Andrew dalle altre parti
della sua vita.
Whiplash non è
uno dei più bei film musicali del cinema, come qualcuno l’ha
definito, ma pur con un viaggio di formazione abbastanza tipico,
riesce ad essere incisivo e a far assaporare lo sforzo e il duro
allenamento che sta dietro alcuni ottimi musicisti.
In questo caso
poi la sfida del protagonista e la sua testardaggine si scontrano con
un’autorità quasi militaresca che sviluppa un rapporto esclusivo e
morboso tra allievo e maestro (un perfetto J.K.Simmons) che
all’interno della Juilliard di New York si muove come gli pare,
entrando ed uscendo, sbattendo fuori studenti, lanciando oggetti,
abbaiando insulti e facendo in sostanza quello che gli pare purché
dia lustro alla scuola, diventando capace di fulminare all’istante
come di diventare il miglior confidente.
Buona la regia (un trentenne che
all’attivo vanta già quattro film) sicura, senza troppi movimenti
di camera, ma mantenendosi ferma e lasciando che siano i musicisti e
Fletcher a muoversi.
Interessante anche la fotografia con
un’insistente presenza di arancione e giallo soprattutto negli
interni della scuola.
Whiplash è un film sicuramente
incalzante e pieno di ritmo e brio, ma allo stesso tempo stona in
alcuni parti diventando, se non proprio prevedibile, uno sforzo che
ha pur sempre una certa dose d’inverosimilità.