Regia: Quentin Lee
Anno: 2012
Paese: Usa
Festival: Cinemautismo 2015
Giudizio: 2/5
Nick Young è un giovane liceale sofferente della sindrome di Asperger e costantemente trascurato dai suoi genitori. L'unico ad occuparsi di lui è il fratello maggiore Chaz. Quando Chaz muore in un incidente stradale, Nick è costretto a fare affidamento solo a sé stesso per continuare ad andare avanti nella vita. Inoltre si ritroverà a scoprire aspetti del fratello di cui nessuno era a conoscenza, come la sua omosessualità e il suo sogno di diventare un ballerino.
White Frog tratta la sindrome di Asperger, di cui il cinema non è che ci abbia regalato molti film, soprattutto in Europa.
Lee combina svariati elementi e tendenze cinematografiche e lo stile si può dire eccellente nelle riprese, musiche e in parte anche nelle interpretazioni.
Quello che funziona è l'approccio del protagonista al tema dell'omosessualità quando scopre appunto che il fratello maggiore, “l'ideal-tipo” della società in tutti sensi, era gay e Nick cerca di farsene una ragione frequentando i suoi migliori amici e imbastendo una battaglia con la famiglia borghese e perbenista.
Quello su cui il film invece non funziona, è quello di ricorrere a straordinarie dosi di melanconia, più un termine che poco mi piace “lacrima-movie”, cercando e sfruttando alcuni cliché di genere per ottenere un grosso clamore finale come il dialogo del piccolo Nick che mostra come i sentimenti superino a volte drammi maggiori.
White Frog è quel misto di teen movie ( ci sono attori di Twilight), gay movie, film sulla malattia che alterna dei passaggi interessanti ad altri un po più ingenuotti e telefonati che sembrano cuciti apposta per dare maggiore effetto. Probabilmente nelle mani di Gregg Araki sarebbe stato un mezzo-capolavoro.